Gli Aristogatti” compie 55 anni e “tutti continuano a voler fare jazz”. E’ uno dei film d’animazione simbolo degli anni ‘70, simbolo del Natale davanti alla Tv e simbolo della famiglia. 

Uscì nelle sale statunitensi durante le festività natalizie del 1970, fu tra i film meno compresi dalla critica internazionale dell’epoca, ma al botteghino registrò incassi record e fu l’ultimo prodotto direttamente da Walt Disney, prima della sua morte nel 1966

Gli Aristogatti (The Aristocats), 1970

Gli Aristogatti (The Aristocats), 1970 (Contrasto/©Walt Disney Co./Courtesy Everett Collection)

Il lavoro è caratterizzato da un profondo legame tra la rappresentazione antropomorfa degli animali (propria delle Favole) che Disney amava, e la ricerca di uno stile frizzante e morbido allo stesso tempo, con una diegesi semplice ma non banale.

L’idea de “Gli Aristogatti” nacque nei primi anni ‘60: alcuni autori stavano creando delle trame per una serie televisiva live action della Disney e, tra le storie scritte e poi messe da parte, emerse quella dedicata a una mamma gatta con tre gattini e un maggiordomo come “cattivo”. L’ambientazione iniziale era stata N-Y, poi si pensò a Londra e, infine, si scelse Parigi

La storia del film prende spunto da un fatto realmente accaduto: nei primi del ’900, una famiglia di gatti di razza Angora ricevette in eredità una grande fortuna da una nobildonna parigina.

Uno degli elementi più iconici del film è la sua colonna sonora, ricca di brani indimenticabili, come “Tutti quanti voglion fare jazz” che, col suo tocco di swing, rende il film unico rispetto agli altri classici Disney. La canzone è cantata da Scatman Crothers, che presta la sua voce al gatto jazzista Scat Cat.

Gli Aristogatti (The Aristocats), 1970

Gli Aristogatti (The Aristocats), 1970 (Contrasto/©Walt Disney Co./Courtesy Everett Collection)

Nonostante la trama funzionasse, la sceneggiatura creata da Tom Lowe fu bocciata, era il 1962. McGowan, uno degli autori, decise di proporla direttamente a Walt Disney, che apprezzò il progetto e, nel 1967, la affidò all’esperto animatore, regista e produttore cinematografico tedesco, naturalizzato statunitense, Wolfgang Reitherman

Il budget de “Gli Aristogatti” era solo di 4 milioni di dollari, dato che spiega come mai alcune sequenze siano state riprese da “Il libro della giungla”, uscito tre anni prima. 

Titolo originale del film Gli Aristogatti

Titolo originale del film Gli Aristogatti ((WikipediaCommons/The Walt Disney Company))

Walt Disney intervenne personalmente per modificare alcune parti della storia e ci vollero ben 18 mesi e i leggendari animatori del “Nine Old Men group” (pilastri dello studio di Walt Disney che definirono lo stile classico Disney e i suoi principi dell’animazione), per creare i personaggi che però ancora oggi, dopo 55 anni continuano ad essere amatissimi dal pubblico di ogni età. 

Romeo, er mejo der Colosseo, nella versione originale si chiama Thomas O’Malley e, in quella italiana, col memorabile accento romano, ha la voce del grande Renzo Montagnani, mentre in quella inglese è doppiato Phil Harris, come anche Baloo de “Il libro della giungla”.

L’elegante gattina Minou, leziosa e canterina (Marie in originale); Matisse il pittore sognatore (Toulouse in originale) che si atteggia a “gattaccio di strada” davanti al randagio e paterno Romeo; il pianista Bizet (Berlioz in originale), simbolo di dolcezza e delicatezza, figli della gatta Duchessa, rappresentano le vocazioni artistiche e l’innocenza, facendosi portavoce di valori come l’amicizia, la famiglia, la fiducia e il saper far squadra. 

Gli Aristogatti (The Aristocats), 1970

Gli Aristogatti (The Aristocats), 1970 (Contrasto/©Walt Disney Co./Courtesy Everett Collection)