Un logo dalla genesi lunga. In principio, nel 1923, era la firma in corsivo ispirata a quella del fondatore Guccio Gucci, poi abbellita nel 1929 posizionando l’autografo in verticale e anteponendogli una G puntata. Nel 1934 poi, il logo più creativo della maison, con un portiere in marsina e due valigie alla mano in chiaro omaggio al ruolo di fattorino all’Hotel Savoy di Guccio, più avanti sostituito da un cavaliere in un gancio al mondo equestre. Le doppie G, invece, furono un’intuizione di Aldo Gucci negli anni Sessanta, secondo un monogramma che nei Novanta di Tom Ford – che asciugò le lettere e le distanziò – avrebbe raggiunto un successo clamoroso. Con Alessandro Michele il logo è cambiato ancora, giustapponendo due sinuose G e orientandole entrambe verso destra. L’apice della logomania? Nella collezione a quattro mani con Balenciaga, tra suit, parka, cappotti e chi più ne ha più ne metta, stampati con il monogramma della maison fiorentina e il lettering di quella francese.