di
Simone Golia
Il 29 dicembre 2013 il sette volte campione del mondo riportò un grave trauma cranico in un incidente sugli sci a Meribel, in Francia. Da allora la sua famiglia non ha trovato pace fra continue indiscrezioni e fatti di cronaca
Dodici anni senza Michael Schumacher. O meglio, senza vederlo e senza sapere come realmente sta dopo il terribile incidente del 29 dicembre 2013 sugli sci a Méribel, in Francia, dove la leggenda della Formula 1 – sette mondiali in carriera, oggi 56enne – riportò un grave trauma cranico. Tre giorni dopo fu operato all’Ospedale Universitario di Grenoble. Il 2 gennaio seguente la sua addetta stampa, Sabine Kehm, interruppe gli aggiornamenti medici. Da allora ne è stato pubblicato solo uno, nel luglio 2014, che annunciava che Michael era uscito dal coma e che sarebbe stato trasferito a Losanna. Poche settimane dopo, l’ex ferrarista tornò nella casa di famiglia sulle rive del Lago di Ginevra per essere curato da un’équipe specializzata. Da lì il riserbo più totale.
La cerchia ristretta e la parabola dell’ex agente
Nessuna notizia ufficiale, solo qualche dichiarazione da parte di chi fa parte della cerchia ristretta della famiglia, capitanata dalla moglie Corinna, la quale ha optato per una privacy assoluta. In pochissimi possono varcare i cancelli della villa sul Lago di Ginevra, fra loro Ross Brawn (ingegnere di Schumacher alla Benetton e alla Ferrari), il suo capo in rosso Jean Todt, poi l’ex boss della F1 Bernie Ecclestone e l’ex pilota Gerhard Berger, compagno alla Benetton e amico. Persino all’ex manager, Willi Weber, è stata costantemente negata l’opportunità di visitare Michael. Quest’ultimo non ha attraversato un periodo semplice: escluso dal recente matrimonio di Gina, la figlia di Schumi, ha più volte attaccato Corinna, accusandola di impedirgli di vedere il suo vecchio assistito. Come se non bastasse, a inizio dicembre, è stato brutalmente aggredito in casa da una banda di rapinatori, che lo hanno legato e picchiato per farsi svelare i codici della cassaforte.
«Non è più il Michael che conoscevamo»
Negli ultimi mesi un altro volto noto del paddock, Richard Hopkins (in passato responsabile delle operazioni alla Red Bull e prima ancora in McLaren), ha svelato che Schumacher «ha un medico finlandese personale» ma ha anche avanzato seri dubbi: «Non credo che rivedremo mai più Michael. Mi sento un po’ a disagio a parlare delle sue condizioni, a causa della segretezza che la famiglia, per giuste ragioni, vuole mantenere». Secondo le «speculazioni» di vari medici nel corso degli anni, l’ex pilota non sarebbe più in grado di parlare o camminare dopo il terribile incidente. «Questo non è il Michael che conoscevamo», le parole di Jean Todt.
Il casco firmato con l’aiuto della moglie
Lo scorso aprile Sir Jackie Stewart, il più anziano iridato vivente con i suoi 86 anni e tre volte campione del mondo, aveva messo all’asta un casco in occasione del Gp del Bahrain per la lotta alla demenza. Fra gli autografi anche quello di Schumacher: «È meraviglioso che abbia potuto firmare il casco per questa buona causa, una malattia per la quale non esiste cura», le sue parole. Poi, in un secondo momento, rivelò la verità al Daily Mail: «Sua moglie Corinna lo ha aiutato». Un’altra persona che ha parlato di Schumacher è Felix Gorner, giornalista di RTL, che mantiene alcuni contatti con la famiglia. «La situazione è molto triste. Ha bisogno di cure costanti ed è completamente dipendente dai suoi assistenti. Attualmente può essere avvicinato da un massimo di 20 persone».
Ricatti, estorsioni e processi
Ma a turbare le giornate della famiglia Schumacher non è solo lo «sciacallaggio» circa le condizioni di salute di Michael, ma anche fatti di cronaca. Dai tentativi di ricatti e di estorsione che hanno portato alla condanna di alcuni ex collaboratori in Germania – fra i quali una guardia del corpo – alle accuse di un’infermiera, con tanto di processo, che ha lavorato nello staff sanitario del tedesco, la quale sostiene di essere stata violentata nella villa di Gland. I fatti risalgono al 2019. La donna ha accusato Joey Mawsonun, un pilota di trent’anni all’epoca amico di Mick Schumacher (ora i due non avrebbero più rapporti da molto tempo). La famiglia Schumacher non è in alcun mondo coinvolta né indagata. Vorrebbe soltanto un po’ di pace, dopo 12 anni di dolore.
29 dicembre 2025 ( modifica il 29 dicembre 2025 | 12:44)
© RIPRODUZIONE RISERVATA