Nora OrlandiCantante e compositrice
Ansa
(28 giugno 1933 – 1 gennaio 2025) Con il suo coro «4+4» è stata protagonista della Rai in bianco e nero e degli show del sabato sera, come «Canzonissima». Cantante, compositrice e pianista, era nata a Voghera e si era fatta conoscere anche con lo pseudonimo di Joan Christian. Nella prima metà degli anni Ottanta, dopo alcune edizioni di «Fantastico», aveva deciso di sciogliere il coro e ritirarsi per dedicarsi all’insegnamento. Una curiosità? Quentin Tarantino ha utilizzato in «Kill Bill 2″ il suo brano «Dies Irae», già presente nella colonna sonora di «Lo strano vizio della signora Wardh» di Sergio Martino (1971).
Aldo AgroppiCalciatore e allenatore
LaPresse
(14 aprile 1944 – 2 gennaio 2025) Se ne è andato all’ospedale di Piombino, la sua città natale, dove era ricoverato per una polmonite. Ricordato per la sua carriera al Torino, dove vinse la Coppa Italia nel 1971, ha vestito anche le maglie di Ternana, Potenza e Perugia, collezionando cinque presenze in Nazionale. Il suo nome è ricordato anche come allenatore di Pescara, Pisa, Perugia, Fiorentina, Como e Ascoli.
Rosita MissoniStilista e imprenditrice
Afp«In quegli anni tutti andavano in città, mentre Ottavio mi portò a vedere un terreno agricolo tra i vigneti e con una vista meravigliosa sul Monte Rosa, che ti parlava. Mi disse: qui costruiamo la nostra fabbrica, a Milano se vogliamo ci andiamo per il weekend» (dal racconto fatto nel 2021 a un evento organizzato al museo Maga di Gallarate per celebrare i cent’anni dalla nascita di Ottavio).
(20 novembre 1931 – 2 gennaio 2025) Una figura leggendaria per la moda italiana e l’imprenditoria femminile. Rosita Jelmini, questo il suo nome da nubile, aveva fondato con il marito Ottavio – sposato nel 1953 – la storica azienda italiana di maglieria, diventata celebre nel mondo per l’inconfondibile stile con trame a zig-zag e righe, dai colori accesi.Nel 1997 aveva lasciato ai figli la direzione creativa per dedicarsi ad altre linee del marchio, come «Missoni Home», senza mai perdere il legame con il territorio – il Varesotto – dove l’azienda ha le sue radici. Tra i tanti riconoscimenti, nel 2014 ottenne la nomina a Cavaliere del Lavoro conferita da Giorgio Napolitano, titolo ricevuto già dal marito Ottavio nel 2003.
Jean-Marie Le PenPolitico, fondatore del partito politico di estrema destra “Front National”
Afp
(20 giugno 1928 – 7 gennaio 2025) «L’uomo che ha rimesso l’estrema destra al centro del gioco politico francese», titola “Le Monde” per annunciare la morte del fondatore ed ex leader del Front National. Deputato all’Assemblea nazionale e per più legislature all’Europarlamento, Le Pen è famoso per le sue posizioni ultranazionaliste, euroscettiche e xenofobe, critiche contro immigrazione e Unione Europea e a favore della reintroduzione della pena di morte. Alle presidenziali francesi del 2002 superò a sorpresa il primo turno con il 16,86% dei suffragi, prima di essere sconfitto al ballottaggio da Jacques Chirac. Sostituito alla presidenza del «Front National» dalla figlia Marine nel 2011, era entrato in conflitto con lei e con il partito, fino a esserne escluso nel 2015 dopo alcune controverse affermazioni sull’Olocausto. In occasione del suo 90esimo compleanno riprese i rapporti con la figlia, che nel 2022 sostenne come candidata all’Eliseo.
Salvatore “Rino” TommasiGiornalista
Ansa«Ci pagano per svolgere un lavoro per il quale pagheremmo noi. Forse è meglio che non lo sapessero!».
(23 febbraio 1934 – 8 gennaio 2025) Indimenticabile voce del tennis – insieme a Gianni Clerici -, della boxe e degli sport americani, firma di importanti quotidiani, nel 1981 divenne il primo direttore della redazione sportiva di Canale 5. È noto per aver coniato termini iconici nel tennis come il «Circoletto Rosso», riferito ai punti spettacolari. Gianni Brera lo definì «uno dei più colti giornalisti sportivi in assoluto. Un cervello essenzialmente matematico però capace di digressioni etico-fantastiche. Io lo chiamo professore senza la minima ombra di esagerazione scherzosa».
Fabio CudiciniPortiere
Rcs Quotidiani
(20 ottobre 1935 – 8 gennaio 2025) Il leggendario «Ragno Nero», ex portiere di Brescia, Milan, Roma e Udinese negli anni ’60-’70, si è spento all’età di 89 anni. Fu protagonista della vittoria dei rossoneri di Nereo Rocco nella Coppa dei Campioni del 1969. Una curiosità? «Black Spider», come venne ribattezzato dalla stampa britannica dopo due grandi prestazioni a Glasgow e Manchester, a Roma era soprannominato «Pennellone», per i suoi 191 centimetri di altezza.
Sam MooreMusicista
Wikipedia
(12 ottobre 1935 – 10 gennaio 2025) Leggenda del soul, metà del duo «Sam & Dave» – in coppia con Dave Prater, morto nel 1988 – celebre per successi come «Soul Man» e «Hold On, I’m Comin», era stato inserito insieme al collega nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1992. Dopo lo scioglimento del duo, aveva proseguito la carriera come solista.
Oliviero ToscaniFotografo
Ansa«L’arte deve provocare stupore. La fotografia l’ha procurato, lo stupore, almeno per un lungo periodo. E continua a farlo, ma in forme diverse. Io credo di avere sempre onorato la missione dell’arte, della fotografia. Ho cercato di capire subito in quali ambiti potessi esprimere al meglio il mio potenziale. Ho cambiato, ho osato. Mai abbastanza, certo. Ma ci ho provato» (“Ne ho fatte di tutti i colori”, 2022).
(28 febbraio 1942 – 13 gennaio 2025) Genio controcorrente, maestro del colore e della creatività sempre fuori dagli schemi, con il suo sguardo irriverente ha saputo smuovere le coscienze grazie a campagne choc: dall’inizio del sodalizio con Benetton alle immagini provocatorie su temi sociali come razzismo, Aids, anoressia. Figlio di un reporter storico del Corriere della Sera, aveva pubblicato proprio sul quotidiano milanese a 14 anni la sua prima fotografia: il volto di Rachele Mussolini, immortalato in occasione della tumulazione del padre a Predappio. A 80 anni gli era stata diagnosticata una grave forma di amiloidosi. Voleva essere ricordato «per l’insieme, per l’impegno. Non è un’immagine che ti fa la storia, è una scelta etica, estetica, politica da fare con il proprio lavoro».
Franco PipernoAttivista e saggista
Ansa
(5 gennaio 1943 – 13 gennaio 2025) Esponente storico della sinistra extraparlamentare e tra i fondatori di «Potere operaio» con Toni Negri e Oreste Scalzone, nel 1979 si rifugiò in Francia per sfuggire al cosiddetto «processo del 7 aprile», in cui furono coinvolti diversi intellettuali accusati di aver sostenuto, ispirato e in parte coordinato vari atti di eversione e terrorismo di sinistra negli anni precedenti. Una volta rientrato in Italia, lavorò come docente di fisica della materia presso l’università della Calabria e fu assessore comunale a Cosenza.
Furio ColomboGiornalista e politico
Ansa
(1 gennaio 1931 – 14 gennaio 2025) Giornalista e intellettuale, nel 1963 con Umberto Eco fu tra i fondatori del movimento letterario «Gruppo63». Autore di documentari e servizi giornalistici della Rai, nel novembre del 1975 realizzò l’ultima intervista concessa da Pier Paolo Pasolini, pubblicata su «La Stampa», il giorno precedente all’omicidio dello scrittore. Noto anche con lo pseudonimo di Marc Saudade, fu anche tra i fondatori del DAMS a Bologna, dove insegnò dal 1970 al 1975, e docente anche alla New York University, alla University of California di Berkeley. Parlamentare per tre legislature nel centro-sinistra, fu autore della legge che istituisce il Giorno della memoria per la Shoah il 27 gennaio. Nel 2009 fondò con Antonio Padellaro e Marco Travaglio de «Il Fatto Quotidiano»
David LynchRegista e sceneggiatore
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(20 gennaio 1946 – 16 gennaio 2025) «C’è un grande vuoto nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come avrebbe detto, guardate la ciambella e non il buco». Così la famiglia ha annunciato la sua morte. Un genio visionario che, nonostante la grave forme di enfisema che lo colpiva da anni, non era mai rimasto lontano dal lavoro. Un artista a 360 gradi: sceneggiatore, pittore, musicista e fotografo, ha saputo costruire un immaginario unico, sospeso tra sogno e incubo, dai primi passi con «Eraserhead» (1977) a «Twin Peaks» (1990 – 2017). Chi scrive ha amato e si è fatto stupire e rapire da film come «The Elephant Man» (1980), «Mulholland Drive» (2001) e «Inland Empire» (2006), che hanno insegnato a guardare oltre la superficie, a non avere paura dell’oscurità e a trovare poesia anche nell’inquietudine di ogni giorno. «Quello che ho visto in lui era un uomo enigmatico e intuitivo con un oceano creativo che esplodeva dentro di lui. Era in contatto con qualcosa a cui il resto di noi vorrebbe arrivare… Mentre il mondo ha perso un artista straordinario, io ho perso un caro amico che immaginava un futuro per me e mi ha permesso di viaggiare in mondi che non avrei mai potuto concepire da solo. Lo vedo ora, in piedi per salutarmi nel suo giardino, con un sorriso caldo e un abbraccio forte e quel clacson di voce delle Grandi Pianure», il ricordo condiviso su Instagram da Kyle MacLachlan, volto dell’agente dell’Fbi Dale Cooper in «Twin Peak»”.
Joan PlowrightAttrice
Ap
(28 ottobre 1929 – 16 gennaio 2025) Celebre attrice britannica di cinema e teatro, in Italia era conosciuta principalmente per aver recitato nel 1999 in «Un tè con Mussolini» di Franco Zeffirelli, con Judi Dench e Maggie Smith. Si sposò la prima volta nel 1953 con l’attore Roger Gage, da cui divorziò nel 1961, anno in cui si unì a Laurence Olivier, che aveva appena rotto il suo matrimonio ventennale con l’attrice Vivien Leigh. Nel 1992 vinse due Golden Globe come miglior attrice non protagonista per il film «Enchanted April» e la serie televisiva «Stalin».
Luca BeatriceCritico d’arte
Ansa
(4 aprile 1961 – 21 gennaio 2025) Tra i più noti e autorevoli critici d’arte italiani, già curatore del Padiglione Italia alla 53ma Biennale d’Arte di Venezia e Presidente in carica della Quadriennale di Roma, è morto a 63 anni a causa di un infarto. Docente all’Accademia Albertina di Torino, ha portato in Italia mostre di grande importanza: da Andy Warhol al Palazzo Ducale di Genova (2016) a Edward Hopper a Bologna e a Roma (2015-2016), fino alle rassegne su Jackson Pollock e la Scuola di New York a Milano e Roma (2018).
Marianne FaithfullCantante, attrice, scrittrice
Ap«Vivo l’istante. Non mi guardo indietro e non guardo avanti. Non ci penso, tanto la vita passa minuto per minuto. Ho sempre cercato di fare quello che volevo, e quello che volevo era più che altro cercare di essere una brava persona. Della vita non rinnego nulla, ho sempre vissuto l’attimo».
(29 dicembre 1946 – 30 gennaio 2025) Cantante e attrice britannica, è stata una delle muse più trasgressive degli anni ’60 e simbolo della Swinging London. Il suo nome è profondamente legato alla storia del Rolling Stones e in particolare di Mick Jagger con il quale ebbe una lunga relazione segnata dall’uso di droghe. Figlia di un militare britannico e di una baronessa austriaca, studia in convento. Nei primi anni ’60 viene notata dal manager dei Rolling Stones: insieme a Mick Jagger e Keith Richards scrive «As Tears Go By». Inizia per lei un periodo di viaggi, feste e dipendenza dalle droghe. In parallelo continua a cantare, ma la sua vita è scandita dal disagio e dall’abuso di sostanze. Ormai del tutto dipendente dall’eroina, insieme ai Rolling Stones scrive «Sister Morphine», un vero e proprio inno alla dipendenza. Il disco viene ritirato dal mercato, nello stesso periodo Marianne tenta il suicidio (si risveglia dopo 6 giorni in coma) e perde l’affidamento del figlio. L’anno successivo viene coinvolta nelle indagini sulla morte di Jim Morrison, a cui il nuovo compagno della cantante aveva ceduto la dose forse fatale di droga. Una discesa agli inferi che lei stessa racconterà, dopo un periodo di disintossicazione in clinica, in due libri: «Faithfull» del 1994 e «Memories Dreams and Reflections» del 2007. Attrice, oltre che musicista, ha lavorato con Godard e Alain Delon. Per Sofia Coppola ha interpretato Maria Teresa d’Austria.E’ stata la protagonista dell’originale film «Irina Palm». Nel 2007 riceve una Nomination come miglior attrice agli European Film Award. Molti i problemi di salute che affronta negli ultimi anni (trascorsi a Parigi): l’epatite, un tumore al seno, il covid (per cui viene ricoverata in ospedale in gravi condizioni). «Sono così rattristato nell’apprendere della morte di Marianne. È stata parte della mia vita per così tanto tempo. Una meravigliosa amica, una cantante bellissima e una grande attrice. Sarà sempre ricordata» ha scritto Jagger dopo la notizia della sua morte.
Aga KhanPrincipe
Afp«Noi non concepiamo l’accumulazione della ricchezza come il male. L’etica musulmana considera che se Dio ha dato la capacità o la buona fortuna di essere un individuo privilegiato nella società, tu hai una responsabilità morale verso la società».
(13 dicembre 1936 – 4 febrbaio 2025) Leader spirituale dei musulmani ismailiti (a capo di una comunità di 12 milioni di persone tra India e Pakistan), principe,imprenditore e filantropo, uno degli uomini più ricchi al mondo, all’Aga Khan (profondamente legato alla Sardegna) si deve lo sviluppo turistico della Costa Smeralda, diventata una delle mete mondiali del turismo del lusso. «Sua Altezza il principe Karim Al-Hussaini, Aga Khan IV, 49esimo Imam ereditario dei musulmani sciiti ismailiti e diretto discendente del profeta Maometto (pace sia con lui), è deceduto pacificamente a Lisbona il 4 febbraio 2025, all’età di 88 anni, circondato dalla sua famiglia», si legge nell’annuncio della sua scomparsa. Era stata la Regina Elisabetta II a concedergli il titolo di sua altezza reale 19 anni dopo la sua nascita a Ginevra. Studi in Svizzera e laurea ad Harvard, grande appassionato di cavalli purosangue, ha sposato in seconde nozze l’erede della famiglia Thyssen. E’ stato il primo musulmano a ricevere il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal presidente della Repubblica Giovanni Leone, Cavaliere del Lavoro nel 1988, ha lasciato un impero stimato in 13 miliardi.
Tony RobertsAttore
Ap
(22 ottobre 1939 – 7 febbraio 2025) Conosciuto soprattutto per aver fatto da spalla a Woody Allen in sei film, tra cui «Io e Annie» (vincitore di 4 premi Oscar), l’attore è morto per complicazioni dovute a un tumore al polmone. Nato a New York da una famiglia ebraica, aveva avuto una lunga carriera a Broadway, dal 1961 al 2009, e lavorato anche con Sidney Lumet, in «Serpico» e «Dimmi quello che vuoi».
Tom RobbinsScrittore
(22 luglio 1932 – 9 febbraio 2025) Autore fondamentale della controcultura americana, è conosciuto soprattutto per il libro «Cowgirl» (1976), portato al cinema da Gus Van Sant con protagonista Uma Thurman nei panni di Sissy Hankshaw e Keanu Reeves nel ruolo di Julian Gitche. «Ho sempre voluto condurre una vita di incantesimi e la scrittura ne fa parte. Sono un romantico e non mi scuso per questo. Penso che sia un modo di vedere la vita valido come un altro. E molto più divertente», aveva detto a “Rolling Stone” nel 1977.
Maria Teresa HortaScrittrice e giornalista
Maria Teresa Horta – Página Oficial /Facebook«Sono nata in un Paese fascista, un Paese che ha rubato la libertà, un Paese di crudeltà, prigioni, e torture. E ho capito molto presto che non potevo sopportarlo», disse in un’intervista rilasciata in occasione del “Premio Ciampi – Valigie Rosse” del 2018.
(20 maggio 1937 – 4 febbraio 2025) Conosciuta per aver pubblicato nel 1972 il libro «Nuove lettere portoghesi» (pubblicato in Italia da Rizzoli nel 1977) con il collettivo delle «tre Marie» – insieme a Maria Isabel Barreno e Maria Velho da Costa – , già vantava una grande opera letteraria iniziata come poetessa e proseguita numerosi romanzi. Fu, però, quel testo che parlava di sessualità, desiderio femminile, maternità, ma anche della guerra coloniale nell’Africa lusofona, che le attirò l’attenzione dei movimenti femministi di mezzo mondo: il volume fu sequestrato dalla dittatura portoghese, le autrici vennero processate, ma il caso contribuì alla caduta del regime salazarista nel 1974.
Frits BolkensteinEconomista
Ansa
(4 aprile 1933 – 17 febbraio 2025) Ex leader del partito olandese conservatore Vvd e Commissario europeo ai tempi di Romano Prodi, tra il 1999 e il 2004, ha legato il suo nome alla direttiva che ha rivoluzionato il mercato interno dell’Ue aprendo la strada alla liberalizzazione dei servizi, approvata definitivamente dopo la fine del suo mandato, nel 2006. Considerato uno dei politici olandesi più influenti, era malato da tempo: è morto a Laren nella casa di cura Rosa Spier Huis, dove viveva da diversi anni.
Roberta FlackCantante
Ap
(10 febbraio 1937 – 24 febbraio 2025) Per tutti era la voce di «Killing Me Softly With His Song». L’artista, la prima a vincere due Grammy consecutivi per il miglior disco, nel 2022 aveva annunciato di essere affetta da Sla e di non poter più cantare. Poco conosciuta prima dei suoi 30 anni, era diventata celebre dopo che Clint Eastwood usò il brano «The First Time I Ever Saw Your Face» come colonna sonora per il suo film «Play Misty for Me» (1971). Tra i suoi amici più cari troviamo Angela Davis, attivista del movimento afroamericano statunitense, che la cantante andrò a trovare in prigione, accusata e assolta per omicidio e rapimento. Flack cantò al funerale di Jackie Robinson, il primo giocatore di baseball nero della major league.
