Si fa sempre più interessante. Non ho scritto bello, ho scritto interessante: Inter 36, Milan 35, Napoli 34, Juventus 32, Roma 30. La Juve ha una partita in più, ma non solo per questo sabato sera, alla domanda di un tifoso che gli chiedeva se a maggio sarebbe arrivato lo scudetto, Spalletti ha risposto con acutezza e realismo toscano «’un si vince un cazzo». È stato anche simpatico, lo ammetto. Ovviamente il tifoso non s’è ancora ripreso del tutto. 

Passano le giornate – siamo quasi alla fine del girone d’andata -, si consumano interruzioni d’ogni genere e io insisto nel ricordare che Inter e Napoli hanno più struttura e valore della concorrenza diretta: per inciso, nel weekend hanno vinto tutte e quattro, tre in trasferta. 

Ieri a Cremona il Napoli s’è imposto senza troppa difficoltà con Hojlund e un McTominay sontuoso in mediana, mentre a Bergamo l’Inter ha conosciuto qualche sofferenza, pur mantenendo a lungo il controllo della partita, e ha fatto nuovamente il pieno con Lautaro. Hojlund e Neres, aspettando Lukaku, da una parte e Lautaro, Thuram, Bonny e Pio dall’altra sono parte di ciò che Milan e Juve non hanno: sono differenze sensibili, visto che proprio l’attacco è il minus di Milan (nonostante il magnifico Pulisic), Juve e soprattutto della Roma. 

Per avvicinarsi alla prima e alla seconda del maggio scorso Allegri e Spalletti dovrebbero poter aggiungere soluzioni di livello a gennaio. Improbabile che Luciano possa ottenere il centravanti da doppia cifra, da verificare invece è Füllkrug, il 9 che Tare ha consegnato a Max. 

Buen camino a tutti, e occhio alla prostata inflamada. 

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