LECCE – Ventuno persone sono indagate dalla Procura di Lecce per una maxi-truffa sui bonus edilizi che avrebbe sottratto all’erario una somma complessiva di 2 milioni di euro.

L’avviso di conclusione delle indagini preliminari, con contestuale avviso di garanzia, è stato firmato dalla pm Simona Rizzo ed è stato notificato in questi giorni.

Secondo l’accusa, tra aprile 2021 e gennaio 2022, sarebbe stato messo in piedi un sistema basato sulla presentazione di dichiarazioni false all’Agenzia delle Entrate per ottenere crediti d’imposta relativi a bonus facciate, ecobonus e bonus ristrutturazioni per lavori mai effettuati. I crediti venivano poi ceduti a Poste Italiane Spa che, ignara della truffa, accreditava gli importi sui conti correnti intestati agli indagati. Gli importi delle singole truffe contestate variano da un minimo di 32.371 euro a un massimo di 208.962 euro. 

Solo in tre casi le istanze sarebbero state respinte dall’ente, configurando quindi un tentativo di raggiro.

Il ruolo centrale di Marotta

Al centro dell’inchiesta c’è Andrea Marotta, 49 anni di Gallipoli, che compare nella maggior parte dei capi d’accusa.

La prima truffa che gli viene contestata riguarda dichiarazioni presentate a proprio nome tra aprile e novembre 2021 per crediti d’imposta fittizi pari a 248.500 euro, relativi a un immobile di Gallipoli non a lui intestato, in ragione dei quali Poste avrebbe accreditato la somma decurtata dell’aggio trattenuto dall’istituto, in questo caso pari a oltre 208mila euro.

Gli immobili indicati nelle pratiche risultavano spesso non intestati ai dichiaranti e, in alcuni casi, erano addirittura inesistenti.

I 21 indagati

Oltre a Marotta, l’avviso è stato spedito a: Ernesto Autunno, 32 anni, di Matino; Donato Bartolomeo, 60 anni, di Taurisano; Salvatore Capoti, 75 anni, di Gallipoli; Rocco Antonio Conte, 48 anni, di Aradeo; Paola De Masi, 50 anni, di Racale; Lucio Roberto De Salve, 34 anni, di Matino; Rosalba Durante, 51 anni, di Nardò; Antonio Fracella, 36 anni, di Nardò; Paolo Isaia, 57 anni, di Gallipoli; Antonio Leo, 27 anni, di Nardò; Giacomo Montunato, 45 anni, di Matino; Simona Morrone, 47 anni, di Nardò; Maurizio Mucci, 63 anni, di Lecce; Oltian Shehaj, 34 anni, di Taviano; Maria Randazzo, 62 anni, di Matino; Luigi Rossetti, 51 anni, di Melissano; Giulia Sabato, 50 anni, di Trepuzzi; Marcello Scarlino, 61 anni, di Taurisano; Giuliano Zilli, 29 anni, di San Cesario di Lecce; e Sonia Anna Zollino, 58 anni, di Nardò.

Alcuni di loro avrebbero prestato le proprie generalità per presentare le false dichiarazioni, altri avrebbero fornito supporto logistico o avrebbero partecipato alle operazioni di riciclaggio dei proventi illeciti.

Le accuse

Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, sono molteplici: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione di documenti per operazioni inesistenti, tentato indebito utilizzo di crediti d’imposta inesistenti e autoriciclaggio.

Tra gli addebiti c’è anche il riciclaggio del denaro ottenuto fraudolentemente: le somme sarebbero state infatti rapidamente trasferite verso società, professionisti o conti esteri, in particolare in Albania, con causali che facevano riferimento a prestazioni, forniture o finanziamenti.

Dal conto di uno degli indagati, Ernesto Autunno, 32 anni, di Matino, per esempio, sarebbero stati spostati, in più tranche, 185mila euro verso diverse società con causali come “noleggio attrezzatura” o “acquisto materiale edile”.

I prossimi passi

Gli indagati (assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Alessandro Costantini Dal Sant, Alexia Pinto, Roberto De Mitri Aymone, Flavio Fasano e Alessandra Assunta Luchina) hanno ora venti giorni di tempo per prendere visione degli atti d’indagine e presentare memorie difensive, produrre documenti o chiedere di essere interrogati. Al termine di questo periodo, la pm valuterà se chiedere il rinvio a giudizio.

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