Clint HillAgente del Secret Service Usa
Ap
(4 gennaio 1932 – 21 febbraio 2025) Quel 22 novembre del 1963, a Dallas, viaggiava come agente sull’auto di supporto dietro la limousine di John F. Kennedy, incaricato di proteggere la first lady Jacqueline. Anche se pochi ricordano il suo nome, è rimasta nella storia l’immagine che lo ritrae nel tentativo di proteggere il presidente, ormai colpito a morte. Non si riprese mai dall’attentato e per decenni continuò ad avere sensi di colpa, tanto che fu costretto a ritirarsi a 43 anni dal Secret Service, su sollecitazione dei medici. «Se avessi reagito solo un po’ più rapidamente… E avrei potuto, credo. E vivrò con questo fino alla tomba», disse in lacrime nel programma 60Minutes della Cbs nel 1975. Solo negli ultimi anni aveva confessato di essere (di nuovo) in grado di iniziare a mettersi l’assassinio alle spalle. Il thriller del 1993 di Clint Eastwood «Nel centro del mirino», che racconta la storia di un ex agente del Secret Service segnato dall’assassinio di Jfk, fu in parte ispirato dalla sua storia.
Gene HackmanAttore
Lapresse«La maggior parte delle istruzioni dei registi serve a soddisfare il loro amor proprio. Sono cose dette per le persone che li circondano, per far capire a tutti chi comanda. E spesso sono inutili».
(30 gennaio 1930 – 18 febbraio 2025) Dagli anni ’60 ha interpretato al cinema una serie di personaggi cattivi, corrotti e spietati. Candidato cinque volte all’Oscar, ha vinto due statuette, quattro Golden Globe, due BAFTA, un Orso d’argento. Tra i film che hanno segnato la carriera: «Senza via di scampo», «La giuria», «Potere assoluto», «Il braccio violento della legge», «Gli spietati», «Mississippi Burning – Le radici dell’odio», «Lo spaventapasseri», e poi ancora «Superman» (dove interpreta l’antagonista Lex Luther) e i sequel «Superman II» e «Superman IV». Hackman è stato anche l’eremita cieco Abelardo in «Frankenstein Junior», il politico ambizioso in «Piume di struzzo» e l’eccentrico padre di famiglia ne «I Tenenbaum». La sua ultima interpretazione è del 2004 nel film «Due candidati per una poltrona». Si era ritirato nel 2008. Da lì un lento declino fino a che è stato trovato morto (in stato di parziale mummificazione) insieme alla moglie musicista di 30 anni più giovane, Betsy Arakawa: i corpi sono stati rivenuti in stanze separate nella villa in New Mexico. A morire per prima è stata la moglie, stroncata da sindrome polmonare da hantavirus, una grave infezione trasmessa dai roditori. Hackman (95 anni) è invece deceduto una settimana più tardi per una malattia cardiaca. Da anni soffriva di Alzheimer.
Boris SpasskyScacchista
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(30 gennaio 1937 – 27 febbraio 2025) Uno dei più grandi giocatori di scacchi della storia. Nato in quella che ancora era conosciuta come Leningrado, fu campione del mondo dal 1969 al 1972 e otto volte medaglia d’oro alle Olimpiadi. Con Robert James “Bobby” Fischer ha dato vita a quella che è passata alla storia come la «sfida del secolo» nel match per il titolo mondiale del 1972, vinta dall’americano. Una sfida, talmente attesa, da essere trasmessa anche in diretta televisiva: in fondo, era come portare la Guerra Fredda (anche) sui tavoli da gioco. Uno scontro epico, andato avanti per quasi tre mesi, dall’11 luglio al 3 settembre di quell’anno: «Non potete immaginare il sollievo che provai quando Fischer vinse il titolo», raccontò negli anni seguenti Spassky. Nel 1974 perse anche contro l’emergente Anatolij Karpov a Leningrado. Nel 1976 si trafserì in Francia dove ottenne anche la cittadinanza. Nel 1992 accettò di disputare in Jugoslavia una rivincita, non ufficiale, contro Fischer, che perse.
Fulco PratesiAmbientalista
Ansa«La natura è tutto. È ciò che ci salva dalla specie più dannosa al mondo: l’uomo».
(6 settembre – 1 marzo 2025) Fondatore, presidente onorario e anima instancabile della conservazione della natura in Italia e nel mondo, si è spento a 90 anni a Roma. Grazie a lui il rispetto per l’ambiente e la cura per la natura sono entrate nelle case degli italiani, ispirando generazioni di cittadini comuni ad amare e proteggere il Pianeta. Architetto, giornalista, disegnatore e instancabile divulgatore, Pratesi ha dato vita a una vera rivoluzione culturale. La sua seconda vita era iniziata nel 1963, nelle foreste dell’Anatolia, in Turchia, dove si era recato a caccia: l’incontro «folgorante» con un’orsa con tre cuccioli lo fece convertire. Poi, nel 1966, nel suo studio di architetto, la scelta coraggiosa di fondare il Wwf Italia. Un impegno che unì al giornalismo, all’esperienza come parlamentare e, anche, alla passione per il disegno, coltivata sin da bambino, realizzando negli anni centinaia di acquerelli e illustrando pagine di taccuini e libri. Pratesi è stato, soprattutto, un ambientalista innamorato del Pianeta, delle «sue» cento Oasi e della moglie Fabrizia, con cui ha condiviso 70 anni di lotte. Un uomo che ha sempre preferito la concretezza delle scelte quotidiane rispetto ai noiosi convegni, come quando — raccontò nella sua biografia — con pala e piccone lottò contro l’abusivismo edilizio all’Argentario, insieme tra gli altri a Susanna Agnelli.
Eleonora GiorgiAttrice
Ansa«La vita è così, è un poker, ed è pazzesco. Ma mi sento inondata di bene e non ho rancori. C’è una follia che devo dire: questo è stato l’anno più bello della mia vita, sono stata amata come mai prima e ho persino pensato: “Se guarisco, come torno alla vita di prima?”. È stato un anno meraviglioso, sono una persona fortunata»
(21 ottobre 1953 – 3 marzo 2025) Attrice icona del cinema italiano, di origine inglese e ungherese da parte di madre, ha iniziato la sua lunga carriera negli anni ’70. Dopo il debutto con Fellini nel 1973 gira «Storia di una monaca di clausura» accanto a Catherine Spaak, l’ anno dopo arriva «Appassionata» al fianco di Ornella Muti. Le due diventano grandi amiche. Iniziano, per Giorgi, anni di ruoli drammatici con Montaldo, Lattuada, Visconti. Ma il successo tra il grande pubblico arriva negli anni ’80 con le commedie «Mia moglie è una strega» con Renato Pozzetto, «Borotalco» con Carlo Verdone, per il quale ha vinto il David di Donatello, e «Grand Hotel Excelsior» con Adriano Celentano. Dal 2000 si è dedicata alla tv e ha preso parte a diversi talk show. Dal matrimonio con Angelo Rizzoli è nato il figlio Andrea. Dalla relazione con Massimo Ciavarro, conosciuto sul set di «Sapore di mare 2» è nato il figlio Paolo. Nell’ottobre 2023 aveva scoperto di avere un cancro al pancreas. L’attrice è morta a 71 anni, circondata dalla sua famiglia.
Jack VettrianoPittore
LaPresse
(17 novembre 1951 – 1 marzo 2025) Tra i pittori britannici più venduti e controversi della sua epoca, è stato trovato morto nel suo appartamento a Nizza. Cresciuto in una famiglia operaia di origine italiana, nella Scozia mineraria, aveva lasciato la scuola a 16 anni per diventare apprendista tecnico minerario prima di avvicinarsi, per caso, al mondo dell’arte, ricevendo in regalo un set di acquerelli per i 21anni. La sua opera più celebre, «The Singing Butler» è,tra le immagini più riprodotte al mondo. Il decesso è stato comunicato mentre a Palazzo Pallavicini, a Bologna, era in corso una sua mostra, la prima in Italia. «Non era solo un artista straordinario, ma anche un uomo profondamente riservato e umile che era infinitamente grato per il sostegno e l’ammirazione di chi amava il suo lavoro. I suoi dipinti, che catturano momenti di intrigo, romanticismo e nostalgia, hanno toccato i cuori di così tanti in tutto il mondo, e la sua eredità continuerà a vivere attraverso di loro. «Noi vogliamo ricordarti così: disponibile, ironico e gentile», lo ha ricordato l’istituzione. Nel 2004 la regina Elisabetta lo ha insignito dell’onorificenza «Obe per i servizi alle arti visive”.
Bruno PizzulGiornalista
Ansa«Ed è gol!».
(8 marzo 1938 – 5 marzo 2025) La voce della tragica notte dell’Heysel e delle «Notti Magiche». Ex calciatore (un amore nato in oratorio), laureato in Giurisprudenza, era entrato in Rai nel 1969 vincendo il concorso nazionale per radio-telecronisti. Dall’aprile del 1970, giorno della sua prima telecronaca, lo spareggio di Coppa Italia tra Juventus e Bologna, ha commentato centinaia di partite, conducendo anche programmi storici come «La Domenica Sportiva»,«Domenica Sprint» e «Sport Sera». Eleganza, sobrietà e competenza tecnica erano la sua cifra: «Signori all’ascolto, buonasera.Siete collegati in diretta con lo stadio…», era l’inizio delle sue telecronache, un rito. Impossibile non ricordare alcune frasi semplici – dalla dizione perfetta – che lo hanno portato nelle case di tutti gli italiani come una presenza amica e sono entrate nel nostro linguaggio di tutti i giorni: «Tutto molto bello», «un grappolo di uomini», «una sventola da fuori», «bandolo della matassa».
Roy AyersMusicista
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(10 settembe 1940 – 4 marzo 2025) «Ha vissuto 84 anni meravigliosi e ci mancherà moltissimo». Così la famiglia ha annunciato la scomparsa del vibrafonista e produttore discografico americano, ricordato da tutti per aver composto una hit indimenticabile: «Everybody Loves the Sunshine», pubblicata nel 1976 con la band Roy Ayers Ubiquity e reinterpretata negli anni dai più grandi artisti, da Dr. Dre a Pharrell Williams. Tra gli album più noti dell’artista troviamo anche «Let’s Do It», «You Send Me» e «No Stranger To Love».
Pasquale LauritoGiornalista
Wikipedia
(15 maggio 1927 – 7 marzo 2025) Il decano della stampa parlamentare noto per aver dato vita nel 1978 alla “Velina rossa”, il foglio di informazioni parlamentari sul mondo della sinistra nato in contrapposizione alla “Velina” bianca di Vittorio Orefice, aveva lavorato a lungo con l’Ansa seguendo le avventure del Partito Comunista. Era stato anche insignito del titolo di commendatore della Repubblica.
Dag SolstadScrittore
Wikipedia
(16 luglio 1941 – 14 marzo 2025) Considerato un’icona della letteratura norvegese e uno dei maggiori autori scandinavi contemporanei, era autore di una trentina di opere, tra romanzi, racconti e drammi teatrali. Ad Angelo Ferracuti, che per “La Lettura” del Corriere della Sera lo aveva incontrato più volte nella sua casa di Oslo, confessò di considerarsi “un lottatore per il romanzo”: «La lingua che uso è la verità che viene trasmessa nei miei romanzi, una lingua diversa da quella dei politici».
Fabio TestoniChitarrista
IguanaPress
(2 luglio 1952 – 16 marzo 2025) «Con vivo dolore vi annunciamo che oggi Fabio Testoni ci ha lasciato». Così la famiglia ha annunciato la scomparsa di “Dandy Bestia”, chitarrista e cofondatore negli anni ’70 degli Skiantos con Roberto “Freak” Antoni. I due si erano conosciuti al Dams e avevano dato vita al gruppo. “Dandy” era uscito dal gruppo nel ’79, per poi rientrarvi nel 1984. Nel suo curriculum musicale anche collaborazioni, tra gli altri, con Lucio Dalla, gli Stadio, Orietta Berti e Mirko Casadei
Lucio VillariBiografo
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(26 agosto 1933 -16 marzo 2025) «Portare la storia fuori dall’accademia», era uno dei suoi obiettivi. Professore ordinario di Storia contemporanea, noto soprattutto per aver analizzato il Risorgimento italiano, la questione meridionale e la storia della sinistra italiana ne “Storia d’Italia”, ha dedicato parte dei suoi studi anche al movimento operaio italiano. Con il fratello Rosario è stato autore del manuale “La società nella storia. Corso di storia per la scuola media inferiore”. Tra i suoi libri “Settecento adieu. Dall’Illuminismo alla rivoluzione”, “Il capitalismo italiano del Novecento”, “Bella e perduta, l’Italia del Risorgimento”. È stato docente universitario all’università di Roma Tre.
Nadia CassiniAttrice
Ansa
(2 gennaio 1949 – 18 marzo 2025) Tra i volti simbolo della “commedia sexy all’italiana”, Gianna Lou Müller era nata durante una tournée dei genitori a Woodstock. Lasciata la famiglia, si era mantenuta come cantante nei night club, ballerina, fotomodella e, dopo una relazione con lo scrittore George Simenon, nel 1968 aveva sposato il conte Igor Cassini Loiewski, da cui poi divorziò. Prima di ritrarsi dalle scene, aveva lavorato anche per le reti Mediaset: a “Premiatissima” con Amanda Lear, “Drive In” e “Risatissima” con Lino Banfi, Carmen Russo, Edwige Fenech e Lino Toffolo. In una delle sue ultime interviste con un pizzico di ironia, aveva detto: «Avevo il sedere più bello del mondo, ma non ho avuto altrettanto culo nella vita».
Eddie JordanPilota e dirigente sportivo
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(30 marzo 1948 – 20 marzo 2025) L’irlandese fondatore dell’omonima scuderia di Formula 1, oggi conosciuta come Aston Martin, è morto per un tumore alla vescica e alla prostata. Molto amato nel paddock, era anche la voce del podcast, intitolato “Formula For Success”, a cui non aveva rinunciato neanche dopo la scoperta della malattia, affiancato da David Coulthard. «Siamo profondamente dispiaciuti per l’improvvisa perdita di Eddie Jordan. Con la sua inesauribile energia ha sempre saputo far sorridere le persone, restando sempre genuino e brillante. Eddie è stato un protagonista di un’era della F1 e ci mancherà profondamente. In questo momento di dolore, i miei pensieri e quelli di tutta la famiglia di Formula 1 vanno alla sua famiglia e ai suoi cari», ha ricordato Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato del Formula One Group.
George ForemanPugile
Ap
(10 gennaio 1949 – 21 marzo 2025) «Con profondo dolore, annunciamo la scomparsa del nostro amato George Edward Foreman Sr, che se n’è andato serenamente circondato dai suoi cari». Così sui social la famiglia ha annunciato la scomparsa di “Big George”, leggenda della boxe, due volte campione del mondo dei pesi massimi. Memorabile il match (perso) contro Muhammad Ali, conosciuto come “Rumble in the Jungle” nel 1974, dopo il quale si avvicinò alla religione. Foreman tornò sul ring nel 1987 riconquistando i titoli del mondo WBA, IBF e lineare a 45 anni, prima di ritirarsi definitivamente tre anni dopo.
Filippo Maria PandolfiPolitico
Stefano Cavicchi
(1 novembre 1927 – 21 marzo 2025) Uomo di cultura e di politica, più volte ministro e poi Europarlamentare, fu eletto per la prima volta deputato al Parlamento nel 1968. Esponente della Democrazia Cristiana, cresciuto nelle file dell’Azione Cattolica e poi sui banchi del liceo Sarpi di Bergamo, aveva partecipato alla Resistenza. Dal 1974 al 1988 ricoprì quasi senza interruzioni incarichi di governo. Il presidente Giorgio Napolitano lo nominò “Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana”.
Richard ChamberlainAttore
Ansa
(31 marzo 1934 – 29 marzo 2025) “Uccelli di rovo” è la serie televisiva tratta dall’omonimo romanzo di Colleen McCullough che lo ha consacrato al grande pubblico, nel ruolo di padre Ralph. Diventato celebre negli anni ’60 grazie al ruolo di James Kildare in “Dr. Kildare”, l’attore ha dimostrato grande versatilità interpretando anche personaggi più complessi in “Shogun” (1980), “Il conte di Montecristo” (1975) e “I gemelli del Texas” (1972). La sua ultima apparizione risale al 2017, con un cameo nella terza stagione del sequel di “Twin Peaks”. Considerato per anni un sex symbol, aveva tenuto nascosta la sua omosessualità fino al 2003, quando fece coming out nell’autobiografia “Shattered Love”, a 69 anni: «Mi è sembrato che un angelo mi posasse un’ala sulla testa, sollevandomi da ogni paura. Finalmente mi sentivo leggero».
Suor Paola D’AuriaReligiosa
LaPresse
(27 agosto 1947 – 1 aprile 2025) Si è spenta a 77 anni una tifosissima della Lazio, nota in tutta italia per le sue apparizioni a “Quelli che il calcio” condotta prima da Fabio Fazio e,poi, da Simona Ventura. Originaria di Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria, appartenente alla congregazione delle Suore Scolastiche francescane di Cristo Re, la religiosa si è spenta nella stanza del suo convento, dopo una lunga malattia. «In questo momento di grande tristezza sento il dovere di esprimere la mia più profonda riconoscenza verso suor Paola per l’esempio di amore, sacrificio e passione che ha incarnato quotidianamente. Conserverò sempre il ricordo delle sue parole e del suo sorriso, capaci di scaldare il cuore di tutti e di infondere speranza anche nelle sfide più difficili. Suor Paola ci lascia un’eredità preziosa: la certezza che l’altruismo e la solidarietà siano la forza più grande che possiamo donare al prossimo», ha detto in occasione della scomparsa il presidente Claudio Lotito.
Val KilmerAttore
LaPresse«Senti! Continui a essere pericoloso… Ti concedo di essere il mio aereo di appoggio!» (Val Kilmer/Iceman in “Top Gun”, 1986)
(31 dicembre 1959 – 1 aprile 2025) Tra i suoi ruoli più iconici ricordiamo quelli di Iceman in “Top Gun”, affiancando Tom Cruise, la perfetta interpretazione di Jim Morrison nel biopic “The Doors” e Bruce Wayne in “Batman Forever”. Kilmer aveva iniziato la sua carriera a teatro, diventando uno dei più giovani studenti ammessi alla prestigiosa Juilliard School. Nel 2014 gli era stato diagnosticato un cancro alla gola e si era dovuto sottoporre anche a una tracheotomia. Nonostante le sfide di salute, aveva continuato a lavorare, partecipando nel 2022 al sequel “Top Gun: Maverick”, ancora una volta nel ruolo di Iceman.
Antonello FassariAttore
Ansa
(4 ottobre 1952 – 5 aprile 2025) «Sarai per sempre mio fratello. Sapevamo che questa serie nuova sarebbe stata dedicata a lui perché ci era nota la malattia bastarda che lo aveva colpito, ma non eravamo preparati alla notizia. Per me è un pezzo di vita che va via, è dura anche parlare, mi aspetto che stia borbottando da qualche parte lassù». Con queste parole Claudio Amendola ha ricordato l’attore romano che ne “I Cesaroni” aveva interpretato suo fratello, l’oste Cesare. Tra gli attori più amati della commedia italiana, aveva recitato anche in “Selvaggi” e “Romanzo Criminale” e stava per tornare nella nuova stagione della serie televisiva ambientata alla Garbatella. Diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico nel 1975, la sua ultima apparizione porta la data del 2024 nel film “Flaminia”, il debutto alla regia di Michela Giraud.
