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Il regista statunitense Jim Jarmusch ha annunciato l’intenzione di presentare richiesta per ottenere la cittadinanza francese, dichiarando di cercare «un luogo che mi permetta di evadere dagli Stati Uniti». L’annuncio è arrivato ai microfoni della rete radiofonica France Inter, dove il cineasta di 72 anni era impegnato nella promozione del suo nuovo film Father Mother Sister Brother. «Le pratiche sono in corso. Sono un po’ in ritardo, ma sì, lo farò», ha detto Jarmusch, evitando riferimenti diretti alla politica statunitense, nonostante in passato abbia espresso posizioni molto critiche nei confronti dell’attuale presidente Donald Trump.
Premiato quest’anno con il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia per il suo ultimo film, Jarmusch ha sottolineato il legame profondo che lo unisce alla Francia: «La Francia, Parigi e la cultura francese sono molto profondamente in me. Sarebbe un grande onore avere un passaporto francese». Father Mother Sister Brother, in uscita nelle sale francesi il 7 gennaio, è stato girato proprio in Francia, così come lo saranno i suoi prossimi lungometraggi.
Il rapporto del regista con Parigi risale ai primi anni Novanta, quando vi girò alcune scene di Taxisti di notte (1991) che vedeva tra i suoi interpreti anche un irriverente Roberto Benigni. «È il mio secondo amore dopo New York», ha più volte raccontato. Un legame confermato anche dal produttore francese Charles Gillibert, che ha parlato di «un rapporto molto forte con la Francia e con molti artisti e tecnici parigin»”. Jarmusch ha spesso riconosciuto l’influenza decisiva della cultura francese sul suo cinema, citando tra i suoi riferimenti i maestri della Nouvelle Vague François Truffaut, Jean-Luc Godard e Jacques Rivette.
«Ero ossessionato dalla Nouvelle Vague, dalla poesia e dal surrealismo francesi. La mia conoscenza del cinema americano è arrivata come un ritorno, un’eco del cinema francese», ha spiegato Jarmusch a France Inter. In un’intervista rilasciata ad aprile a Interview Magazine, il regista americano aveva già evidenziato le differenze tra i due Paesi: «Negli Stati Uniti sono considerato un cineasta indipendente, e va bene così, ma in Francia sono un vero regista. Girare negli Usa è proibitivo, stressante, traumatico».
