C’è sempre stato un alone di mistero attorno a Will Beyers. Un mistero che attraversa l’intera storia di Stranger Things, fin dal primo episodio, senza mai trovare una spiegazione definitiva. Almeno, non prima dell’arrivo della quinta stagione. In tutti questi 9 anni molti hanno cercato di darsi delle risposte: il ragazzo sbagliato, nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Ma la stagione finale invita a riconsiderare ogni certezza.

Con l’arrivo dei primi episodi della quinta stagione, la serie torna alle origini, a quella notte del 1983 che ha cambiato Hawkins per sempre. Nulla viene spiegato subito, eppure ogni scena sembra mirata a fare intendere che la verità fosse sempre stata lì, sotto gli occhi degli spettatori più attenti.

Stranger Things 5 non aggiunge solo gli ultimi pezzi di un puzzle: li mescola e li riorganizza. E lo fa partendo proprio da Will, il personaggio che più di tutti ha incarnato l’essenza del film, oltre a Undici, il più carismatico, il più fragile e quello con il legame più profondo con il Sottosopra. E adesso il motivo è chiaro.

Will Byers non era una vittima casuale

La rivelazione più inquietante del Volume 1 è forse quella più intuitiva: Will non sarebbe stato scelto a caso. Vecna, alias Henry Creel, considera i bambini come “contenitori ideali”, menti aperte, vulnerabili, capaci di assorbire e riflettere il trauma. In Will riconosce qualcosa di familiare: una sensibilità estrema, un senso di esclusione, una solitudine che lo rende perfettamente “sintonizzato”.


Stranger Things-Copyright di Netflix e di altri studi di produzione e distributori pertinenti-badtaste

La nuova stagione dimostra che il primo contatto non è stato un semplice attacco del Demogorgone. Alcuni indizi lasciano intendere un intervento più consapevole, forse psichico, che collega Will al cuore stesso del Sottosopra. Un legame che, stagione dopo stagione, non si è mai davvero spezzato. Stranger Things 5 rilegge anche il rapporto tra Will e il Mind Flayer. Non più solo una possessione, ma una connessione duratura, quasi una cicatrice mentale. Will diventa il primo anello di una catena che porta direttamente a Vecna, come se fosse stato “marchiato” sin dall’inizio.

Questo spiegherebbe perché Will continui a percepire la presenza del male, perché il suo dolore sia sempre stato diverso da quello degli altri. Non un ricordo, ma un’eco costante. La stagione finale insinua che Vecna abbia visto in lui non solo una vittima, ma un possibile strumento. Con il secondo blocco di episodi, atteso a fine dicembre, le teorie si moltiplicano.

Will potrebbe non essere più solo il ragazzo da proteggere, ma una pedina fondamentale nello scontro finale. Le sue connessioni con Vecna potrebbero trasformarsi in un’arma, o in una condanna definitiva. Undici non è più sola, e l’idea che Will possa sviluppare abilità latenti apre scenari affascinanti e pericolosi. Stranger Things 5 sembra preparare un confronto che non sarà solo fisico, ma psicologico perché riporta ogni personaggio davanti alle proprie ferite.

In copertina: Noah Schnapp nei panni di Will Beyers in Stranger Things-Copyright di Netflix e di altri studi di produzione e distributori pertinenti-badtaste