Graziano MesinaBandito
Ap
(4 aprile 1942 – 12 aprile 2025) È morto il giorno dopo essere stato scarcerato per motivi di salute. Dal dicembre del 2021 si trovava in carcere per scontare 24 anni ricalcolati sulla condanna a 30 per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Prima di essere catturato a Desulo (Nuoro), aveva passato un anno e mezzo in latitanza. “Gratzianeddu” è noto soprattutto per le numerose evasioni da carceri di massima sicurezza. Aveva ottenuto, dopo circa 40 anni di carcere, la grazia nel 2004 dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi su proposta dell’allora ministro della Giustizia, Roberto Castelli, prima di essere nuovamente fermato nel 2013 per traffico internazionale di stupefacenti. Nel 1992, durante la vicenda del sequestro del piccolo Farouk Kassam, rapito a gennaio a Porto Cervo, intervenne come mediatore in Sardegna durante uno dei suoi permessi, per trattare la liberazione del piccolo con il gruppo di banditi sardi responsabili del sequestro: il bimbo fu liberato a luglio di quell’anno, in circostanze ancora oggi non chairite.
Ted KotcheffRegista
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(7 aprile 1931 – 10 aprile 2025) «Penso che la sua legacy sarà quella di un regista che poteva occuparsi di tutto», ha detto la figlia Kate, ricordano il padre nato a Toronto durante la Grande Depressione. Dopo aver iniziato la carriera nella televisione, si trasferì in Inghilterra dove diresse numerosi episodi di serie come “Armchair Theatre”, prima di esordire nel cinema. Hollywood lo riforda per “Soldi ad Ogni Costo – The Apprenticeship of Dunny Kravitz” (1974), tratto dal romanzo del connazionale Mordecai Richler con cui aveva diviso un appartamento a Londra. Il film vinse l’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Nel 1982 con “First Blood – Rambo” aveva fatto conoscere al mondo il personaggio del soldato John Rambo regalando a Sylvester Stallone il primo successo dopo Rocky. Una curiosità? Negli anni ’90 si era dedicato alla televisione come produttore e regista di centinaia di episodi della serie “Law & Order: Special Victims Unit”.
Mario Vargas LlosaScrittore e premio Nobel
Epa«La letteratura rimane una delle migliori garanzie per sperare in un qualche tipo di progresso nella nostra società ipertecnologica» (da “Il mestiere dello scrittore” del 2011).
(28 marzo 1936 – 13 aprile 2025) «Nessuno protegge meglio un essere umano contro la stupidità del pregiudizio, del razzismo, del settarismo religioso e politico, e del nazionalismo esclusivo che questa verità che invariabilmente compare nella grande letteratura: che gli uomini e le donne di ogni luogo e nazione sono essenzialmente uguali, e solo l’ingiustizia semina tra loro la discriminazione, la paura e lo sfruttamento». È racchiusa anche in questa frase la filosofia di uno dei più importanti scrittori contemporanei. Premio Nobel per la Letteratura nel 2010, lo scrittore, drammaturgo e giornalista peruviano naturalizzato spagnolo – autore di capolavori come “La città e i cani” e “Conversazione nella cattedrale” – era stato in passato criticato dagli ambienti intellettuali per le posizioni conservatrici espresse in politica. «Il suo genio intellettuale e le sue opere costituiscono un’eredità duratura per le generazioni future», ha scritto in un messaggio su X, la presidente Dina Boluarte.
Papa FrancescoPontefice
Ansa«Abbiate perciò il coraggio di sostituire le paure coi sogni. Sostituite le paure coi sogni: non siate amministratori di paure, ma imprenditori di sogni!» (Incontro con i giovani universitari di Lisbona, in occasione della 37esima Giornata mondiale della Gioventù del 2023).
(17 dicembre 1936 – 21 aprile 2025) Veniva da lontano, quasi dalla fine del mondo, come disse in Piazza San Pietro quando per la prima volta, il 13 marzo del 2013, si rivolse al mondo da Pontefice. Jorge Mario Bergoglio, argentino, gesuita, 266esimo papa nella storia della Chiesa, è stato anche il primo sudamericano. Dopo la rinuncia di Benedetto XVI, scelse il nome Francesco in onore a san Francesco d’Assisi, simbolo di povertà, pace e cura del Creato. Negli ultimi mesi aveva sofferto di diversi problemi di salute per una infezione alle vie respiratorie che ciclicamente tornava a presentarsi e che lo aveva costretto a più di un mese di ricovero all’ospedale Gemelli di Roma a causa di una polmonite bilaterale. Nel giorno di Pasqua, si era affacciato dalla Loggia delle benedizioni per l’Urbi et Orbi con una voce flebile, per salutare i fedeli: poi, il giorno seguente, è venuto a mancare a Casa Santa Marta, scelta come sua dimora dal giorno dell’elezione. Con un chiaro richiamo a vescovi e sacerdoti ad adottare uno stile semplice e pastorale, anche attraverso la promulgazione di alcune riforme. Contrario all’aborto («non è un male minore… è come affittare un sicario per risolvere un problema») e alla teoria gender, sul piano spirituale lascia un’eredità di pace e attenzione ai poveri e ai migranti e rifugiati (l’8 luglio 2013 raggiunge l’isola di Lampedusa, nel primo viaggio del suo pontificato, e criticò «la globalizzazione dell’indifferenza che ci ha tolto la capacità di piangere»), con un forte richiamo alla giustizia sociale, all’ecologia integrale (un’intuizione dell’Enciclica Laudato si’ del 2015), alla missionarietà. Il suo stile semplice, diretto, capace di avvicinare e confortare senza formule elaborate (si rivolgeva spesso all’inizio dei suoi discorsi e catechesi con «buongiorno» e «buonasera») lo hanno reso una figura amata anche dai non credenti. Delle tante immagini con cui vogliamo ricordarlo citiamo quella indimenticabile sul sagrato di una deserta piazza San Pietro, la sera del 27 marzo, Venerdì di Quaresima, per implorare la fine della pandemia da Covid-19.
Virginia Roberts GiuffreAttivista
Ap
(9 agosto 1983 – 25 aprile 2025) La donna che accusò di abusi sessuali Jeffrey Epstein – poi suicida in carcere – e il principe Andrea (che ha ripetutamente negato le accuse ed è riuscito a evitare il processo pagando un risarcimento multimilionario), si è tolta la vita, nella casa in cui viveva in Australia. «Alla fine il peso degli abusi è così pesante che per Virginia è diventato insopportabile gestirlo», hanno raccontato i familiari, definendola una «guerriera». Il 21 ottobre 2025, in tutto il mondo, è stato pubblicato postumo “Nobody’s Girl”, il racconto delle memorie scritte da Giuffre, con rivelazioni che tornano a scuotere il passato del duca di York, figlio della regina Elisabetta II e fratello di re Carlo III.
Alberto FranceschiniBrigatista
Ansa
(26 ottobre 1947 – 11 aprile 2025) Tra i fondatori insieme a Renato Curcio e Mara Cagol delle Brigate Rosse, era stato condannato con sentenza definitiva, tra l’altro, per il sequestro del giudice genovese Mario Sossi e per l’omicidio di due esponenti del Msi avvenuta a Padova nel 1974. Si dissociò dalle Br nel 1982 e dieci anni più tardi, dopo un periodo di arresti domiciliari, venne scarcerato.
Jair de CostaCalciatore
Inter
(9 luglio 1940 – 26 aprile 2025) Gli storici tifosi lo ricordano come “Freccia Nera”. L’ex calciatore brasiliano, attaccante della “Grande Inter” di Angelo Moratti, la prima squadra italiana a vincere due Coppe dei Campioni consecutivamente, giocò con i nerazzurri tra il 1962 e il 1972, vincendo quattro campionati e due Coppe intercontinentali. Dopo il periodo in Italia, era rientato in Brasile dove giocò anche con Edson Arantes do Nascimento – il grande Pelé – nel Santos, prima di terminare la sua carriera in Canada.
Gian Antonio VasinoGiornalista
Ansa
(5 novembre 1936 – 8 maggio 2025) Dopo i primi passi nei quotidiani locali, fu Paolo Valenti a volerlo nel team di “90º minuto”, con cui raggiunse la notorietà. Dal 1990 al 1995 si dedicò alla trasmissione di Rai 3 “A tutta B”, dedicata alla serie B, in onda il lunedì pomeriggio. Una curiosità? Per l’emittente ligure “Telenord” realizzò un grande servizio: arruolò Tarcisio Bertone, allora arcivescovo di Genova e poi Segretario di Stato vaticano durante il pontificato di Benedetto XVI, come telecronista per Sampdoria-Juventus (11 gennaio 2004) e per Genoa-Torino. Lavorò anchye per il Tg2 dove ideò “Come noi”, una delle prime trasmissioni dedicate al tema della disabilità.
Koyo KouohCuratrice
Ansa
(24 dicembre 1967 – 10 maggio 2025) «La Biennale di Venezia apprende con sgomento la notizia della improvvisa e prematura scomparsa di Koyo Kouoh, curatrice della Biennale Arte 2026», si legge nella nota con cui l’ente annuncia la morte della critica, la prima curatrice di origini africane della celebre istituzione culturale internazionale. Nata a Douala, in Camerun, era cresciuta in Svizzera e si era trasferita negli anni Novanta a Dakar, in Senegal, fondando l’istituzione artistica “Raw Material Company”. Nel 2017 era stata la responsabile del Padiglione svizzero intitolato “Ataraxia” alla Biennale.
Jose Pepe MujicaPolitico
Epa«La mia idea di felicità è soprattutto anticonsumistica. Hanno voluto convincerci che le cose non durano e ci spingono a cambiare ogni cosa il prima possibile. Sembra che siamo nati solo per consumare e, se non possiamo più farlo, soffriamo la povertà. Ma nella vita è più importante il tempo che possiamo dedicare a ciò che ci piace, ai nostri affetti e alla nostra libertà. E non quello in cui siamo costretti a guadagnare sempre di più per consumare sempre di più. Non faccio nessuna apologia della povertà, ma soltanto della sobrietà».
(20 maggio 1935 – 13 maggio 2025) Ex guerrigliero di origini contadine, negli anni ’60 era stato tra i fondatori dei “Tupamaros” e imprigionato e torturato all’epoca della dittatura (1973-1985). «Il presidente più povero del mondo», come era chiamato, aveva devoluto quasi tutti i guadagni da capo dello stato a un programma di edilizia popolare. All’inizio dell’anno aveva confessato che il cancro all’esofago che gli era stati diagnosticato nel 2024 si era, ormai, diffuso a tutto il corpo, rendendo inefficaci le cure a cui si era sottoposto: «Anche il guerriero ha diritto al suo riposo», aveva dichiarato. Tra i suoi discorsi più celebri quello pronunciato nel 2013 all’assemblea generale dell’Onu per denunciareil saccheggio delle risorse della Terra e il «dio mercato». Da presidente aveva rifiutato di abbandonare la fattoria alla periferia di Montevideo dove viveva con la moglie Lucía Topolansky, e si era battuto anche per la legalizzazione di marijuana, aborto e matrimonio omosessuale.
Sebastiao SalgadoFotografo
LaPresse«La fotografia è molto più che scattare immagini – è un modo di vivere. Quello che senti, ciò che vuoi esprimere, costituisce la tua ideologia e la tua etica. È un linguaggio che ti permette di viaggiare sull’onda della Storia» (da un’intervista al “Photography Show di Canon”, tenutosi a Birmingham nel 2017).
(8 febbraio 1944 – 23 maggio 2025) Un fotografo umanista, che ha saputo mostrare come regalare bellezza sia un atto di ribellione e rivoluzione contro le ingiustizie, con immagini senza tempo e universali. Un fotografo dallo sguardo raro e necessario, che ha dedicato la vita all’impegno per il ripristino ambientale come il più grande atto di amore che possiamo fare verso l’umanità. Laureato in Economia e Statistica, lavorando per l’Organizzazione Mondiale del Caffè è arrivato scoprire la sua vera vocazione per la fotografia. Ha accompagnato gli appassionati e non solo con i suoi reportage – tra migrazioni, luoghi incontaminati, povertà, abusi sul lavoro – alla scoperta di una verità che non ha bisogno del colore per essere mostrata. Accusato di essere un «esteta della miseria» e di voler rendere «spettacolare il dolore», ha costretto tanti a non chiudere gli occhi, documentando realtà estreme e marginali, armonie e disarmonie del mondo, che non avrebbero trovato spazio sui media tradizionali: «Quello che voglio – diceva – è che il mondo ricordi i problemi e le persone che fotografo. Non voglio che la gente le guardi apprezzando soltanto la luce o la gamma di tonalità. Voglio che guardino dentro e capiscano cosa le foto rappresentano, e chi sono le persone che fotografo». Un visionario che non ha mai smesso di guardare in faccia i dolori e le speranze degli uomini, che per lui erano «Il sale della Terra» (il film del 2014 diretto da Wim Wenders e da Juliano Ribeiro Salgado – il figlio – che ripercorre la sua vita e le sue opere) e non dovevano mai perdere la propria dignità quando venivano immortalati.
Etienne-Emile BaulieuBiochimico
Afp
(12 dicembre 1926 – 30 maggio 2025) Con la scoperta della “Ru486”, la pillola abortiva sviluppata nel 1982, ha trasfprmato la vita di milioni di donne, offrendo un’alternativa all’intervento chirurgico per l’interruzione volontaria di gravidanza. Baulieu, però si distinse anche per le sue ricerche sulla Dhea, un ormone con effetti contro l’invecchiamento. Ha anche sviluppato un trattamento innovativo contro la depressione, in fase di sperimentazione clinica in diversi ospedali. «La sua ricerca è stata guidata dal suo impegno per il progresso reso possibile dalla scienza, dal suo impegno per la libertà delle donne e dal suo desiderio di consentire a tutti di vivere una vita migliore e più lunga», ha ricordato la moglie, Simone Harari Baulieu.
Ernesto PellegriniImprenditore
Rcs Quotidiani
(14 dicembre 1940 – 31 maggio 2025) I tifosi lo ricordano come lo storico presidente dell’Inter Campione d’Italia della stagione 1988/89. «Ci ha lasciato il presidente Pellegrini. Per undici anni ha guidato l’Inter con saggezza, onore e determinazione, lasciando una impronta indelebile nella storia del nostro club. FC Internazionale Milano e tutto il popolo nerazzurro si stringono attorno ai suoi familiari», si legge sui social della società nerazzurra.«Proprio il giorno di un evento speciale della tua Inter Ernesto te ne sei voluto andare. Gli hai voluto tanto bene», ha aggiunto Aldo Serena, ricordando l’imprenditore milanese si è spento nella sua casa per un’infezione polmonare, la mattina della finale di Champions League con il Psg (poi persa 5.0). Presidente del club dal 1984 al 1995, sotto la sua presidenza l’Inter ha conquistato lo scudetto dei record nel 1989 (58 punti in 34 partite, quando la vittoria ne assegnava 2), una Supercoppa italiana e due Coppe Uefa. Soprannominato il “re delle mense”, fondò nel 1965 – da umili origini – il “Gruppo Pellegrini”, leader nella ristorazione collettiva e nei buoni pasto, impegnato anche nel sociale attraverso il ristorante “Ruben”, nato nel 2014 per aiutare le persone bisognose con pasti caldi.
Edmund WhiteScrittore
Ap«Scrivo di sesso. È un tema comico, non pornografico. Sono famoso per essere un autore gay che scrive di gay. Mi piace raccontare il sesso, è rivelatore»
(13 gennaio 1940 – 3 giugno 2025) «Un giovane americano», «La bella stanza è vuota», «La sinfonia degli addii» e «L’uomo sposato» sono i titoli della tetralogia che contengono la sua vita. Considerato il cantore della cultura gay perché i personaggi dei suoi romanzi sono in prevalenza omosessuali, White fu oltre che romanziere, critico letterario e culturale. Non fece mai mistero della sua sieropositività e ne parlò apertamente quando l’Hiv era ancora uno stigma. Nacque a Cincinnati nel 1940, crebbe nel Michigan ed esordì come scrittore nel 1973, dopo essersi stabilito a New York. Visse per anni in Francia: grande cultore della letteratura francese, curò le biografie di Marcel Proust, Arthur Rimbaud e Jean Genet per la quale vince un Pulitzer
Frederick ForsythScrittore
Afp
(25 agosto 1938 – 9 giugno 2025) L’autore de “Il giorno dello sciacallo”, “Il pugno di Dio”, “L’afghano”, “La lista degli assassini”, “Dossier Odessa” e di altri romanzi thriller di successo, è morto dopo una breve malattia, circondato dai suoi affetti. familiari. Aveva servito come pilota della Royal Air Force prima di diventare corrispondente estero e romanziere. A dare la notizia ai media del Regno Unito è stato il suo agente letterario Jonathan Lloyd: «Piangiamo uno dei più grandi scrittori di thriller del mondo».
Sly StoneMusicista
Wikipedia «We’ve got to live together!» («Dobbiamo vivere insieme!»).
(15 marzo 1943 – 9 giugno 2025) Sylvester Stewart, universalmente noto come “Sly Stone” e come frontman dello storico gruppo funk/soul “Sly and the Family Stone”, è morto a seguito di una grave malattia polmonare. Ha fatto la storia della musica negli anni ’60 e ’70 con album come “A Whole New Thing” (1967), “Dance To The Music” (1968), “Life” (1968), “Stand” (1969) e, soprattutto, l’altamente politico “There’s A Riot Going On” (1971). Leggendarie sono anche le sue apparizioni al Festival di Woodstock del 17 agosto 1969 e al Festival culturale di Harlem (la “Woodstock nera”), ha avuto un ruolo importante nella battaglia per i diritti civili delle persone afroamericane, in un periodo di grandi tensioni razziali negli Stati Uniti.
Brian WilsonCantautore
Ap
(20 giugno 1942 – 11 giugno 2025) «Ho ripensato a tutti gli anni in cui l’ho ascoltato e ho ammirato il suo genio», ha scritto Bob Dylan. «Una delle emozioni più grandi è stata cantare “California Girls” con lui», sono le parole di Nancy Sinatra. Sono solo due dei tanti messaggi per ricordare il leggendario co-fondatore e principale compositore dei Beach Boys, morto a 82 anni, come annunciato dalla sua famiglia sui social media. Wilson soffriva di demenza dal 2024, aggravata dalla perdita della moglie Melinda Ledbetter, ma la causa del decesso non è stata resa nota. Tra i suoi successi più noti “I Get Around”, “Help Me”, “Rhonda” e “Good Vibrations”.
