Mentre il mondo osserva con il fiato sospeso l’evoluzione della saga di Pandora, James Cameron ha deciso di lanciare una nuova bomba mediatica che farà felici gli appassionati di fantascienza classica. Il regista di Titanic e Terminator ha infatti confermato che uno dei suoi progetti più longevi e ambiziosi sta finalmente uscendo dal “limbo” produttivo: il remake di Viaggio Allucinante (Fantastic Voyage).
Il film originale del 1966, diretto da Richard Fleischer, è considerato una pietra miliare del genere per l’idea rivoluzionaria di un team di scienziati che, a bordo di un sottomarino miniaturizzato, viene iniettato nel corpo umano per compiere un’operazione salvavita dall’interno. Cameron insegue questa visione dalla fine degli anni ’90 e, dopo decenni di falsi allarmi e l’avvicendamento di vari nomi illustri, ha confermato ufficialmente che la produzione è ora in una fase estremamente concreta. Il regista ha dichiarato di essere impegnato proprio in questo periodo con un collega per rifinire la nuova versione della sceneggiatura, assicurando che il film si farà.James Cameron e il “Viaggio Allucinante”: il remake del cult sci-fi è finalmente realtà?
Realizzare un film ambientato quasi interamente dentro il corpo umano negli anni ’60 fu una sfida tecnica senza precedenti. Il regista Richard Fleischer, che aveva già diretto per Disney Ventimila leghe sotto i mari, decise di non usare animazioni tradizionali, ma di costruire enormi set fisici. Per simulare i vasi sanguigni, il cuore e il cervello, vennero utilizzate tonnellate di plastica, fibra di vetro e luci colorate. Gli attori, tra cui una giovanissima Raquel Welch nel ruolo che la lanciò come icona globale, venivano letteralmente appesi a cavi d’acciaio sottilissimi e fatti “volare” per simulare il nuoto nel plasma sanguigno. Questa dedizione artigianale valse alla pellicola due premi Oscar: uno per i Migliori Effetti Speciali e uno per la Migliore Scenografia.
Molti credono erroneamente che il film sia tratto da un romanzo di Isaac Asimov, ma la realtà è l’opposto. La sceneggiatura originale era di Harry Kleiner, basata su un’idea di Otto Klement e Jerome Bixby. La casa editrice Bantam Books, volendo lanciare un libro in contemporanea con il film, commissionò ad Asimov la “novelization”. Lo scrittore, però, era così veloce che il suo libro uscì sei mesi prima del debutto nelle sale, inducendo il pubblico a pensare che il film fosse un adattamento. Asimov, da scienziato rigoroso, dovette correggere diverse “licenze poetiche” dello script per renderlo minimamente plausibile, come ad esempio spiegare perché gli oggetti rimpiccioliti non violassero le leggi della fisica.

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Sotto la superficie di un’avventura medica, il film è intriso del clima politico dell’epoca. La trama ruota attorno allo scienziato Jan Benes, l’unico a conoscere il segreto per rendere la miniaturizzazione permanente, che cade in coma dopo un attentato mentre tenta di disertare dall’Unione Sovietica. La missione del sommergibile Proteus non è quindi solo un atto di eroismo medico, ma un’operazione di spionaggio ad alto rischio. La presenza di un sabotatore a bordo aggiunge un elemento di thriller paranoico tipico del cinema degli anni ’60, dove il nemico poteva nascondersi ovunque, anche all’interno di un gruppo di salvataggio.
Nonostante siano passati quasi sessant’anni, l’estetica di Viaggio Allucinante è rimasta nell’immaginario collettivo, influenzando decine di opere successive, dai cartoni animati come I Simpson e Futurama fino a film come Salto nel buio (1987). Il suo fascino risiede nella capacità di trasformare la biologia umana in un paesaggio alieno, una “frontiera” che James Cameron sembra intenzionato a mappare di nuovo con i mezzi quasi illimitati del cinema contemporaneo.
Sebbene Cameron non abbia ancora svelato ufficialmente chi siederà dietro la macchina da presa, il mondo del cinema scommette su un ritorno di fiamma con Guillermo del Toro o sull’ingaggio di un talento visionario capace di gestire la maniacale attenzione del produttore per la tecnologia. La scelta di procedere proprio ora non è casuale: Cameron ha sempre sostenuto di voler attendere il momento in cui gli effetti visivi fossero stati abbastanza maturi da rendere giustizia alla complessità dell’anatomia umana. Grazie ai progressi raggiunti con la saga di Avatar, quel traguardo tecnologico sembra essere finalmente a portata di mano.
Il nuovo Viaggio Allucinante non si preannuncia come una semplice operazione nostalgia, ma come un’esperienza immersiva che sfrutterà il 3D nativo e le più moderne tecniche di motion capture per trasformare il corpo umano in un’ultima, inesplorata frontiera. La produzione sarà curata dalla Lightstorm Entertainment e si prevede che la sceneggiatura possa aggiornare i temi originali adattandoli alle scoperte mediche e ai dilemmi bioetici del ventunesimo secolo. Se la tabella di marcia verrà rispettata, le riprese potrebbero iniziare già nel corso del 2026, segnando il ritorno di Cameron verso territori fantascientifici più terrestri ma non per questo meno spettacolari.