Poco meno di un mese fa Liberty Media ha completato l’acquisizione dell’84% di Dorna, titolare dei diritti di MotoGP, dopo che la Commissione Europea ha finalmente dato il via libera a un’operazione che si è protratta molto più a lungo di quanto entrambe le parti avessero inizialmente previsto.

In queste quattro settimane, i movimenti all’interno del personale Dorna, per lo più spagnolo, si sono accelerati. E i cambiamenti sono solo all’inizio, soprattutto nell’area commerciale e marketing. Queste due divisioni, strettamente correlate tra loro, sono diventate uno dei punti focali dell’azione dei dirigenti di Liberty in questa prima fase del loro arrivo.

A capo del reparto commerciale c’è Dan Rossomondo, che ha assunto questa carica poco più di due anni fa, arrivando direttamente dalla NBA. L’indagine aperta da Bruxelles per valutare se l’acquisto di Dorna fosse conforme al quadro normativo antitrust ha costretto le due parti a mantenere un silenzio che ora può essere rotto.

In questa fase del nuovo percorso che intraprenderà la serie, una delle prime domande che la maggior parte delle persone si è posta – sia all’interno del paddock che probabilmente anche all’esterno – riguarda come cambierà il campionato sotto l’egida del gigante nordamericano dell’intrattenimento e se verranno adottate alcune delle strategie applicate in F1.

Dan Rossomondo

Dan Rossomondo

Foto de: Gold and Goose Photography / LAT Images / via Getty Images

“Sia Liberty che noi comprendiamo che la stessa strategia non funziona necessariamente due volte. Deve essere unica per il nostro sport. Abbiamo una serie di specificità diverse rispetto alla F1”, spiega Rossomondo in un’intervista concessa a ‘Blackbook Motorsport’.

“Le persone di Liberty sono molto astute, sanno di avere qualcosa di unico e non vogliono rovinarlo. Credo che dedicheranno molto tempo a comprendere il mercato e chi siamo. Non credo che cercheranno di commercializzare lo sport. Riconoscono alcuni modelli in entrambe le proprietà che avrebbero senso e che potremmo sfruttare, ma non possono essere uguali”.

A titolo personale, Rossomondo riconosce che il contributo di Liberty, e soprattutto la sua precedente esperienza con la F1, può essere di grande aiuto nella sua ambizione di espandere il marchio. Ciò dovrebbe andare di pari passo con un aumento della popolarità che inevitabilmente porterebbe a un incremento dell’interesse degli sponsor. In ultima analisi, ciò si tradurrebbe maggiori entrate globali.

“Dobbiamo concentrarci sulle collaborazioni non endemiche. Stiamo andando molto bene, ma dobbiamo cercare di far sì che i marchi dicano: ‘Voglio usare la MotoGP per commercializzare il mio prodotto’. Liberty può aiutarci ad aprire le porte e ad ottenere ottimi casi pratici grazie a ciò che ha fatto con altre proprietà, ma siamo noi che dobbiamo metterci davvero al lavoro su questo”, sottolinea il dirigente americano.

La globalizzazione che ha caratterizzato la F1 negli ultimi cinque anni ha portato il campionato verso nuove destinazioni. Ovviamente, Rossomondo vede di buon occhio anche la possibilità che questo fenomeno si ripeta nella MotoGP, pur mantenendo l’Europa come continente centrale.

“Cerchiamo sempre di espandere la nostra presenza al di fuori dell’Europa, ma dobbiamo anche fare sì che sia sostenibile. Andremo in paesi come Indonesia, Malesia, Thailandia e l’anno prossimo anche in Brasile. Ma quando arriviamo in Europa, la percezione è diversa. Ci piacerebbe avere più mercati in cui competere? Assolutamente sì. Ma dobbiamo anche assicurarci di sfruttare al massimo i circuiti esistenti”.

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