Violeta Barrios Torres de ChamorroPolitica
Getty Images«Non c’è sovranità senza libertà. Non c’è giustizia senza libertà. Non ci può nemmeno essere il Nicaragua senza libertà perché l’anima e la ragione d’essere Nicaragua è la libertà» (dal discorso di insediamento, pronunciato il 25 aprile 1990).
(18 ottobre 1929 – 14 giugno 2025) Ha segnato la storia del suo Paese, battendo alle elezioni Daniel Ortega e diventando la prima donna eletta Presidente del Nicaragua e del Centro America il 25 aprile 1990. Doña Violeta, conosciuta anche come la “presidente della pace”, aveva portato la pace nel Paese dopo anni di guerra civile. L’omicidio di suo marito, il giornalista e direttore di “La Prensa”, Pedro Joaquín Chamorro Cardenal, nel 1978, scatenò un’ondata di proteste a Managua, accelerando la caduta della dittatura di Anastasio Somoza. è morta in esilio a San José, in Costa Rica. Era in esilio in Costa Rica dal 2023, insieme alla sua famiglia, dopo anni di crescenti persecuzioni politiche.
Arnaldo PomodoroScultore
Ansa«L’arte è un labirinto».
(23 giugno 1926 – 22 giugno 2025) È morto alla vigilia del 99esimo compleanno il grande scultore conosciuto in tutto il mondo per le sue iconiche (e monumentali) sfere di bronzo, esposte in diversi luoghi simbolo: dal Cortile della Pigna nei Musei Vaticani alla sede delle Nazioni Unite a New York, passando per il lungomare di Pesaro. Fratello maggiore di Giò, inizialmente aveva lavorato come geometra e poi come orafo, fino a quando nel 1954 – trasferitosi a Milano – abbracciò la scultura. Con Lucio Fontana e altri artisti aveva fondato il gruppo “Continuità”. Nel 1995 aveva fondato a Milano la “Fondazione Arnaldo Pomodoro”, uno spazio aperto all’arte contemporanea, alla rilettura critica del Novecento e alla promozione della creatività dei giovani, nei cui sotterranei nel 2011 aveva anche costruito il “Labirinto”, ispirato all’Epopea di Gilgamesh: «L’artista è parte di un tessuto di cultura, il suo contributo attivo non può venire mai meno ed è per questo che ho concepito la mia Fondazione come un luogo attivo e vivo di elaborazione culturale, oltre che come centro di documentazione della mia opera, capace di fare proposte originali e non solo di conservare passivamente. Ma il meglio deve ancora venire: questo è stato solo un inizio e nelle mie intenzioni il progetto – rivolto ai giovani e al futuro – si deve radicare, fare della continuità un elemento ineludibile», diceva.
Alvaro VitaliAttore
Ansa
(3 febbraio 1950 – 24 giugno 2025) «Facevo l’elettricista, Fellini mi ha cambiato la vita» raccontava nelle interviste Alvaro Vitali. Conosciuto dai più per i ruoli nei film della commedia sexy italiana (il ruolo di Pierino gli era rimasto cucito addosso). Aveva iniziato al cinema nel 1969 con «Fellini Satyricon», poi lo stesso Fellini lo richiamò per «I clown», un documentario televisivo sul mondo del circo in cui era un fonico e un prete degli anni Trenta. Ancora Fellini nel 1972: il film è «Roma» (Vitali è un ballerino di tip tap ). La pellicola venne presentata fuori concorso al 25º Festival di Cannes. Nello stesso anno recita in « Che? » di Roman Polański. Poi ancora Risi, «Polvere di stelle», interpretato e diretto da Alberto Sordi e «Amarcord» di Fellini. Alla fine degli anni ’70 i film della commedia all’italiana con Edwige Fenech. Nel 1981 il ruolo di Pierino nel film «Pierino contro tutti» diretto da Marino Girolami. Il primo di una lunga serie. La sua carriera ha alti e bassi: era lontano dalle scene dal 2000
Lea MassariAttrice
Rai
(30 giugno 1933 – 23 giugno 2025) Nata Anna Maria Massatani, scelse il suo nome d’arte in memoria del fidanzato “Leo”, perduto in un tragico incidente pochi giorni prima del matrimonio. Diva discreta, lavorò per grandi registi come Mario Monicelli, Sergio Leone, Michelangelo Antonioni e Dino Risi e legò il suo volto anche ad alcuni sceneggiati in bianco e nero della Rai. In Francia recitò accanto a Jean Paul Belmondo, Yves Montand, Jean Louis Trintignant e Michel Piccoli. VInse un David di Donatello come migliore attrice per “Una vita difficile” di Dino Risi e in “I sogni muoiono all’alba”, entrambi apparsi nel 1961, e due volte il Nastro d’Argento come migliore attrice non protagonista per “La prima notte di quiete” (1972) di Valerio Zurlini e “Cristo si è fermato a Eboli” (1979) di Francesco Rosi. In teatro ebbe grande successo con “Rugantino” (1962) di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, che le affidarono il ruolo di Rosetta accanto a Nino Manfredi, Aldo Fabrizi e Bice Valori.
Clark Oderth OlofssonCriminale
Ap
(1 febbraio 1947 – 24 giugno 2025) Addio al criminale che iispirò la cosiddetta “sindrome di Stoccolma”. Durante una rapina avvenuta in una banca della capitale svedese, il 23 agosto del 1973, dopo essere evaso, aveva fatto irruzione nella filiale della “Kreditbanken” di Norrmalmstorg e sequestrò – per sei giorni – tre donne e un uomo. Gli ostaggi iniziarono a simpatizzare per lui e il suo complice, diventando sempre più ostili nei confronti della polizia all’esterno che, alla fine, fece irruzione con i gas lacrimogeni e liberò tutti (nella foto, Olofsson ripreso nell’angolo a destra). Non ci furono vittime ma, al processo, gli ostaggi si rifiutarono di testimoniare contro i sequestratori. Fu il criminologo svedese Nils Bejerot a coniare il termine, cercando di spiegare il meccanismo psicologico nascosto dietro il trauma. Negli anni Olofsson venne condannato per vari reati, dalla rapina al traffico di sostanze stupefacenti e trascorse gran parte della sua vita in carcere, fino al rilascio nel 2018. La sua storia è stata raccontata anche nel 2022 da Netflix nella serie “Clark”.
Diogo JotaCalciatore
Epa
(4 dicembre 1996 – 3 luglio 2025) Lutto in casa del Liverpool. Il calciatore portoghese Diogo José Teixeira da Silva, meglio noto come Diogo Jota, è rimasto vittima di un incidente stradale in Spagna, nei pressi della regione di Sanabria. Il veicolo su cui viaggiava il 28enne, insieme al fratello André, calciatore professionista di 26, è uscito di strada, provocando un incendio. Anche il fratello ha perso la vita. Jota si era sposato da meno di due settimane, a giugno, con la Rute Cardoso. Una morte che ha sconvolto non solo l’intero mondo del calcio. Il Liverpool ha deciso in seguito alla sua scomparsa di ritirare la maglia che indossava, la numero 20.
Michael MadsenAttore
Afp
(25 settembre 1957 –3 luglio 2025) –Tarantino lo volle nei suoi film cult«Le Iene», «Kill Bill – Volume 2» ma anche per «The Hateful Eight» e «C’era una volta…a Hollywood». Michael Madsen è stato trovato morto in casa. Una carriera durata 40 anni, la sua: aveva incrociato anche Oliver Stone e Ridley Scott («Thelma e Louise»). Negli ultimi anni si era dedicato al cinema indipendente
Julian McMahonAttore
Eagle Pictures
(27 luglio 1968 – 2 luglio 2025) Si è spento a 56 anni l’attore australiano, indimenticabile nei panni del chirurgo Christian Troy in “Nip/Tuck”, in quelli del Dottor Destino dei “Fantastici 4”, e nelle vesti di Cole Turner nella serie “Streghe”. Figlio dell’ex primo ministro Billy McMahon, era malato da tempo: «Con il cuore aperto, desidero condividere con il mondo che il mio amato marito, Julian McMahon, è morto serenamente questa settimana dopo un coraggioso tentativo di sconfiggere il cancro. Julian amava la vita. Amava la sua famiglia. Amava i suoi amici. Amava il suo lavoro e amava i suoi fan. Il suo desiderio più profondo era portare gioia in quante più vite possibile. Siamo grati per i ricordi che ci lascia», ha scritto la moglie Kelly Paniagua parlando a “Deadline” (nella foto, l’attore in “Premonition”, film del 2007 diretto da Mennan Yapo con Sandra Bullock).
Goffredo FofiSaggista e critico
Ansa«Io sono arrivato a fare una specie di decalogo in quattro punti: resistere, studiare, fare rete e l’ultima cosa è rompere i coglioni. Si è tentati di raccontarsi delle favole: probabilmente il gioco è già giocato e quindi abbiamo perduto» (da un’intervista registrata a Genova nel maggio del 2014 sulle quattro regole per combattere la disillusione)
(15 aprile 1937 – 11 luglio 2025) Scrittore, critico cinematografico, intellettuale noto per l’impegno in diverse battaglie civili, era nato a Gubbio. Da giovane aveva fatto il maestro elementare, prima di trasferirsi a Palermo per collaborare con Danilo Dolci, sociologo e attivista della nonviolenza italiano. Animatore di riviste come “Quaderni piacentini” e “Ombre rosse”,negli anni aveva fondato “Linea d’ombra”, “La terra vista dalla luna” e “Lo straniero”, che diresse tra il 1997 e il 2016. L’ultimo lavoro, “Ciò che era giusto. Eredità e memoria di Alexander Langer”, è una preziosa raccolta di scritti del politico e intellettuale italiano, tra i promotori del movimento politico verde italiano ed europeo, morto suicida a Firenze nel 1995.
Edoardo BoncinelliGenetista e saggista
Ansa«L’Italia, la patria di Galileo, destina le briciole del suo bilancio alla ricerca scientifica. La scienza apre le porte della conoscenza agli uomini e li rende liberi. Non è la scienza a spaventare. Ma un esercito di uomini liberi, dotati di senso critico e capacità di ragionamento – forse – può spaventare qualcuno» (da un’intervista su 2Datamanager”, 2013)
(18 maggio 1941 – 20 luglio 2025) Addio allo scienziato che scoprì nel 1985 i «geni architetto» che regolano il corretto sviluppo dell’organismo umano. Una delle scoperte più importanti per la biologia del Novecento. La sua opera “L’anima della tecnica” (2006) ha vinto il premio letterario Merck Serono, dedicato a saggi e romanzi che rendono la cultura scientifica accessibile. Nel 2011 il Corriere della Sera, in occasione del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, ha incluso le sue scoperte tra le dieci, prodotte da ricercatori italiani, da ricordare nella storia d’Italia. Nato in Grecia, si era laureato in fisica all’università di Firenze, con una tesi sperimentale di elettronica quantistica. Ha insegnato sia presso le facoltà di scienze e di medicina e chirurgia dell’Università di Napoli “Federico II”, sia presso la facoltà di filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Celeste PinCalciatore
Wikipedia
(25 aprile 1961 – 22 luglio 2025) Una morte misteriosa quella dell’ex difensore della Fiorentina (per 9 stagioni), trovato senza vita nella sua abitazione sulle colline fiorentine. Inizialmente archiviata come suicidio (asfissia con un lenzuolo), la sua scomparsa avvenuta in circostanze non nchiarite – grazie alla moglie e alla famiglia – ha portato la Procura ad aprire un’indagine per omicidio colposo. Pin, che dal 2014 era dirigente del Club Sportivo Firenze, è stato una bandiera della Viola, con cui disputò anche la finale della Coppa Uefa della stagione 1989-1990, persa contro la Juventus. Aveva esordito tra i professionisti con il Perugia e chiuso al Siena lka sua carriera. All’attivo anche 12 presenze con l’Under 21 e un bronzo all’Europeo 1984 di categoria.
Ozzy OsburneCantante
Afp«Se non avessi fatto il cantante, avrei fatto il ladro. Di sicuro non avrei fatto l’operaio come mio padre»
(3 dicembre 1948 – 22 luglio 2025) Se ne è andato 17 giorni dopo la sua ultima esibizione sul palco di Birmingham, provato dal parkison . Ozzy Osbourne (che scelse il suo nome in ricordo di quando, bambino balbuziente, faticava a pronunciare il suo cognome) è stato uno dei padri dell’heavy metal. Nel 1968 l’incontro con Tony Iommi, il rivale nelle risse di scuola, diventato compagno di band nei «Black Sabbath». Sono gli anni degli album «Paranoid», «Master of Reality» e «Sabbath Bloody Sabbath», anni di eccessi conditi da leggenda (la testa di un pipistrello presa a morsi). Leggenda o meno, l’abuso di alcol e droghe era reale. Tanto che alla fine Osbourne viene allontanato dal gruppo e si rinchiude mesi in una camera d’albergo in preda alle sue dipendenze e ossessioni. A salvarlo Sharon Arden, la figlia del manager dei Sabbath che lo aiuta a disintossicarsi, lo sposa e ne cura gli affari instradandolo verso la carriera solista (che frutta milioni di dischi venduti). Sempre di Sharon è l’idea della sitcom, gli «Osbournes» in cui il vecchio rocker ormai ritiratosi si mostra nella quotidianità, tra famiglia, conti e incombenze di tutti i giorni. Per il principe delle tenebre e re del rock si è anche ipotizzato il ricorso all’eutanasia smentito dalla famiglia che ha reso noto il certificato del medico legale che riporta come causa della morte un infarto acuto
Hulk HoganWrestler
Ansa«Non mi è rimasta nemmeno una parte del corpo originale».
(11 agosto 1953 – 24 luglio 2025) Vero nome Terry Gene Bollea, nato in Georgia, Hogan è stato una vera e propria leggenda del wrestling e senza dubbio il wrestler più famoso di sempre. Iniziò quasi per caso, notato da un impresario in palestra. Leggenda narra che i primi allenamenti con il maestro giapponese Matsuda gli costarono una gamba rotta. Il primo incontro nel 1977, da lì in poi una carriera fatta di grande notorietà, molti titoli vinti, qualche ruolo al cinema (negli anni ’80 recita con Sylvester Stallone nel film «Rocky III»), programmi e una serie televisiva. Il suo personaggio si affermò nel 1984 quando batté The Iron Sheik al Madison Square Garden. Quel giorno, secondo gli appassionati, nacque ufficialmente la «Hulkamania». Baffi biondi, alto 2 metri (per 145 kg ) Hogan saliva sul ring con i pantaloncini gialli, strappava la maglietta sulle note di «Real American». Nel 2015 Hogan viene licenziato dalla World Wrestling Entertainment (che organizza incontri e produce show di wrestling) per alcuni commenti razzisti pronunciati durante una conversazione registrata di nascosto. Hogan si è scusato pubblicamente in una intervista alla Abc. Molti gli interventi chirurgici a cui è stato sottoposto: alla schiena, alle ginocchia, alle anche. Nel 2024 è stato invitato Convention Nazionale Repubblicana: durante la sua partecipazione, una delle sue ultime apparizioni pubbliche, ha definito Trump «l’uomo del popolo»
Raffaele FioreBrigatista
Agi
(7 febbraio 1954 – 28 luglio 2025) Terrorista della colonna torinese delle Br, condannato all’ergastolo, mai pentito. Raffaele Fiore, ex operaio della Breda di Sesto San Giovanni, ha partecipato all’uccisione mortale del vicedirettore della Stampa Casalegno nel 1977 (secondo la ricostruzione processuale fu lui a sparare i 4 colpi alla testa) e, pochi mesi dopo, il 16 marzo del 1978 è nel commando che rapisce Aldo Moro, uccidendo gli uomini della scorta. Arrestato nel 1979 in un bar a Torino, sconta 18 anni di prigione. Poi la libertà condizionata (decisione che suscita polemiche) e il lavoro per una cooperativa sociale. Mai dissociatosi dalla lotta armata era dal 1997 in libertà condizionale. Nel libro intervista scritto da Aldo Grandi viene definito «L’ultimo brigatista»
Adriana AstiAttrice, doppiatrice
Ansa
(30 aprile 1931 –31 luglio)Strehler, Visconti, Bertolucci, Ronconi, Pasolini, Bolognini, Ferrara, Giordana: una carriera lunghissima e con i più grandi quella di Adriana Asti, nata Adelaide Aste. Il debutto in teatro nel 1951 con lo Stabile di Bolzano, ma presto fonda una sua compagnia con la quale interpreta Pirandello, Bernard Shaw, Beckett, Goldoni. Cesare Musatti, il padre della psicanalisi italiana, scrisse per lei «Tre uomini per Amalia». Tanti premi vinti, tra cui il Duse nel 1993).Doppiatrice, tra le altre, di Lea Massari e di Claudia Cardinale, è stata volto anche di film per la tv. Tra gli ultimi film «La meglio Gioventù» di Marco Tullio Giordana, che le aveva affidato il ruolo della madre dei protagonisti, i fratelli interpretati da Luigi Lo Cascio e Alessio Boni. Morta a 94 anni, il suo nome è stato iscritto nel famedio del cimitero monumentale di Milano
Eddie PalmieriPianista e compositore
Wikipedia
(15 dicembre 1936 – 6 agosto 2025) Il mondo della musica piange, dopo una lunga malattia, il pianista, pioniere della rumba e del latin Jazz. Il primo artista latino a vincere nel 1975 un Grammy Awards: dieci in totale quelli ottenuti in carriera. Nel 1961 aveva fondato con il trombonista Barry Rogers e il cantante Ismael Quintana i “La Perfecta”. Tra i suoi brani più celebri “Azúcar Pa’ Ti” (1965) e “Vámonos pa’l monte” (1971). Aveva partecipato e anche scritto della musica per l’ultimo film di Spike Lee, “Highest 2 Lowest”.
Gianni Berengo GardinFotografo
Ansa«Io, come dico sempre, non sono un artista, non voglio passare per artista, non ci tengo a essere considerato un artista, ma uno che documenta, che testimonia la nostra vita di tutti i giorni».
(10 ottobre 1930 – 6 agosto 2025) Dallo scatto dell’automobile che guarda il mare in Scozia alle grandi navi nella Laguna di Venezia, passando per gli scatti che ritraggono mestieri ormai scomparsi e il reportage sui manicomi (collaborando con Franco Basaglia e il movimento culminato nella Legge 180 del 1978). Se ne è andato uno dei più grandi maestri della fotografia italiana del Novecento, celebre per il suo impegno sociale e documentaristico e per la sua “devozione” al bianco e nero che rivelava l’anima più profonda dei soggetti e della realtà: «Il colore distrae. Un cielo azzurro brillante sistema molte cose. (…) Il bianco e nero dà quello scarto rispetto alla visione naturale che ti costringe a guardare meglio», diceva, ricordando la lezione di quelli che considerava i suoi maestri, da Dorothea Lange a Eugene Smith e Cartier-Bresson. Lui che non si separava mai dalla sua Leica, riteneva che l’impegno del fotografo dovessere essere «civile, non estetico» e che Photoshop andasse «abolito per legge nel reportage». Due grandi lezioni che ci lascia in eredità.
Jim LovellAstronauta
Wikipedia«Aspettati l’inaspettato. Se stai seduto lì, stupido e felice, è esattamente quando qualcosa andrà storto».
