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La scorsa settimana una coppia statunitense ha avuto un figlio col quale ha molto probabilmente battuto un record. Per quello che si sa, infatti, il loro è il primo caso di una gravidanza andata a buon fine dopo l’impianto di un embrione (cioè un ovulo fecondato) rimasto congelato per così tanto tempo: quasi 31 anni, dal 1994. Non è però una cosa così impensabile: il record precedente era di una coppia di gemelli nati nel 2022 da un embrione congelato nel 1992, quindi trent’anni prima.

Lindsey e Tim Pierce hanno 35 e 34 anni, vivono in Ohio e si erano sottoposti a una procedura di fecondazione assistita dopo sette anni di tentativi di avere un figlio che non avevano portato risultati. Negli Stati Uniti è possibile donare i propri embrioni congelati, ma è molto raro che venga fatto con embrioni così vecchi. E infatti questo gli è stato donato con una procedura che negli Stati Uniti viene chiamata “adozione di embrioni” e viene portata avanti da persone, cliniche e agenzie che per convinzione religiosa non vogliono per nessun motivo buttare via gli embrioni congelati.

La donna che ha donato l’embrione di 31 anni ai Pierce si chiama Linda Archerd e ha 62 anni. Nel 1994 si era sottoposta a una procedura di fecondazione in vitro con trasferimento dell’embrione, che oggi è una delle tecniche di fecondazione assistita più comuni ma che ai tempi era una novità. Insieme al marito, aveva ottenuto quattro embrioni. Uno le era stato impiantato e aveva portato alla nascita di sua figlia, gli altri tre invece li aveva fatti congelare, conservandoli per anni con l’idea di poter avere altri figli: cosa che però poi aveva abbandonato.

Dopo essersi separata dal marito ed essere andata in menopausa, Archerd pagava circa mille dollari all’anno per conservare i tre embrioni, ma non voleva buttarli, e neanche regalarli alla ricerca scientifica o donarli a una famiglia in modo anonimo. Voleva essere sicura di veder nascere i bambini che sarebbero eventualmente diventati: in un’intervista ha detto di considerarli «fratelli di mia figlia».

Archerd trovò quindi un’agenzia cristiana, la Nightlight Christian Adoptions, che si occupa di “adozioni di embrioni” a partire dalla convinzione religiosa secondo cui la vita inizierebbe dal concepimento e che quindi gli embrioni avrebbero in qualche modo “diritto” di diventare persone. L’agenzia trovata da Archerd non è l’unica negli Stati Uniti che mette in contatto persone che vogliono donare i propri embrioni con coppie che ne hanno bisogno: i donatori possono conoscere le coppie e decidere se donare proprio a loro o meno. È l’unica agenzia però che Archerd aveva trovato, dopo una lunga ricerca, disposta ad accettare embrioni congelati da così tanto tempo: sia perché si teme che le tecniche di crioconservazione negli anni Novanta non fossero affidabili come oggi, sia perché c’è la convinzione che con embrioni più vecchi sia più difficile che inizi una gravidanza.

Gli embrioni di Archerd furono inseriti all’interno di un programma speciale dell’agenzia, per embrioni più difficili da donare di altri: i Pierce stavano provando da anni ad avere figli, e decisero di affidarsi a quello stesso programma perché si sentivano a loro volta un caso più difficile di altri. «Pensammo che fosse folle», ha detto Lindsey, «non sapevamo che congelassero gli embrioni già così tanto tempo fa».

Anche la clinica a cui si sono rivolti i Pierce per la fecondazione assistita, la Rejoice Fertility, è cristiana: il medico che ha impiantato l’embrione, John Gordon, è impegnato nel tentativo di ridurre il più possibile il numero di embrioni conservati negli Stati Uniti, i quali, dice, «pesano sulla sua coscienza». Per questo non si è tirato indietro di fronte alla possibilità di impiantare un embrione così vecchio, come invece avrebbero fatto molti altri al suo posto. È in questa stessa clinica che è stato impiantato l’embrione di trent’anni da cui sono nati i due gemelli nel 2022.

Secondo gli esperti, negli Stati Uniti ci sono circa un milione e mezzo di embrioni congelati. La clinica ha fatto sapere che gli embrioni di Archerd erano conservati con un metodo vecchio e che per questo il processo di scongelamento è stato particolarmente delicato. Lo scongelamento ha funzionato, ma poi uno dei tre embrioni ha smesso di crescere: ne sono quindi stati impiantati due, di cui uno è cresciuto e diventato un feto.