di
Maddalena Berbenni

Mohamed Ryah finisce nell’inchiesta della Procura anti terrorismo e della Procura di Genova. L’ipotesi è che La Palma servisse per girare soldi al gruppo armato in Palestina

«Gaza chiede il vostro aiuto: denaro, qualsiasi cosa abbiate». Nella dettagliata nota stampa, con la quale hanno dato notizia delle 9 persone portate in carcere per avere finanziato attentati contro Israele, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo e il procuratore di Genova Nicola Piacente citano l’appello che il capo dell’ufficio politico di Hamas lanciò tre giorni dopo l’attacco del 7 ottobre 2023. È la jihad del denaro, che si combatte a migliaia di chilometri di distanza dalla Striscia. Anche in Italia. La rete ricostruita nell’indagine portata avanti con la Digos e il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Genova (oltre che con gli uomini del Nucleo speciale della polizia valutaria della stessa Gdf) conduce al capoluogo ligure e a Milano, ma anche in via Garibaldi, pieno centro di Bergamo, nello studio dell’avvocato Mohamed Ryah, 36 anni, origini marocchine, fra gli indagati a piede libero finiti nel giro delle perquisizioni di ieri mattina. Agenti e finanzieri hanno passato al setaccio la sua casa a Verdello, sequestrando computer e altro materiale informatico che ora sarà analizzato. «Non abbiamo nulla da dichiarare», è la ferma risposta di Nabil Ryah, fratello maggiore di Mohamed, anche lui avvocato.

Il nome di Mohamed Ryah è legato a due associazioni, La Cupola d’Oro e La Palma, che sarebbero state create allo scopo di convogliare i fondi che arrivavano dalla «zakat», l’elemosina dei fedeli islamici raccolta nelle moschee. Fondi che poi, in contanti o attraverso operazioni bancarie, sarebbero stati inviati in Palestina a realtà legate ad Hamas e al suo braccio armato. A gestire i trasferimenti nelle retrovie sarebbe stato il presidente dell’associazione dei palestinesi in Italia, Mohammad Hannoun, 63 anni, architetto di Genova, al centro delle accuse e ora in cella. Gli inquirenti hanno calcolato che dall’Associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese (Abspp) e dall’Abspp-Organizzazione di volontariato di Genova e dalla Cupola d’Oro di Milano sono passati quasi 7 milioni e 300 mila euro, per i quali è stato disposto il sequestro preventivo ai fini della confisca insieme ad altri 870 mila euro di spese, per un totale di 8 milioni e 100 mila euro. L’attività di raccolta del denaro risalirebbe fino al 2001, ma è soprattutto dopo gli attentati di ottobre 2023 che si sarebbe intensificata, portando alla nascita di nuove associazioni per sviare i controlli, che su Hannoun e i suoi (presunti) complici si erano fatti via via più stringenti. Nelle 300 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, la gip di Genova Silvia Carpanini fa riferimento a stralci di informative israeliane e statunitensi che lo segnalano come uomo di Hamas.



















































Dunque, dopo le due originarie associazioni genovesi, costituite tra il 1994 e il 2003, a dicembre 2023 viene aperta a Milano, proprio dall’avvocato Ryah, La Cupola d’Oro, seguita il 18 gennaio 2025 dall’Al-Nakhla, La Palma, che ha sede legale nello studio in via Garibaldi, a Bergamo, dello stesso Ryah. Dalla ricostruzione degli investigatori, l’avvocato aiutava il gruppo di Hannoun a destreggiarsi per evitare grane. L’ordinanza riporta, ad esempio, un incontro del 25 giugno 2024, nella sede della Cupola d’Oro, in cui Ryah informa Yaser Elasaly, Ra Ed Dawoud e Abu Deiahb Khalil (tutti in carcere) che l’associazione, aperta solo quattro mesi prima, aveva già fruttato 400 mila euro e suggerisce di crearne una nuova con un diverso rappresentate legale «da sacrificare», per evitare il blocco dei conti. Nasce, appunto, La Palma, formalmente dedita ad attività di cooperazione internazionale. Per la giudice, le conversazioni intercettate in quel periodo «dimostrano in modo univoco che gli indagati, con il significativo apporto dell’avvocato Mohamed Ryah, hanno costituito la nuova associazione La Palma con il fine di proseguire nell’attività di raccolta fondi e finanziamenti destinati in una parte rilevante ad Hamas, ma dietro lo schermo di un nuovo organismo, apparentemente del tutto estraneo alla precedente attività svolte dalle associazioni ormai compromesse».

Inevitabile, l’eco politica, con il ministro per gli Affari regionali e per le Autonomie, il leghista Roberto Calderoli, che torna a proporre l’istituzione di un albo degli imam, per garantire «la massima trasparenza» sui luoghi di culto. 


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28 dicembre 2025