(25 marzo 1928 – 7 agosto 2025) «Houston, abbiamo un problema»: quasi sicuramente non usò queste esatte parole per lanciare il drammatico sos dallo spazio mentre, nel 1970, era al comando dell’apollo 13: dopo l’esplosione del serbatoio dell’ossigeno durante il viaggio verso la Luna, Jim Lovell non poté proseguire la missione ma riuscì comunque a riportare l’equipaggio a terra, sano e salvo. Gli astronauti si salvarono trascorrendo quattro giorni al freddo nell’angusto modulo lunare usato come scialuppa di salvataggio (invece che per l’allunaggio a quel punto impossibile). Il film del 1995 «Apollo 13”, ha ricostruito la storia e ha raccontato cosa successe a Lovell, Fred Haise e Jack Swigert . Lovell (interpretato dall’attore Tom Hanks) nel film pronuncia la frase poi passata alla storia: «Houston, abbiamo un problema». Soprannominato «Smilin» Jim dai suoi colleghi astronauti, Lovell ha volato a bordo delle missioni Gemini 7, Gemini 12, Apollo 8 (uscendo per la prima volta dall’orbita terrestre e volando verso la Luna segnando così il sorpasso della Nasa sull’Unione Sovietica). Fu il primo essere umano a volare nello spazio quattro volte. È morto a 97 anni. La Nasa lo ha ricordato così: «La sua vita e il suo lavoro hanno ispirato milioni di persone nel corso dei decenni. Il carattere e il coraggio incrollabile di Jim hanno aiutato la nostra nazione a raggiungere la Luna e hanno trasformato una potenziale tragedia in un successo dal quale abbiamo imparato moltissimo. Piangiamo la sua scomparsa, ma allo stesso tempo celebriamo i suoi successi»
Ludovico Peregriniautore e personaggio tv
Rai
(27 giugno 1943 – 9 agosto 2025) È stato lo storico «Signor No» di «Rischiatutto» con Mike Bongiorno, quiz degli anni ’70 in cui nelle vesti dell’inflessibile giudice faceva rispettare in modo rigoroso ma con garbo le regole del gioco. Non era laureato in legge e non era un notaio (aveva studiato lettere) ed è stato autore di famosi programmi tv: «Scommettiamo? », «Flash», «Telemike», «Tutti x uno», «Allegria! », «Genius» e «Il migliore». Il sodalizio artistico e l’amicizia con Mike sono durate 40 anni. Fabio Fazio lo volle nella nuova edizione del «Rischiatutto» nel 2016, dove tornò nei panni del giudice. Anche autore musicale, ha scritto Mino Reitano, Toto Cutugno e Mina. «È rimasto fino all’ultimo pieno di curiosità, leggerezza e disponibilità a tutto e a tutti. La sua più grande gioia, oltre alla famiglia, è di aver potuto con i suoi programmi tenere compagnia a tanta gente» ha scritto la famiglia annunciandone la morte
Pippo BaudoConduttore e personaggio tv
Ansa
(7 giugno 1936 – 16 agosto) Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo per tutti Pippo: il suo nome è legato alla storia della tv italiana, alla cultura nazionalpopolare e all’intrattenimento nel nostro paese. Laureato in giurisprudenza (ma solo perché il padre avvocato lo spinse a farlo) muove i primi passi nel mondo dello spettacolo con le compagnie di prosa e come presentatore di manifestazioni regionali e concorsi ma anche come pianista e cantante. Proprio con l’orchestra «Moonlight» nel 1959 esordì in televisione nel varietà «La conchiglia d’oro», condotto da Enzo Tortora.. L’anno successivo l’ingresso in Rai come conduttore televisivo nel programma «Guida degli emigranti». Qualche anno dopo condusse «Eccetera, eccetera», insieme a Gino Bramieri e Marisa Del Frate e partecipò alla trasmissione «Sabato sera», condotta da Mina, ( con la partecipazione di Corrado, Mike Bongiorno ed Enzo Tortora). Nel 1968 la conduzione del primo Festival di Sanremo, poi qualche anno dopo «Canzonissima», le commedie musicali, la radio, i quiz, i primi programmi a colori. Nel 1975 ha scritto per Bruno Lauzi la canzone «La tartaruga». Nel 1979 gli viene affidato il varietà del sabato sera «Luna Park», in cui debutta Heather Parisi. Negli anni ’80 conduce «Domenica In» e con la nascita delle tv private collabora con Canale 5 e Rete 4 ma gli viene affidato il Festival di Sanremo sulla Rai. Tranne la parentesi in Mediaset, però, il suo nome è legato a doppio filo alla tv di stato. Una carriera lunga 60 anni come presentatore, conduttore, autore, scopritore di talenti nei grandi programmi: «Canzonissima», «Domenica In», «Fantastico», «Luna Park». Firmate Baudo 13 edizioni di Sanremo (di alcune è stato oltre che conduttore anche direttore artistico). Tanti i nomi che ha contribuito a lanciare e scoprire (celebre la battuta: « L’ho inventato io!» attribuita parodisticamente a Baudo): Lorella Cuccarini, Al Bano, Barbara D’Urso, Loretta Goggi, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Andrea Bocelli, Giorgia, Irene Grandi, Michelle Hunziker, Gigi D’Alessio, Anna Tatangelo, Fabrizio Moro e Bianca Guaccero. Morto a Roma a 89 anni, i suoi funerali si sono celebrati a Militello in Sicilia dove era nato. Alla sua morte si è scatenata una battaglia per l’eredità del suo patrimonio tra i figli e la storica segretaria Dina Menna che lo ha assistito negli ultimi giorni di vita
Terence StampAttore
Ansa«Ho sempre desiderato una lunga carriera più di ogni altra cosa».
( 22 luglio 1938 – 17 agosto 2025) Se non ci fosse stato Sean Connery avrebbe potuto interpretare James Bond. Nato a Londra da famiglia modesta, frequentò una scuola di recitazione grazie a una borsa di studio. Durante gli anni della gavetta fu coinquilino di Michael Caine. Il suo primo ruolo importante sul grande schermo fu nel 1962 in «Billy Budd»: per quel film fu nominato agli Oscar come miglior attore non protagonista. Antonioni lo sostituì con David Hemmings in «Blow-Up». Ha recitato con Monica Vitti in «Modesty Blaise», diretto da Joseph Losey. Volto magnetico dallo sguardo penetrante, ha lavorato con Peter Ustinov e William Wyler. Nel 1968 fu scelto da Federico Fellini per «Gli spiriti dei morti» tratto da Edgar Allan Poe, mentre Pier Paolo Pasolini lo volle in «Teorema». E’ stato il Generale Zod in «Superman» e «Superman II» (1980). Negli anni seguenti, ha lavorato in Pericolosamente insieme» (1986), nei panni di un losco mercante d’arte, ne «Il siciliano» di Cimino (1987) e in «Wall Street» di Oliver Stone(1987). Nel 1994 ha recitato nel film nel cult «Priscilla – La regina del deserto»: per la parte della transessuale Bernadette, è stato candidato al Golden Globe. Nel 1999 è stato protagonista del film di Steven Soderbergh «L’inglese», e ha interpretato Finis Valorum in «Star Wars – Episodio I – La minaccia fantasma». Tra gli ultimi ruoli, quello del gerarca nazista in «Operazione Valchiria» (2008)
Jerry AdlerAttore e produttore teatrale
Ap
(4 febbraio 1929 – 23 agosto 2025) Noto ai più per aver interpretato «Hesh» nella serie «I Soprano», nato a Brooklyn in una famiglia ebrea, aveva iniziato la carriera nel 1951: fino ai 60 anni non era mai salito su un palcoscenico né era stato davanti alla macchina da presa. Piuttosto aveva lavorato come assistente direttore di scena e poi manager nelle produzioni più note di Broadway: «My Fair Lady» (1956) interpretato da Julie Andrews e Rex Harrison, e per molte altri spettacoli. Ha lavorato con Harold Pinter, Arthur Miller, Orson Welles, Marlene Dietrich, Katharine Hepburn. La sua prima apparizione in tv è del 1991: oltre a «I Soprano», Adler ha recitato in molte serie tv «Rescue Me», «The Good Wife», «Un medico tra gli orsi», «Innamorati pazzi, «Transparent», «Mad About You» e «Broad City». Nel 1993 Woody Allen lo volle per «Misterioso omicidio a Manhattan» (1993), Charlie Kaufman lo chiamò per «Synecdoche, New York» (2008), e J.C. Chandor in «1981: Indagine a New York» (2014)
Graham GreeneAttore
Wikipedia
( 22 giugno 1952 – 1 settembre 2025) L’attore canadese, nativo americano, candidato all’Oscar per il personaggio di «Uccello scalciante” in «Balla coi lupi» di Kevin Costner, era nato a Toronto. Dopo le prime scuole di teatro, ancora molto giovane, si trasferisce con la famiglia a New York e inizia a lavorare in fabbrica. Si avvicina al mondo dello spettacolo come tecnico del suono di alcuni gruppi musicali. Nel 1979 partecipa a un episodio della serie Tv «The great detective» e nel 1983 debutta sul grande schermo con «Running Brave». Nel 1984, recita in un film sulla Guerra d’indipendenza americana («Revolution») che ha per protagonista Al Pacino. Nel 1990 la mega produzione di «Balla coi Lupi» lo chiama per interpretare lo sciamano dei Lakota della tribù Sioux a cui si avvicina il protagonista del film (Costner). Negli anni ’90 altri film con Jodie Foster, Mel Gibson, Bruce Willis. Nel 1999 recita ne «Il miglio verde» con Tom Hanks. Nel 2005 è nel cast di «Transamerica» con Felicity Huffman. Tra i premi ricevuti quello, a Los Angeles, per la diffusione della cultura dei Nativi Americani e il riconoscimento come miglior attore al Tokyo International Film Festival per il suo ruolo in «Skins» del 2002. In Canada, paese natio, riceve tre nomination per il premio Gemini vincendolo nel 2004. Nel 2009 viene scelto per il ruolo di Harry Clearwater, uno degli anziani dei Quileute nel film sequel di« Twilight», «The Twilight Saga: New Moon». Nel 2013 partecipa al film «Atlantic Rim.
Emilio FedeGiornalista
Ansa
(24 giugno 1931 – 2 settembre 2025) Lo storico direttore del Tg4 per oltre 20 anni, aveva iniziato la carriera da giornalista prima sulla carta stampata, poi in Rai alla metà degli anni ’50: era stato inviato in Africa e direttore del Tg1 (realizzando la storica diretta no stop di 18 ore sull’incidente di Vermicino), per poi passare a Mediaset, prima come direttore delle Videonews dei canali privati di Silvio Berlusconi e poi, a partire dal 1991, come primo direttore di “Studio Aperto”, nel quale annunciò ad esempio l’inizio della Guerra del Golfo contro l’Iraq di Saddam Hussein. Per tutta la stagione del Berlusconismo, il suo telegiornale si distinguerà per una rivendicata parzialità, tra fuorionda e propaganda. Il rapporto con Mediaset si concluderà a causa di un’indagine, quella che lo vedeva indagato insieme ad altri per favoreggiamento alla prostituzione nel “caso Ruby” e lo portò a una condanna nel 2019, scontata agli arresti domiciliari per ragioni d’età.
Giorgio ArmaniStilista
Afp«Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia».
(11 luglio 1934 – 4 settembre) -Lo chiamavano Re Giorgio per il suo senso estetico indiscusso e per l’impero che aveva fondato partendo (dopo gli inizi alla Rinascente di Milano come vetrinista e poi da Cerruti) dalla «Giorgio Armani Spa fondata con Sergio Galeotti in corso Venezia: un punto di svolta del mondo della moda a partire dal linguaggio. «Io non sono né un couturier né un sarto ma mi sentito uno che crea uno stile, uno stilista», diceva. I successi arrivano subito: 3 anni dopo la fondazione della sua casa di moda, Armani veste Diane Keaton, Oscar per «Io e Annie». Due anni dopo (1980) disegna gli abiti di Richard Gere in «American Gigolo». Arrivano poi le linee Emporio Armani e Armani Jeans, nel frattempo conquista la copertina di Time, apre la prima boutique a Milano e consolida il suo successo internazionale: suo l’abito con cui Jodie Foster ritira lOscar per «Il silenzio degli innocenti» nel 1992. Armani è simbolo di alta moda ed eleganza nel mondo. Nel 1985 muore Galeotti, socio in affari e compagno di vita. Lo stilista diventa così anche imprenditore. Crea linee di borse, occhiali, beauty, profumi. E poi ancora gli hotel, le mostre, il Silos, l’alta moda Privé, i palazzi, le barche. «Ho cercato di riempire il grande vuoto lasciato da Sergio con l’irruenza tipica di un naif. Ho superato ostacoli, affrontato complicazioni, ho tentato di chiarirmi le idee, ho voluto scoprire i miei punti deboli» raccontava. Il bianco, il blu, il grigio-sabbia o greige, le giacche destrutturate, il tailler pantalone, gli abiti da sera con le scarpe basse, le donne in smoking. «L’eleganza è intelligenza e misura» diceva. Tantissimi i riconoscimenti, molto amato anche negli Usa, conteso dal cinema e dalla musica (suoi gli abiti dei tour di tante star, da Madonna a Lady Gaga, da Ramazzotti a Mengoni e Pausini). Ha fatto incursioni nel mondo dello sport acquistando la squadra di basket Olimpia Milano, nel mondo del food (Armani ristorante). Ha mantenuto sempre un rapporto privilegiato con Hollywood: a lui si sono affidate grandi star (Clooney e la moglie Amal Alamuddin, DiCaprio, De Niro, Hilary Swank, Alba Rohrwacher, Glenn Close e Cate Blanchett). Nel 2016 ha creato la Fondazione Armani per le iniziative culturali, sociali e di beneficenza. Lascia un patrimonio stimato da Forbes in 12 miliardi di euro e un gruppo che porta il suo nome che comprende 8700 dipendenti. Alla fondazione va il 100% della società. All’ultimo compagno Dell’Orco il 40% dei diritti di voto e l’usufrutto del palazzo milanese di via Borgonuovo. Armani ha disposto anche la vendita del 15% a Lmvh, Essilux o L’Oreal. Le ville vanno alla sorella e ai nipoti
Stefano BenniScrittore
Ansa«Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti».
(12 agosto 1947-9 settembre) Nato e morto a Bologna, Stefano Benni (soprannome Lupo) ha scritto romanzi molto amati e racconti: «Bar Sport» (il suo esordio nel 1976), «La Compagnia dei Celestini», «Comici spaventati guerrieri» o «Il bar sotto il mare». Veniva dalla satira politica («Linus», «il manifesto», «Cuore», «Tango»), era stato battutista per Beppe Grillo. Era giornalista, poeta, narratore, sceneggiatore, drammaturgo, autore tv. Il successo vero e proprio arriva nel 1992 con «La Compagnia dei Celestini». Gli scenari post apocalittici, il bar come luogo magico, mondi immaginari e la satira sociale, i giochi di parole, l’incursione parodistica nei generi letterari ne hanno fatto uno degli autori più originali degli ultimi anni. A lui si deve la scelta di Feltrinelli di portare in Italia i primi libri di Pennac
Paul BaccagliniEx inviato delle Iene, ex presidente del Palermo
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(Chicago, 31 gennaio 1984 – Segrate, 10 settembre 2025) Nato a Chicago e cresciuto a Pittsburgh era arrivato in Italia, a Padova, a 10 anni. Giocatore di basket (nel ruolo di guardia) approda alla radio e poi alla tv dopo la fine della carriera sportiva: prima Radio Padova, poi Rtl e infine la televisione (come inviato delle Iene) e MTV. Anche la carriera in tv si conclude dopo qualche anno e Baccaglini diventa trader e crea un suo fondo di investimento. Con due soci nel 2017 acquista il Palermo calcio e diventa presidente dei rosanero per qualche mese. Viene trovato senza vita in casa, a Segrate (Milano) dalla compagna
Gianni QuarantaScenografo
Ansa
(30 agosto 1943 – 14 settembre 2025) Regista, scenografo, costumista e designer formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, vinse il premio Oscar per “Camera con Vista” (1987) di James Ivory. Nello stesso anno si è aggiudicato anche il David di Donatello e il BAFTA Award per lo stesso film. Collaborò con registi di fama mondiale come Franco Zeffirelli, Luchino Visconti, Peter Hall, Bernardo Bertolucci e Ermanno Olmi. Una curiosità? Fu assessore alla Cultura del Comune di Spoleto tra il 2014 e il 2016 e collaborò con il “Festival dei Due Mondi”.
Matteo FranzosoSciatore
Ansa
(16 settembre 1999 – 15 settembre 2025) Il mondo dello sport piange la scomparsa dell’atleta della Nazionale di sci alpino, che ha perso la vita a causa di una brutta caduta durante un allenamento a La Parva, in Cile, in vista delle Olimpiadi. Originario di Genova, cresciuto sulle piste del Sestriere, aveva trionfato nel super-G di Coppa Europa ospitato da Zinal (in Svizzera) nel 2021 e ottenuto il titolo italiano di combinata alpina nel marzo del 2023 a La Thuile. Il super-G della Val Gardena di fine 2021 aveva segnato il suo debutto nel circuito di Coppa del Mondo.Il compagno di stanza Giovanni Franzoni lo ha ricordato così: «Sappi che d’ora in poi porterò la tua vitalità sempre con me e sarò sempre grato per le piccole cose quotidiane che ognuno di noi vive. Ogni mia curva sarà anche tua, scieremo insieme ogni gara e ogni allenamento portando avanti quel sogno che abbiamo sempre condiviso. C’è chi pensa che sia uno sport ingiusto e crudele, io penso che è stato ciò che ci ha fatto conoscere e diventare amici e questo per me è ciò che conta di più, i legami e i ricordi che ho di noi due».
Robert RedfordAttore e regista
Ap«Ho sempre apprezzato la diversità. Credo che la cultura americana sia fondata sulla diversità e per questo è ancora viva e stimolante. Sono cresciuto in quella che potremmo definire una parte sfortunata di Los Angeles, dove non c’era molto da fare se non vivere le differenze, andare in posti diversi e sentire storie diverse».
Robert Redford (18 agosto 1936 – 16 settembre) «Tutti gli uomini del presidente», «A piedi nudi nel parco», «I tre giorni del Condor» e «La mia Africa», «Corvo rosso non avrai il mio scalpo! », «Come eravamo», «La stangata», o «Il grande Gatsby» i suoi fillm più celebri. Negli anni ’70 impose un altro tipo di personaggio, lontano dalla mascolinità testosteronica e un po’ violenta di Bronson, McQueen, Eastwood: contribuì a sdoganare personaggi diversi, lui attore affascinante, democratico e attivista. L’infanzia difficile con la morte prematura della madre, la fuga in Europa, i problemi con l’alcol, poi l’incontro con Lola Van Wagenen e la decisione di studiare arte al Pratt Institute di New York dove familiarizza con la sceneggiatura e la recitazione. Da qui il debutto a Broadway. Poco dopo Neil Simon gli propose «A piedi nudi nel parco, diretto da Mike Nichols. Fu l’inizio di una grande carriera. Ha lavorato con Jane Fonda, Barbara Streisand, Meryl Streep . Ha rifiutato il «Il laureato», «Rosemary’s baby» e «Chi ha paura di Virginia Woolf?». In coppia con l’amico Paul Newman ha girato «Butch Cassidy». Nel 1981 l’esordio alla regia con «Gente comune» vince l’Oscar. Come regista nel 1992 gira «In mezzo scorre il fiume»: protagonista del film Brad Pitt, da molti considerato (anche da un punto di vista estetico) il suo erede. Nel 2000 si ritrovano di nuovo in «Spy Game». Pitt non è l’unico talento fiutato da Redford: ne «L’uomo che sussurrava ai cavalli» (in cui è sia protagonista che regista) lancia definitivamente la carriera di Scarlett JohanssonAttivista, impegnato in battaglia ecologiste, ha lasciato un grande contributo creando il Sundance Institute che finanzia nuovi talenti del cinema. Dal 1984 si svolge Sundance Film Festival (dedicato al cinema indipendente, che si muove fuori dagli studios.Ha vinto due Oscar (uno alla carriera), il Leone d’oro, ha ricevuto la Medaglia della libertà di Obama, la Legion d’onore francese, diversi David e Golden globe
Fausto AmodeiCantautore e militante
Rete Italiana Cultura Popolare
(18 giugno1934 – 17 settembre 2025) Era il maestro della canzone politica, autore di «Per i morti di Reggio Emilia» del 1960 sulla strage in cui morirono cinque operai del PCI durante una protesta sindacale contro il governo Tambroni. La canzone cominciava con il verso «Compagno cittadino, fratello partigiano» che ispirò il titolo i CCCP. Torinese, aveva fondato nella sua città alla fine degli anni ’50 il collettivo Cantacronacheche riuniva non solo musicisti ma anche scrittori ( tra gli altri Italo Calvino, Franco Fortini e Umberto Eco). Durante la sua carriera scrisse testi per Mina, Enzo Jannacci e Ornella Vanoni. Tra il 1968 e il 1972 fu deputato con il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. È morto di infarto, a 91 anni, mentre accompagnava la moglie a una visita medica
Claudia CardinaleAttrice
Getty Images«Io so di essere una donna forte, e con un uomo voglio stabilire un rapporto di parità: non voglio essere dominata, ma non voglio neanche dominare».
(15 aprile 1938 – 23 settembre) Una diva che non aveva paura a mostrare le trasformazioni del tempo sul suo viso e che non volle doppiare la sua voce roca. 150 film, 60 anni di carriera , nata a Tunisi, ha spaziato dalla commedia all’italiana agli spaghetti western, dalle pellicole drammatiche ai film in costume fino Hollywood. Tra i suoi film più celebri, accanto al protagonista Marcello Mastroianni, «Il bell’Antonio» di Mauro Bolognini, «La ragazza con la valigia» di Valerio Zurlini, «8 ½» di Federico Fellini e soprattutto «Il Gattopardo» di Luchino Visconti con Alain Delon (La scena del ballo, con lei e Burt Lancaster, è uno dei momenti più evocativi e indimenticabili del cinema del Novecento) e «La ragazza di Bube» di Luigi Comencini, «La pelle» di Liliana Cavani. È stata anche Paolina Bonaparte in «Austerlitz», e Claretta Petacci in «Claretta» di Pasquale Squitieri. Ha lavorato con Abel Gance, Blake Edwards, Werner Herzog e Manuel de Oliveira e accanto a John Wayne, Sean Connery, William Holden, Henry Fonda, Orson Welles, Anthony Quinn, Jack Palance, David Niven, Laurence Olivier, Burt Lancaster. Ha vinto tre David di Donatello e tre Nastri d’argento, oltre al Leone d’oro alla carriera conferitole alla Mostra del cinema di Venezia nel 1993 e il David, (sempre alla carriera, nel 1997). È morta in Francia a 87 anni. Legata prima al produttore Franco Cristaldi e poi al regista Pasquale Squitieri (che lei definì «l’uomo della sua vita»), da cui ebbe la figlia Claudia nata nel 1979. Nel 1958 invece era nato il primo figlio Patrick che Cardinale fece passare come suo fratello. Fuori dal set si è impegnata in battaglie per l’Unesco e campagne per l’ambiente e i diritti umani. La sua Fondazione sostiene giovani artisti.
ChristianCantante
Ansa
(8 settembre 1943 – 26 settembre 2025) All’anagrafe Gaetano Cristiano Vincenzo Rossi, negli anni Ottanta era diventato celebre con i brani “Cara” e “Daniela”: fu definito la risposta italiana a Julio Iglesias. Ricoverato al Policlinico di Milano per un’emorragia cerebrale, doveva la scelta del suo nome d’arte a Mina, come raccontò lui stesso. Partecipò a sei edizioni del Festival di Sanremo, senza mai vincere. Uno dei primi a cantare per il Pontefice, all’epoca Giovanni Paolo II, venne soprannominato anche “il cantante del Papa”. Ad attirare l’attenzione fu anche il suo matrimonio nel 1986 con l’ex showgirl Dora Moroni, la cui carriera era stata interrotta da un incidente d’auto.
Carlo SassiGiornalista
Ansa
(1 ottobre 1929 – 28 settembre 2025) Giornalista Rai, gran tifoso della Cremonese, lavorò dal 1960 alla “Domenica Sportiva”, dove rimase per oltre 30 anni. Fu lui a portare in televisione la moviola, grazie a Enzo Tortora, che allora conduceva la trasmissione, e al gol fantasma di Gianni Rivera nel derby tra Inter e Milan. Grande appassionato di calcio, tentò anche la carriera da calciatore e, dopo un provino fallito per l’Inter, giocò per alcuni anni in serie C e nei dilettanti.
Jane GoodallPrimatologa
Jane Goodall Foundation«Ci sono molti modi in cui possiamo distruggere il Pianeta. Ma quando ce ne rendiamo conto, quando iniziamo a comprendere, allora dobbiamo davvero fare qualcosa… Solo se comprendiamo possiamo curare. Solo se ci preoccupiamo potremo aiutare. Solo se ci aiutiamo tra noi saremo tutti salvi, umani e non umani».
(3 aprile 1934 – 1 ottobre 2025) Un abbraccio commovente, come quello tra due sorelle. Tra le immagini più emozionanti che raccontano il prezioso lavoro svolto dall’etologa Jane Goodall c’è sicuramente quella dell’abbraccio con Wounda, una femmina di scimpanzé strappata alla madre dai bracconieri. L’esemplare, grazie alle cure ricevute dal team della ricercatrice, nel dicembre del 2013 è tornato in natura, nell’isola di Tchindzoulou, area protetta del Congo-Brazaville. Il video che ha immortalato la sua liberazione ha fatto il giro del mondo: mostra Wounda uscire dalla gabbia e, prima di iniziare una nuova vita, tornare indietro, quasi per ringraziare chi le ha regalato una seconda possibilità. Un gesto che milioni di animali, ancora oggi vittime di caccia e bracconaggio, vorrebbero poter fare. Quell’abbraccio racconta l’impegno di una vita spesa per la natura – e nella natura-: Goodall, instancabile sostenitrice della conservazione, del benessere degli animali e dell’educazione dei giovani attraverso il suo programma “Roots & Shoots”, ci ha insegnato che ogni creatura ha una dignità, una storia, un valore. Una missione che l’ha portata a diventare messaggera di Pace delle Nazioni Unite, impegnandosi in prima persona per il raggiungimento dell’Obiettivo 15 dell’Agenda 2030, che punta a «proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire le foreste in modo sostenibile, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado del suolo e fermare la perdita di biodiversità».
Remo GironeAttore
Ansa
(1 dicembre 1948 – 3 ottobre 2025) Attore di teatro, cinema e tv, doppiatore, nato in Eritrea e diplomato all’ Accademia d’arte drammatica “Silvio d’Amico”, è diventato famoso per il grande pubblico con il ruolo di Tano Cariddi, mafioso potente e ossessionato dal potere, nella serie “La Piovra”. Aveva debuttato al cinema nel 1972 ma il primo ruolo la protagonista (“Il gabbiano” di Marco Bellocchio) arriva tre anni dopo. Poi “Corleone” di Pasquale Squitieri (1978) e “Giocare d’azzardo” di Cinzia TH Torrini (1982) e ancora recita per Scola, Damiani, Milani e Veronesi. Molti gli sceneggiati a cui ha preso parte: “Fantaghirò 5” (1996), “Morte di una ragazza perbene” (1999), “L’elefante bianco” (1998) “Diritto di difesa” (2004), 2Il Grande Torino” (2005), “Questa è la mia terra” (2006). Partecipa anche a “Le valigie di Tulse Luper – La storia di Moab” di Peter Greenaway nel 2003 e alla serie americana “Killing Eve” nel 2018. In anni più recenti ha recitato accanto a Ben Affleck ne “La legge della notte” e a Matt Damon e Christian Bale nel ruolo di Enzo Ferrari in “Le Mans ’66 – La grande sfida”. Tra i suoi ultimi lavori, un ruolo in “The Equalizer 3 – Senza tregua” accanto a Denzel Washington.
Paolo BonacelliAttore
Agenzia Ultima Onda
(28 febbraio 1937 – 8 ottobre 2025) Diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma, ha lavorato con Vittorio Gassman, Pier Paolo Pasolini, Francesco Rosi, Michelangelo Antonioni, Liliana Cavani, Lina Wermuller, Roberto Benigni e Massimo Troisi; ha recitato Sartre, Moliere, Shakespeare, in oltre 60 anni di carriere al cinema, in tv e teatro. Il grande pubblico lo ricorda per “Non ci resta che piangere” (dove interpreta Leonardo Da Vinci) e “Johnny Stecchino”, in cui era il finto zio del protagonista Benigni. Sua la battuta «La più grande piaga di Palermo? Il traffico». Una interpretazione che gli fa vincere il Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista. Alan Parker lo volle in “Fuga di mezzanotte” (1978) e Jim Jarmusch in “Taxisti di notte” (1991). Ha recitato anche nel thriller “The American” (2010) con George Clooney.
Francesco RecamiScrittore
Errebi
(20 luglio 1956 – 9 ottobre 2025) Non è stato solo un giallista Francesco Recami: ha lavorato per il dizionario Devoto-Oli, è stato editor di testi scientifici ma il suo nome è legato all’editore Sellerio con cui ha pubblicato per una ventina di anni. Del 2006 “L’errore di Platini” (dove compare il suo personaggio cult Amedeo Consonni) che conquista le classifiche. In realtà Recami quel romanzo lo aveva mandato a Elvira Sellerio negli anni Ottanta «in pieno realismo magico: che gliene fregava al mondo editoriale di una cosa così?» raccontava. Uomo colto e irriverente, ha scritto 36 romanzi e diversi racconti gialli ed era entrato nella cinquina del Campiello nel 2008 con “Il superstizioso”. L’ultima pubblicazione di Recami è “Il mostro del Casoretto” (2025).
Diane KeatonAttrice
Ap
(5 gennaio 1946 – 11 ottobre 2025) «Non è corretto dal punto di vista grammaticale dire che era “la più unica», ma tutte le regole di grammatica, e immagino tutto il resto, sono sospese quando si parla di Diane Keaton. Diversa da chiunque altro il mondo abbia conosciuto, il suo viso e la sua risata illuminavano qualsiasi spazio in cui entrava». Ha scelto queste parole Woody Allen per ricordare la sua musa ed ex compagna Diane Hall (diventata poi Diane Keaton) attrice, produttrice cinematografica e regista statunitense. Una cinquantina i suoi film (il cinema era arrivato dopo l’esordio a teatro), otto dei quali con Woody Allen. Il più famoso, che li consacrò, è stato «Io e Annie» che le fece vincere l’Oscar. Fu la maestra elementare Kay Adams, fidanzata col figlio più giovane di don Corleone, Michael (cioè Al Pacino), nel Padrino (1972). Due anni dopo il Padrino parte seconda e «Provaci ancora Sam». Durante le riprese inizia la relazione con Woody Allen che durerà fino al 1978. Sono gli anni de «Il dormiglione» (1973), «Amore e guerra» (1975), «Io e Annie» (Oscar e Golden Globe), « Interiors» (1978) e, dopo la fine del loro legame, «Manhattan» (1978). Attrice capace di passare da ruoli comici a drammatici, vieni chiamata da Warren Beatty (con cui intreccia una breve relazione) che le offre il ruolo drammatico di Louise Bryant, in «Reds» (1981) che le vale una nomination. Poi ancora il terzo film del Padrino, «Radio days» di Allen, «Baby Boom». Tra la fine degli anni ’80 e i ’90 interpreta molti di quei ruoli di donne over 40 (e oltre) : ottiene la terza candidatura all’Oscar per « La stanza di Marvin» (1996), e nel 2003 è di nuovo al successo con «Tutto può succedere». Da regista ha diretto episodi di «Twin Peaks», videoclip di Belinda Carlisle, film per la tv. Ha adottato due figli, Dexter e Duke.
Cesare PaciottiStilista
Afp
(1 gennaio 1958 – 12 ottobre 2025) Ha portato nel mondo l’eccellenza delle calzature italiane, dopo aver raccolto insieme alla sorella l’eredità del laboratorio fondato nel 1948 dai genitori Giuseppe e Cecilia. «Con infinito cordoglio annunciamo la scomparsa di Cesare Paciotti, avvenuta nella sua Civitanova Marche, circondato dall’amore dei figli e della famiglia. Insieme alla sorella Paola, ha scritto una pagina fondamentale nella storia delle calzature made in Italy. L’iconico pugnale, divenuto simbolo del brand, resterà per sempre nell’immaginario collettivo come emblema di identità e coraggio. Sarà ricordato per il suo stile seducente e per la sua straordinaria generosità umana», il messaggio pubblicato sui social ufficiali dello stilista.
Drew Struzanllustratore
Wikipedia«Non disegno film. Disegno emozioni».
(18 marzo 1947 – 13 ottobre 2025) Sono sue le copertine di molti dischi celebri ma anche di alcuni dei film più belli del Novecento: da “Blade Runner” a diversi “Indiana Jones”, da “Ritorno al futuro” a “Star Wars”: da “I Goonies” a “Fievel sbarca in America”, senza dimenticare “Il principe cerca moglie” e “Harry Potter e la pietra filosofale”. L’artista lottava da anni con l’Alzheimer. «Ero povero e affamato, e l’illustrazione era la via più breve per una fetta di pane, rispetto a una mostra in galleria. Da bambino non avevo niente. Disegnavo su carta igienica con le matite: era l’unica carta disponibile. Probabilmente il motivo per cui oggi amo così tanto disegnare è perché era tutto ciò che avevo a quel tempo», aveva raccontando in un’intervista nel 1999, ricordando il trasferimento a 18 anni dall’Oregon, dove era nato, a Los Angeles per frequentare l’Art College of Design di Pasadena, mettendo in vendita le prime opere per pagarsi gli studi. La sua illustrazione preferita? «Sempre quello subito dopo», raccontava con ironia.
Paul Daniel “Ace” FrehleyMusicista
Wikipedia
(27 aprile 1951 – 16 ottobre 2025) Il leggendario chitarrista dei “Kiss” è morto a seguito di una grave emorragia cerebrale, legata a una caduta in studio di registrazione. «Un soldato del rock» è il saluto che gli hanno rivolto i superstiti dello storico gruppo rock formatosi a New York nel 1973, Paul Stanley e Peter Criss. Nato nel Bronx, aveva ricevuto la prima chitarra come regalo di Natale nel 1964, imparando a suonare da autodidatta ispirandosi a giganti come Jimi Hendricks e B.B. King. Ultimo del gruppo originale a entrare nei “Kiss” nel 1973, li aveva lasciati nel 1982 a cuasa di divergenze artistiche e problemi di droga, pur continuando a suonare da solista con brani come “Back in the New York Groove” e “Into the Night”, prima di fondare i “Frehley’s Comet”. Nel 1996 aveva partecipato alla reunion della formazione originale che durò fino al 2002, anno in cui uscì di nuovo dal gruppo.
Franco ReviglioEconomista ed ex ministro
Corriere.it
(3 febbraio 1935 – 23 ottobre 2025) Il «padre dello scontrino fiscale», storico esponente del Partito socialista italiano, è morto nella sua Torino. Ricordato soprattutto per la sua lotta all’evasione fiscale, ha ricoperto diversi incarichi pubblici: ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e della programmazione economica, senatore, ma anche presidente dell’Eni dal 1983 al 1989, amministratore delegato e poi presidente dell’Aem Torino (Azienda energetica metropolitana) tra il 2000 e il 2006.
Mauro Di FrancescoAttore
Wikipedia
(17 maggio 1951 – 25 ottobre 2025) “Maurino”, come era chiamato da tutti, è stato un simbolo del cabaret e della commedia italiana degli anni Ottanta, interpretando spesso il giovane milanese impacciato nel conquistare le ragazze. Difficile non ricordare le sue apparizioni iconiche nei film di Carlo Vanzina come “I fichissimi”, “Il ras del quartiere” e “Eccezzziunale veramente – Capitolo secondo… me”, o in altri come “Sapore di mare 2 – Un anno dopo” (diretto da Bruno Cortini) e “Attila flagello di Dio” (di Castellano e Pipolo). Il suo esordio era avvenuto a cinque anni con il Mago Zurlì, prima di entrare a 15 nella compagnia di Giorgio Strehler. L’ultimo lavoro porta la data del 2019: “Odissea nell’ospizio”, diretto dall’amico Jerry Calà, che così lo ha ricordato sui social: «Ciao Maurino… Quante risate, quante scene insieme, quanta vita condivisa sul set e fuori. Te ne vai in silenzio, ma lasci dietro di te un ricordo enorme e un affetto che non si spegnerà mai. Buon viaggio amico mio».
Domenico “Mimmo” JodiceFotografo
Gianluigi Colin«Napoli una città che non finisce mai di morire e di rinascere».
(29 marzo 1934 – 28 ottobre 2025) Il suo rivoluzionario uso del bianco e nero ci ha regalato immagini poetiche e metafisiche, e ha trasformato Napoli e altri paesaggi del Mediterraneo in visioni sospese. Tra i più grandi artisti italiani (e non solo) del Novento, era nato nel Rione Sanità e si era avvicinato alla fotografia negli anni ’50, da autoditatta, in un’Italia ancora segnata dalla guerra. Erano seguite collaborazioni con alcuni dei più importanti nomi della scena contemporanea: Andy Warhol, Joseph Beuys, Sol LeWitt, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis. «Volevo che la fotografia entrasse nell’Accademia come il disegno o la scultura», raccontava. E fu proprio lui a fondare a Napoli, dove insegnò fotografia dal 1970 al 1994 all’Accademia di Belle Arti, la prima cattedra italiana della disciplina, insegnando «a educare lo sguardo alla luce» e usando l’immagine anche per denunciare lo sfruttamento degli operai, la miseria delle periferie, gli abusi edilizi, i bambini malati di colera.Una frase per ricordare e omaggiare il suo lavoro? «Non so se la bellezza salverà il mondo, ma per me è balsamo e quiete».
James SeneseSassofonista, musicista e attore
Fotografo Barbaglia«Parlo al popolo con la mia musica».
(6 gennaio 1945 – 29 ottobre 2025) James Senese (che in realtà si chiamava Gaetano) è stato uno dei sassofonisti italiani più famosi al mondo: aveva iniziato a suonare,12enne, un sax regalatogli dalla madre. Nato a Miano (Napoli), figlio di un militare americano afrodiscendente che lascia presto l’Italia per tornare negli Usa, è stato anche compositore, cantante e attore. Ha collaborato con Pino Daniele, Enzo Avitabile e Pino Daniele tra gli altri. Al cinema ha lavorato con Troisi e Lello Arena (interpretando sé stesso nel film «No grazie, il caffè mi rende nervoso»), con i Manetti Bros («Zora la vampira» del 2000). Ha fondato diversi gruppi musicali, tra cui « Showmen» e «Napoli centrale». Prolifico anche come solista. Con l’album «’O Sanghe’» vince la Targa Tenco come miglior lavoro in dialetto, mentre nel 1990 all’Apollo Theater di New York, viene omaggiato dagli statunitensi con l’appellativo (riservato ai grandi artisti) di «Brother in soul». Di lui si ricorda soprattutto il concerto del 1981 in piazza del Plebiscito: la notte del Neapolitan Power, definita una rivoluzione sonora che diede dignità alla lingua napoletana e mescolò jazz, blues, funk e sonorità mediterranea. È morto a Napoli per le complicazioni di una polmonite. Enzo Avitabile lo ha ricordato così: «Non bastano parole per un dolore così grande ma solo un grazie! Grazie per il tuo talento, la dedizione, la passione, la ricerca. Sei stato un esempio di musica e di vita. Un amico per fratello, un fratello per amico. Per sempre».
Giovanni GaleoneCalciatore e allenatore
Ansa«Il 4-3-3 è fantasia. Il tridente ti consente di scoprire nuovi orizzonti, di divertirsi e di divertire».
(25 gennaio 1941 – 2 novembre 2025) Se n’è andato a Udine il “Profeta”, come lo chiamano a Pescara, dove per almeno due generazioni di tifosi è ormai un mito. Avrebbe compiuto 85 anni a gennaio. Allenatore audace e sognatore, avrebbe meritato l’occasione in una grande della nostra Serie A (non considerando tale il Napoli – sua città natale – che guidò per parte della stagione 1997-1998). Nel suo palmarès vi sono comunque quattro promozioni nella massima serie: due con il Pescara (con una salvezza in A unica nella storia del Delfino), una con il Perugia, una con l’Udinese. Clamorosa quella in riva all’Adriatico del 1986-87, che lo fece scoprire agli amanti del bel calcio, con una squadra ripescata dalla C e composta per lo più da giovani esordienti, guidati però da un certo Gian Piero Gasperini. È stato allenatore anche di Max Allegri (seconda promozione con il Pescara, 1991-92) con il quale ha mantenuto un forte legame per tutta la vita. Il suo era un calcio basato sulla zona (in anticipo sui tempi) e sulla costante ricerca della verticalizzazione. Amava i giocatori slavi (e prese Sliskovic). Non sopportava il tiki-taka e la costruzione dal basso: aveva un approccio al calcio sdrammatizzante e propenso a fantasia e tecnica individuale molto diverso dalla rigidità degli schemi (Sacchi, Zeman). In gioventù aveva giocato con Ponziana, Monza e Udinese ed era stato un pilastro della nazionale Juniores. A Pescara si dibatte, ora, se intitolargli lo stadio o una piazza cittadina.
Diane LaddAttrice
Ansa
(29 novembre 1935 – 3 novembre 2025) Nata in Mississippi, attrice figlia e madre d’arte (la figlia Laura Dern ha seguito la sua stessa strada), ha ottenuto tre candidature all’Oscar ( per i film «Alice non abita più qui», «Cuore selvaggio» e «Rosa Scompiglio e i suoi amanti») e ha vinto un Golden Globe, un Premio BAFTA e un Independent Spirit Award. Una trentina i film in cui ha lavorato e altrettante le serie tv. Musa di Scorsese, David Lynch, Polanski, nel 1995 ha debuttato come regista. Con la figlia Laura Dern ha recitato in «Daddy and Them» di Billy Bob Thornton e la serie Hbo «Enlightened». E stata lei stessa ad annunciarne la morte: «La mia straordinaria eroina e il mio dono più profondo, mia madre Diane Ladd, è morta questa mattina con me al suo fianco, nella sua casa a Ojai, in California. È stata la figlia, madre, nonna, attrice, artista e spirito empatico più grande che solo i sogni avrebbero potuto creare. Siamo stati benedetti ad averla. Ora vola con i suoi angeli».
Dick CheneyPolitico
Ap«Non mi scuserò per aver tenuto la vostra famiglia al sicuro. E non mi scuserò per aver fatto ciò che andava fatto affinché i vostri cari potessero dormire sonni tranquilli. È stato un onore essere vostro servitore. Mi avete scelto voi. E ho fatto quello che avete chiesto».
(30 gennaio 1941 – 3 novembre 2025) Nixon, Ford, Bush padre e figlio: Cheney ha lavorato per quattro presidenti americani (repubblicani). Eppure nel 2024 ha dato l’endorsement alla democratica Kamala Harris in aperto disaccordo con Trump che definiva inadatto a governare. Burocrate e grande conoscitore della macchina politica americana, considerato un falco del partito Repubblicano, Cheney è stato il più stretto consigliere alla Casa Bianca di George Bush (sotto la cui presidenza è stato segretario di Stato guidando le operazioni a Panama e Iraq). Dopo il capitolo Bush, la sua stella sembra tramontata tanto che si allontana temporaneamente dalla politica e fonda la compagnia petrolifera Halliburton, diventata un vero e proprio colosso. George W. Bush lo richiama alla politica attiva: durante la campagna elettorale del 2000, viene indicato come vicepresidente (e così nel secondo mandato). Sono i complicati anni degli attentati (11 settembre 2001) e delle successive operazioni in Iraq e Afghanistan, dello sdoganamento di tecniche di interrogatorio considerate tortura».Teorico della spregiudicata dottrina dell’un per cento («se esiste un per cento di probabilità che qualcosa costituisca una minaccia, gli Stati Uniti sono tenuti a reagire come se la minaccia fosse certa al cento per cento») usata per giustificare la seconda Guerra del Golfo, è stato molto criticato per il conflitto di interessi della sua Hallburton e per la controversa gestione della lotta al terrorismo (che prevede il waterboarding, l’ extraordinary rendition, la creazione della prigione di Guantánamo). Secondo molti è stato il più potente vicepresidente degli ultimi decenni. E forse uno dei più contestati. La sua figura è stata raccontata nel 2018 nel film «Vice, l’uomo nell’ombra. L’attore Christian Bale per interpretare Cheney ha dovuto ingrassare di 20 chilogrammi.
Giorgio ForattiniVignettista e giornalista
Ansa
(14 marzo 1931 – 4 novembre) Diecimila vignette, 55 libri e 3 milioni di copie per il re della satira che ha ironizzato sulle prime pagine dei quotidiani sui protagonisti della politica italiana. “Paese Sera”, “La Repubblica”, “La Stampa”, “Il Giornale”, “Qn”, “L’Espresso” e “Panorama” sono alcuni dei quotidiani e periodici che hanno ospitato i suoi disegni. Nato a Roma (e morto a Milano) Forattini, dopo gli studi non conclusi in architettura, inizia a lavorare come operaio e poi come rappresentante di commercio. Poi l’approdo a una casa discografica per la quale cui cura la realizzazione di cataloghi e le agenzie di pubblicità per le quali, negli anni ‘60 e ‘70, lancia le campagne (come illustratore e copywriter) di Fiat e Alitalia. Ma la sua strada è un’altra: disegna vignette di satira politica per “Panorama” e “Paese Sera”. Celebre quella del 14 maggio 1974 per la vittoria dei «no» al referendum per l’abrogazione della legge sul divorzio, promosso dal segretario Dc Fanfani: Forattini disegna una bottiglia di champagne con un tappo, raffigurato con le sembianze dello statista cattolico, che vola in aria. Feltrinelli ha l’intuizione di raccogliere i lavori di Forattini che in un volume che ha grande successo. Da giornalista professionista contribuisce alla fondazione del quotidiano “La Repubblica” che ogni giorno gli dedica uno spazio in prima pagina. Crea l’inserto “Satyricon” e per un periodo è direttore de “Il Male”. Gli anni ’80 sono quelli de “La Stampa”, “L’Espresso”, fino al 1991, e “Panorama”, con cui collabora fino al 2009. Tanti i riconoscimenti ricevuti ma anche le querele. Nel 1999 fu citato D’Alema, allora presidente del Consiglio, per una vignetta sul caso Mitrokhin. Con la sua satira Forattini ha raccontato un pezzo di storia italiana.
Andrea de AdamichPilota e giornalista
Ansa
(3 ottobre 1941 – 5 novembre 2025) Pilota di F1, telecronista e imprenditore, de Adamich ha segnato un’epoca nel modno dell’automobilismo. Al volante dal 1963, prima in Formula 3, poi a Maranello in Formula 2 e Formula 1 dove debuttò in una gara non valida per il Mondiale in Spagna nel 1967 e arrivò quarto. Mai semplice il rapporto con Enzo Ferrari: de Adamich passa poi a McLaren, March, Surtees, Brabham.36 in tutto le gare corse al mondiale. A Silverstone, nel 1973, l’impressionante incidente causato dal pilota sudafricano Scheckter: carambola di 10 macchine, De Adamich finisce fuori pista, si frattura entrambe le gambe. Lo estraggono dalle lamiere dopo 52 minuti: è il ritiro dalle corse anche se la passione rimane, e De Adamich raggiunge in tv la massima popolarità. A Mediaset è stato telecronista per la F1, opinionista e conduttore della trasmissione “Grand Prix” dal 1982. Da «cavaliere del rischio» (così erano chiamati i piloti di F1 tra gli anni ‘60 e ’70) a creatore del Centro Internazionale di Guida Sicura sulle colline parmensi, dove dal 1990 ha insegnato ai giovani piloti.
Anna Laura BraghettiBrigatista
Ansa
(3 agosto 1953 – 6 novembre 2025) Ex militante della colonna romana delle Brigate Rosse e protagonista di uno dei capitoli più drammatici della storia italiana (il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro), è deceduta a 72 anni in seguito ad una malattia. Fu lei a rivestire un ruolo importante nel rapimento dell’ex presidente della Dc, occupandosi del cibo del covo (tanto da essere soprannominata la “vivandiera” delle Br). Durante la lunga detenzione non chiese mai benefici né sconti di pena. Solo nel 2002, dopo ventidue anni di carcere, ottenne la libertà condizionale. E fu lei anche a colpire a morte Vittorio Bachelet, presidente del Csm, il 12 febbraio del 1980, sulle scale della Sapienza, in nome e per conto delle Brigate rosse. Con l’uccisione di Moro il 9 maggio 1978, Braghetti scelse la clandestinità. Arrestata il 27 maggio 1980, venne processata e condannata all’ergastolo: negli anni – in prigione e una volta libera – si dedicò a un intenso lavoro nel sociale, coordinando un servizio rivolto ai detenuti, agli ex detenuti e alle loro famiglie. Nel 2002 le fu concessa la libertà condizionale.
James Dewey WatsonBiologo e genetista
Afp«Non avrei mai sognato che nel corso della mia vita il mio stesso genoma sarebbe stato sequenziato».
(6 aprile 1928 – 6 novembre 2025) Con lui scompare l’ultimo protagonista della scoperta più iconica del secolo passato: insieme a Francis Crick, rivoluzionò la biologia moderna identificando nel 1953 – anche grazie ai dati non autorizzati di Rosalind Franklin – la struttura del Dna, vincendo nel 1962 insieme a Crick e Maurice Wilkins il premio Nobel per la Medicina. Watson raccontò quell’impresa nel libro “La doppia elica”, pubblicato nel 1968. Nel 1989 fu il primo direttore del “Progetto Genoma Umano” che portò, nel 2000, alla mappatura completa dei geni umani. Una curiosità? Nel 2014 mise all’asta la medaglia del Nobel, dichiarando di sentirsi “escluso” dalla comunità scientifica (anche per le posizioni razziste espresse), e questa fu acquistata per oltre 4 milioni di dollari dal magnate russo Alisher Usmanov, che poi gliela restituì.
Peppe VessicchioDirettore d’orchestra, musicista
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(17 marzo 1956 – 8 novembre 2025) Direttore d’orchestra molto amato, arrangiatore e autoironico volto tv. Ha collaborato con Gino Paoli, Vecchioni, Zucchero, Vanoni. Tante le sue partecipazioni a Sanremo («Dirige il maestro Peppe Vessicchio» è diventata una frase cult) e 4 vittorie, come direttore d’orchestra: nel 2000 con gli Avion Travel («Sentimento»), nel 2003 con Alexia («Per dire di no»), nel 2010 con Valerio Scanu («Per tutte le volte che») e nel 2011 con Roberto Vecchioni («Chiamami ancora amore»). Ha collaborato al progetto «Rockin’1000’», l’esibizione della più grande rock band del mondo, e per diversi anni è stato direttore musicale ed insegnante di musica nel talent «Amici» di Maria De Filippi. Mite ma anche rigoroso, considerato da tutti coloro con cui ha lavorato un grande musicista. «Perdiamo un caro amico, una persona meravigliosa che ha servito e onorato la musica», il messaggio di Elio e le storie tese per la sua morte, causata da una polmonite interstiziale a 69 anni
Micheal “Sugar” Rey RichardsonCestista
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(11 aprile 1955 – 11 novembre 2025) Il basket internazionale saluta “Sugar”, deceduto a 70 anni a Lawton, in Oklahoma, a causa di un tumore. Fu una stella della Nba a cavallo tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta e della Virtus Bologna. Indossò la maglia di tre squadre in Nba: New York Knicks, Golden State Warriors e New Jersey Nets. Suo figlio Amir vetse in Serie A la maglia della Fiorentina.
Gemelle KesslerBallerine, cantanti, attrici
Agi«Eravamo poco vestite in tv ma pensiamo di essere state sempre eleganti, mai volgari. Le critiche c’erano ma quello era un punto in più per noi».
(20 agosto 1936 – 17 novembre 2025) Alla fine sono state sepolte insieme e in segreto secondo le loro ultime volontà. Le loro urne tumulate accanto alla mamma, come avevano chiesto. Nate insieme (Alice 30 minuti prima di Ellen), vissute sempre insieme, una carriera in duo e una morte una accanto all’altra nello stesso momento, come loro stesse avevano pianificato da tempo. Le gemelle Kessler (nate in Sassonia, che allora era Germania dell’Est, un’infanzia difficile a causa del comportamento violento del padre e inizi precoci come ballerine) diventano famose per il pubblico italiano dai primi anni ’60 con un programma tv di Alberto Falqui e le coreografie del mito Don Lurio. Anche a loro furono applicati i rigidi regolamenti Rai in materia di abbigliamento e furono imposte calze coprenti per le loro lunghissime gambe. Inizia così, per loro, il successo in Italia. Molti i varietà del sabato sera ma anche i telefilm e il teatro. E poi ancora «Carosello», le foto per l’edizione italiana di Playboy , di nuovo le trasmissioni in Rai. Nel 1986 il ritorno in Germania, dove hanno vissuto fino alla morte, scelta attraverso il suicidio assistito, insieme il 17 novembre a 89 anni. La loro eredità è stata devoluta ad alcune associazioni benefiche.
Ornella VanoniCantante, attrice, autrice
Lapresse«Sono una donna libera. Non mi sono mai lasciata imbrigliare da niente e da nessuno. E ho pagato tutto con gli interessi».
(22 settembre 1934 – 21 novembre 2025) Sofisticata, altera, elegante, una voce unica che ha smesso di cantare a 91 anni. Buona famiglia milanese, studi dalle Orsoline, l’Accademia di arte drammatica del Piccolo Teatro. Sono gli anni ’50, la relazione professionale e personale con Giorgio Strehler “dà scandalo”. Nel destino di Vanoni ci sono musica e teatro, soprattutto la prima. Lasciato Strehler arrivano le canzoni della male e l’incontro con Gino Paoli. Un grande amore e, ancora una volta, un sodalizio professionale. Sono gli anni anche del cinema e della tv, poi 3 edizioni di Sanremo. Nel 1969 esce il singolo «Una ragione di più»: la musica è di Mino Reitano, il testo di Franco Califano, Luciano Beretta e della stessa Vanoni. È un punto di svolta: Vanoni diventa anche autrice. Negli anni ’70 ancora Sanremo e molte canzoni, le collaborazioni con Lauzi e Dalla e anche le foto per Playboy. Vanoni si dedica alla canzone d’autore, ama il repertorio brasiliano e il jazz. Gli anni ‘80 e ’90 sono scanditi da tour e album, arrivano le collaborazioni con Fossati, Mogol, Lavezzi, Pacifico. Artista ironica e autoironica nel 2021 ha inciso la hit estiva «Toy Boy» con Colapesce e Dimartino (videoclip diretto da Luca Guadagnino) . Negli ultimi anni è stata presenza fissa di «Che tempo che fa» di Fabio Fazio. Per la camera ardente al Piccolo Teatro di Milano una lunga sfilata di milanesi le ha reso omaggio. Come sua volontà, dopo l’omelia il trombettista Paolo Fresu ha eseguito «L’appuntamento» e un accenno di «Senza fine», cantata dalla nipote Camilla
Udo KierAttore
Ansa«Sono bravo nel fare mostri come Frankenstein, Dracula e Hitler proprio perché non sono malvagio. Nella mia vita privata sono esattamente il contrario dei malvagi che interpreto nei film: sono uno che accoglie cani abbandonati, uno che si occupa del giardino che circonda la casa e anche uno a cui piace molto cucinare per gli amici».
(14 ottobre 1944 – 23 novembre 2025) Oltre 200 film, diversi da protagonista, di genere horror ma non solo. Kier è diventano una vera e propria icona con «Il mostro è in tavola… barone Frankenstein» (1973) di Paul Morrissey e «Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!!» (1974) di Andy Warhol. Poi ancora «Suspiria» di Dario Argento nel 1977 e la lunga collaborazione con Lars von Trier. Con il regista danese gha girato «Europa» (1991), «Le onde del destino» (1996), «Dancer in the Dark» (2000), «Dogville» (2003) e «Nymphomaniac» (2013). A Hollywood ha recitato in in «Belli e dannati» di Gus Van Sant, nel film di vampiri «Blade» e in «Armageddon» di Michael Bay. Kier ha collaborato anche con Madonna ed è nel libro «Sex», e negli album «Erotica» e «Deeper and Deeper». Nato in un ospedale bombardato di Colonia, fu salvato dalla macerie con la madre. Si trasferì molto preso a Londra e rimase legato sentimentalmente per anni al regista tedesco Rainer Werner Fassbinder. Era considerato una icona del genere horror. L’annuncio della morte, a 81 anni, è arrivato dal compagno di una vita, l’ artista statunitense Delbert McBride
Jimmy CliffCantante e musicista
Ansa
(30 luglio 1944 – 24 novembre 2025) Nato in Giamaica, Jimmy Cliffha ha portato brani come «You Can Get it if You Really Want», «Hakuna Matata» e «Reggae Night» al successo mondiale e per questo è considerato uno dei principali musicisti reggae della storia, simbolo di resilienza e speranza. Le sue canzoni hanno segnato intere generazioni e sono diventate inni universali grazie al loro messaggio di cambiamento sociale. Attivista e ambasciatore della cultura giamaicana, Cliff ha portato la Giamaica nel mondo e contribuito a trasformare la musica grazie al messaggio universale di speranza, resistenza ma anche protesta, per esempio con la canzone «Vietnam».«I critici si chiesero come avevo fatto a cantare una canzone così seria con un ritmo così felice» raccontò. Il successo mondiale arriva per per Cliff con la colonna sonora del film «The Harder They Come »del 1972, in cui frecita anche. Nel corso della sua lunga carriera, ha ricevuto riconoscimenti importanti, come il Grammy Award e l’inserimento nella Rock and Roll Hall of Fame.
Lorenzo BuffonCalciatore
Foto Milan
(19 dicembre 1929 – 25 novembre 2025) Lo chiamavano “Tenaglia”: originario di Udine, il portiere Buffon, cugino di secondo grado del nonno di Gianluigi, ha esordito giovanissimo con la Latisanese. Dal 1949 per dieci anni ha giocato con il Milan (quello di Nils Liedholm) per poi passare a Inter (quella di Facchetti), Fiorentina, Genoa. Ha vinto in tutto 5 scudetti. E’ stato portiere della nazionale (fino al 1962) e poi, fino al 1978 ha proseguito con la carriera di allenatore. Nel 1952 gli viene offerto di interpetare sé stesso nel film «Gli eroi della domenica» di Mario Camerini. E’ stato sposato con Edy Campagnoli, la valletta che affiancava Mike Bongiorno in «Lascia o raddoppia?». A fine carriera è tornato a Latisana dove è morto a 95 anni
Tom StoppardDrammaturgo
Ap
(3 luglio 1937 – 29 novembre 2025) Tra i più influenti drammaturghi britannici del secondo Novecento, sceneggiatore di grande sensibilità, aveva vinto l’Oscar e il Golden Globe per la miglior sceneggiatura originale del film “Shakespeare in Love”, scritto insieme a Marc Norman. Nel corso della sua carriera firmò opere entrate nella storia, come “Rosencrantz and Guildenstern Are Dead”, “Arcadia” e “The Real Thing”. Nato Tomas Straussler in Cecoslovacchia, fuggì insieme alla famiglia durante l’occupazione nazista, rifugiandosi nel Regno Unito. «Siamo profondamente addolorati nel comunicare che il nostro amato cliente e amico è morto serenamente nella sua casa nel Dorset, circondato dalla famiglia», ha scritto la United Agents per comunicare la notizia della sua morte.
Nicola PietrangeliTennista
Afp«Da bambino sognavo di fare l’esploratore, pensai che col tennis avrei viaggiato di più».
(11 settembre 1933 – 1 dicembre 2025) L’Italia del tennis perde uno dei suoi simboli. Nato a Tunisi, dove il padre Giulio, imprenditore e tennista dilettante lo avvicinò alla racchetta, fu il primo azzurro a vincere uno Slam nel 1959 al Roland Garros, dove riuscì a trionfare anche nel 1960. Il suo nome rimarrà per sempre impresso nella storia dello sport per aver guidato come capitano il gruppo formato da Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Adriano Panatta e Antonio Zugarelli alla conquista della Coppa Davis del 1976, a Santiago del Cile: «Vincemmo e fummo costretti a tornare di nascosto, senza poter condividere quella gioia. Sportivamente, è stata una delle pagine più belle della nostra storia, ma come paese l’Italia fece una figura pessima», ricordava. Alla soglia degli 80 anni aveva espresso il desiderio che le sue ceneri fossero sparse sulla terra rossa del campo a lui dedicato in vita, il centrale del Foro Italico di Roma. Un sogno in parte esaudito: il campo ha accolto la sua camera ardente. A luglio aveva dovuto affrontare la morte di tumore del figlio Giorgio.
Steve CropperMusicista
Getty Images
(21 ottobre 1941 – 3 dicembre 2025) Chitarrista, compositore e paroliere, “The Colonel” ha definito il “Memphis sound” e prestato la sua inconfondibile Telecaster a capolavori della soul music. Fondatore dei Booker T. & the M.G.’s è stato autore di brani entrati nella storia e membro della Blues Brothers Band, formata alla fine degli anni ’70 da John Belushi e Dan Aykroyd. Vincitore di due Grammy Award per “(Sittin’ On) The Dock of the Bay”, come autore insieme a Otis Redding, e “Cruisin”, come membro degli M.G.’s, è stato inserito da “Rolling Stone” al 39esimo posto nella lista dei 100 migliori chitarristi della storia.
Mabel BocchiCestista e giornalista
Wikipedia
(26 maggio 1953 – 4 dicembre 2025) Icona del basket italiano, Liliana “Mabel” Bocchi, ha segnato indelebilmente la pallacanestro tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80. Il suo nome è legato in particolare alla GEAS di Sesto San Giovanni, con cui ha conquistato otto scudetti femminili (cinque consecutivi) e la Coppa dei Campioni nel 1978, battendo lo Slavia Praga in finale. Con la Nazionale (113 presenze e 1058 punti in totale) ha disputato tre Campionati Europei (terzo posto a Cagliari nel 1974) e un campionato del Mondo nel 1975 in Colombia. Nel 2007 è stata la prima giocatrice a ricevere l’Italia Basket Hall of Fame, la massima onorificenza del basket italiano. Negli ultimi anni aveva avviato un percorso da giornalista.
Sandro GiacobbeCantautore
Epa
(14 dicembre 1949 – 5 dicembre 2025) Musicista e cantautore genovese, lottava da oltre 10 anni con un tumore alla prostata che gli impediva di camminare: non si era mai vergognato di parlarne, anche in televisione dove si era tolto la parrucca e aveva definito la sedia a rotelle «la mia Ferrari». Giacobbe era diventato famoso al grande pubblico con la canzone “Signora mia”, scelto anche come colonna sonora del film di Lina Wertmuller “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”. Dopo tanti successi, anche internazionali, nel gennaio 2019 aveva dedicato il singolo “Solo un bacio” ai figli delle vittime del Ponte Morandi di Genova.
Frank Owen GehryArchitetto
Ap«Se sapessi dove sto andando, non lo farei. Se sapessi cosa sto per fare, non lo farei… Avvicino ogni progetto con una nuova insicurezza, quasi come se fosse il primo progetto che abbia mai fatto, e mi viene il sudore, inizio a lavorare, non sono sicuro di dove sto andando… L’architettura dovrebbe parlare del suo tempo e luogo, ma bramare l’eternità».
(28 febbraio 1929 – 5 dicembre 2025) Le sue opere in titanio e metallo ondulato hanno ridefinito lo spazio urbano globale. Considerato uno dei più rivoluzionari architetti del secondo Novecento e tra i massimi interpreti del decostruttivismo, è morto nella sua abitazione di Santa Monica, in California, per una malattia respiratoria. Nato a Toronto come Frank Owen Goldberg e naturalizzato statunitense (era emigrato alla fine degli anni ‘40 per proteggersi dall’antisemitismo), ha firmato alcune delle opere più iconiche dell’architettura mondiale: la sede della Nationale-Nederlanden a Praga, nota come “Casa danzante” (1996), il Guggenheim Museum di Bilbao (1997), l’Experience Music Project di Seattle (2000), la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles (2003), la Beekman Tower di New York (2011), il Biomuseo di Panama (2014), la Guggenheim Abu Dhabi (2017) e il Dwight D. Eisenhower Memorial a Washington (2020). Tra i numerosi riconoscimenti, il Pritzker Prize nel 1989 e il Leone d’Oro alla carriera della Biennale Architettura di Venezia nel 2008.
Martin ParrFotografo
Afp«Cerco sempre la bellezza, ma la bellezza non è necessariamente glamour».
(3 maggio 1952 – 6 dicembre 2025) Riconosciuto a livello mondiale per lo sguardo ironico e i colori saturi che catturano la quotidianità della società dei consumi, ha segnato in modo indelebile la storia della fotografia contemporanea. Difficile, anzi impossibile, non sorridere – anche in modo amaro – di fronte ai suoi scatti: quelli che indagano, come un antropologo, la vita nelle spiagge della classe media a Brighton, quelli che immortalano i turisti mentre “sorreggono” la torre di Pisa, o quelli che mostrano giapponesi ammassati su un lido artificiale. Membro dell’agenzia Magnum Photos dal 1994, è deceduto a causa di un mieloma diagnosticato nel 2021. Nato nel Surrey, si avvicinò alla fotografia grazie al nonno: dopo gli studi all’università di Manchester, l’esordio con il bianco e nero e poi il colore adottato come una firma.
Iain Douglas-HamiltonZoologo
Save The Elephants
(16 agosto 1942 – 8 dicembre 2025) Il mondo della conservazione ambientale ha perso una delle sue voci più autorevoli: il fondatore e presidente di “Save the Elephants”, le cui campagne internazionali portarono al divieto del commercio di avorio, è morto a Nairobi, in Kenya. La notizia della sua scomparsa è stata diffusa dall’organizzazione stessa, che ha parlato di «una perdita immensa per la scienza, per la conservazione e per chiunque abbia a cuore il futuro degli elefanti africani». A soli 23 anni aveva condotto la prima ricerca scientifica sul comportamento sociale degli elefanti selvatici in Africa, rivoluzionando le conoscenze dell’epoca. Le sue intuizioni tecnologiche – dall’uso del Gps per tracciare gli spostamenti ai monitoraggi aerei – sono oggi standard riconosciuti e utilizzati da tutto il mondo della conservazione.
Sophie KinsellaScrittrice
Ap«Talvolta non è necessario avere una meta nella vita. È sufficiente sapere qual è il prossimo passo da fare».
(12 dicembre 1969 – 10 dicembre 2025) Autrice del bestseller “I Love Shopping” (2020), nata Madeleine Sophie Wickham, viveva a Londra con il marito Henry e cinque figli. Da tempo combatteva con una grave malattia, che aveva rivelato pubblicamente nel 2024: un glioblastoma al cervello, combattuto con coraggio. «Nonostante la sua malattia, Sophie si considerava davvero fortunata ad avere una famiglia e amici così meravigliosi, e ad aver avuto uno straordinario successo come scrittrice. Non dava nulla per scontato ed è stata per sempre grata per l’amore che ha ricevuto», hanno scritto i suoi cari per ricordarla.
Sergio FlamigniPartigiano e senatore
Corriere.it
(22 ottobre 1925 – 10 dicembre 2025) Un pilastro della memoria antifascista: a 100 anni ci ha lasciato una figura di spicco della storia repubblicana. Militante nella Gioventù comunista dal 1941, era entrato nel Partito comunista e, dopo l’armistizio, aveva partecipato alla Guerra di liberazione organizzando il Fronte della gioventù in provincia di Forlì. Dopo la Liberazione era stato nominato segretario della Camera del Lavoro di Forlì e, in seguito, segretario della Federazione provinciale comunista forlivese, prima di diventare segretario regionale del Pci per l’Emilia-Romagna. Aveva dedicato tutta la sua vita alla ricerca della verità su alcuni dei principali “misteri italiani”: dalla strage delle Brigate rosse di via Fani all’assassinio di Aldo Moro, dalla loggia P2 all’eversione nera.
Marco BenedettoManager editoriale
Corriere.it
(26 gennaio 1945- 12 dicembre 2025) Giornalista e manager del mondo editoriale, è stato amministratore delegato della Stampa e del Gruppo L’Espresso. Era nato a Genova, sotto le bombe e si definiva una «vita miracolata». Proprio nella sua città inizia, molto giovane, all’Ansa come giornalista dopo la laurea in Scienza Politiche. Capo ufficio stampa della Fiat, poi la Stampa e dal 1984 al vertice del Gruppo Espresso, negli anni del successo di Repubblica. Sotto la sua guida si compie il passaggio alla informatizzazione delle redazioni, il passaggio al colore, lo spazio per i femminile sempre con un occhio attento ai conti. Ha lavorato con Agnelli, Romiti, De Benedetti, Caracciolo, Scalfari (che definiva «Un genio») . Ha vissuto gli anni di piombo, lo scontro per il controllo dell’Espresso. E riferendosi a quegli anni diceva:«Non è stato un cammino in pianura ma irto di alti e bassi». Lasciati i grandi gruppi, nel 2009 aveva fondato il giornale online Blitzquotidiano
Peter GreeneAttore
Wikipedia
(8 ottobre 1965 – 12 dicembre 2025) Volto iconico dei “cattivi” di Hollywood degli anni Novanta, è stato trovato senza vita nel suo appartamento nel Lower East Side. Il 1994 è l’anno che lo consacra al grande pubblico, grazie alla partecipazione a due film “storici”: “The Mask” e “Pulp Fiction”. Nel primo interpretava Dorian Tyrell, gangster pronto a tutto per ottenere i poteri magici di una maschera, lottando contro il protagonista (il bancario Stanley Ipkiss, interpretato da Jim Carrey); nel secondo era lo sceriffo Zed. In oltre trent’anni di carriera, Greene ha recitato in circa 95 pellicole, tra cui “Laws of Gravity”, “Blue Streak” e “Training Day”. Aveva raccontato di essere scappato di casa a 15 anni e di aver avuto problemi con la droga.
Rob ReinerRegista
Afp
(6 marzo 1947 – 14 dicembre 2025) Attore, produttore e regista, Rob Reiner ha diretto molti grandi successi hollywoodiani, tra cui “La storia fantastica”, “Harry ti presento Sally…”, “Stand By Me – Ricordo di un’estate”, “This is Spinal Tap”, “Codice d’onore”. Oltre a realizzare come regista una ventina di film, è stato anche uno dei fondatori della società di produzione “Castle Rock” con cui ha prodotto “Scappo dalla città”, “Le ali della libertà” e “Michael Clayton”. Figlio dell’attore Carl Rainer, il regista era un convinto attivista nella comunità di Hollywood e un forte oppositore del presidente Donald Trump. Insieme alla moglie Michele Singer è stato trovato morto nella sua casa di Brentwood (Los Angeles): sui corpi sono stati trovati segni di ferite di arma da taglio. Arrestato uno dei figli
Gil GerardAttore
Adnkronos
(23 gennaio 1943 – 14 dicembre 2025) Aveva interpretato il capitano William “Buck” Rogers nella serie televisiva cult di fantascienza “Buck Rogers”: l’attore statunitense è morto all’età di 82 anni per una rara forma di tumore. Aveva raggiunto la notorietà tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta grazie alla serie prodotta da Universal Television e a Glen A. Larson, andata in onda su Nbc con il titolo originale “Buck Rogers in the 25th Century”. Il suo personaggio, un pilota Nasa ibernato accidentalmente e risvegliatosi nel XXV secolo dopo una guerra nucleare, conquistò il pubblico con un mix di avventura, ironia e fantascienza “leggera”, sull’onda del successo di “Star Wars”. All’inizio Gerard non era convinto di accettare il ruolo: «Avevo visto cosa era successo alla carriera di Adam West con Batman. Temevo di restare intrappolato in un personaggio da fumetto», raccontava. Il pilota del 1979 fu tra i venticinque maggiori incassi dell’anno negli Usa. «Il mio personaggio non era rigido né invincibile: risolveva i problemi sul momento», spiegò in un’intervista del 2017.
Giovanni MelidoniGiornalista
Ansa«Dolce sarà la primavera giallorossa», era la frase con cui chiudeva ogni suo articolo sulla Magica negli anni ’70-’80.
(16 agosto 1935 – 22 dicembre 2025) Addio a Giovanni “Gianni” Melidoni, decano dei giornalisti sportivi. Nato a Napoli, era stato assunto a vent’anni a “Il Messaggero” di cui fu per alcuni anni anche vicedirettore, e dove rimase per tutta la sua carriera tranne gli ultimi anni, al “Tempo”. Undici Olimpiadi e tanto calcio sintetizzano la sua carriera: fu lui, infatti, a raccontare gli scudetti della Lazio di Maestrelli nel ’74 e della Roma di Liedholm nell’83, ingaggiando polemiche contro le squadre del Nord e anche nei confronti di Enzo Bearzot, per la mancata convocazione di Roberto Pruzzo al Mondiale ’82. Celebri i suoi interventi al “Processo di Aldo Biscardi”, dove portò la sua verve polemica a difesa delle squadre della Capitale.
Chris ReaCantante
Epa
(4 marzo 1951 – 22 dicembre 2025) Cantante britannico famoso negli anni ’80 e ‘90: ha venduto 30 milioni di dischi con i successi “Josephine”, “On the Beach” e “Driving home for Christmas” che parla di un uomo che, stanco di viaggiare, fa ritorno a casa per le feste. Durante la sua carriera ha registrato 25 album da solista e ha raggiunto la cima della classifica delle hit in Gran Bretagna. Voce roca e modo di suonare la chitarra inconfondibile, si era ammalato di cancro nel 2001. Padre italiano originario di Frosinone, 6 fratelli, aveva iniziato la carriera musicale negli anni Settanta con i Magdalene, dove aveva sostituito David Coverdale (che sarebbe poi diventato il frontman dei Deep Purple). Nel 2017 sostenne la campagna elettorale del partito laburista. Scrisse colonne sonore e un film intitolato in italiano “La Passione”: ispirato dalla figura di Wolfgang von Trips, pilota tedesco della Ferrari morto tragicamente a Monza nel 1961. Era noto anche per la sua collezione di automobili d’epoca
Maria Sole AgnelliDirigente e politica
Ansa
(9 agosto 1925 – 26 dicembre 2025) Figlia di Edoardo Agnelli e Virginia Bourbon del Monte e sorella dell’avvocato Gianni e di Susanna, aveva 100 anni. Nata a Villar Perosa (Torino), dalle prime nozze con Ranieri Campello della Spina aveva avuto quattro figli (Virginia, Argenta, Cintia e Bernardino), mentre dal secondo matrimonio con Pio Teodorani Fabbri era nato Eduardo. Membro di spicco della famiglia e azionista in diverse imprese collegate al gruppo, dal 1960 al 1970 era stata anche sindaca del comune umbro di Campello sul Clitunno. Per 14 anni, fino al 2018, era stata presidente della Fondazione Agnelli. Una curiosità? Grande amante dell’equitazione, ha visto visto uno dei suoi cavalli – Woodland – vincere una medaglia d’argento alle Olimpiadi di Monaco del 1972.