Il primo bilancio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sui blocchi «anti-spoofing»: in 12 giorni bloccate 50 milioni di chiamate illecite, ma i call center aggirano il filtro usando vere numerazioni straniere. «Comprare linee VoiP costa una manciata di euro» spiega l’esperto

I nuovi numeri divulgati da Agcom sulle chiamate «spam» dei call center molesti sono impressionanti e raccontano con precisione l’assedio a cui sono sottoposti i telefoni degli italiani. Nei primi dodici giorni di piena operatività del nuovo blocco sulle numerazioni mobili, attivato lo scorso 19 novembre, i filtri hanno fermato ben 49,3 milioni di chiamate illecite. Si tratta di una media di oltre 4 milioni di tentativi di contatto al giorno. Anche se, a dirla tutta, la percezione di molti italiani è diversa: il telefono continua a suonare, ma il prefisso non è più quello (fittizio) di Milano o Roma, o quello di un cellulare italiano, bensì quello di Madrid, Londra o Stoccolma. È l’effetto collaterale di una misura che tecnicamente funziona, ma che ha costretto l’industria del telemarketing aggressivo a cambiare pelle in tempo reale. E negli ultimi giorni prima del Natale, molti squilli molesti sono arrivati – come nell’era pre-filtri – nuovamente da numeri italiani, call center in teoria in regola ma che spesso non lo sono.

I dati dei filtri AgCom

L’analisi dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni copre il periodo che va dal 19 al 30 novembre 2025, la prima finestra temporale in cui è stato attivato il blocco delle chiamate internazionali che si presentano con un numero mobile italiano falso. Questa tecnica, nota come CLI spoofing, serviva ai call center delocalizzati per ingannare l’utente mostrando un rassicurante prefisso nazionale. I risultati confermano l’efficacia del filtro, già emersa da una primissima analisi: le chiamate con un apparente numero mobile italiano, ma in realtà provenienti dall’estero, sono crollate da una media di 26,8 milioni al giorno (rilevata a inizio novembre) a 7,4 milioni. Il sistema intercetta e abbatte circa il 56% del traffico totale.



















































La fuga verso i prefissi stranieri: +400%

Se da un lato si festeggia il successo tecnico, dall’altro si osserva un fenomeno di vasi comunicanti. L’Agcom stessa ammette che, mentre diminuivano i tentativi di spoofing, si registrava un massiccio spostamento delle attività verso numerazioni con prefisso estero. Prima del blocco, le chiamate di telemarketing con un (legittimo) numero straniero erano circa 6,6 milioni al giorno. Dopo il 19 novembre sono schizzate a ben 23,8 milioni, quasi quattro volte tanto, con un quota che vale addirittura il 74% del traffico totale in ingresso.
Questo spiega perché, improvvisamente, sugli schermi degli smartphone italiani compaiono con insistenza prefissi come +34 (Spagna), +44 (Regno Unito), +46 (Svezia) o +40 (Romania). E molti altri. 
Non potendo più mascherarsi da numero italiano, i call center utilizzano ora le numerazioni reali dei Paesi da cui operano. O, più spesso, dove affittano centralini virtuali: questo è un punto importante (su cui torneremo). L’Autorità definisce questo comportamento un «chiaro segnale di ripiego» da parte di chi opera nell’illegalità, ma per l’utente finale il fastidio resta, anche se la minaccia diventa più riconoscibile e quindi arginabile
Restano le telefonate dall’Italia che, con tutti i filtri attivati, ormai dovrebbero provenire soltanto da call center legittimi. L’impressione empirica è che ci siano in circolazione ancora parecchie aziende di telemarketing un po’ troppo spregiudicate. «I residui casi di spoofing con numerazioni italiane, opportunamente segnalati all’Autorità, sono attualmente oggetto di vigilanza per l’individuazione dei soggetti responsabili, i quali non possono più nascondersi dietro l’irrintracciabilità derivante dall’utilizzo di un operatore estero» scrive Agcom.

Migliaia di chiamate costano una manciata di euro

È possibile arginare questa nuova inondazione di chiamate dall’estero? Massimo Marucci, consulente ed esperto di telefonia aziendale, spiega che tecnicamente non siamo più di fronte a una falsificazione: queste chiamate «non violano nessuna delle nuove regole anti-spoofing» perché utilizzano numerazioni estere vere, regolarmente assegnate da operatori VoIP. Ed ecco perché arrivano tante chiamate: affittare pacchetti di numerazioni VoIP in giro per l’Europa ha costi irrisori. «È come comprare caramelle, costano meno di un panino», spiega Marucci. Che fa qualche esempio: 20 numerazioni spagnole costano 05 euro, 50 numerazioni svedesi si portano via con 8 euro, 100 numerazioni danesi con 10 euro. Tutte numerazioni con chiamate illimitate verso l’Italia. Essendo numeri tecnicamente validi e non manipolati, le reti telefoniche non hanno motivo né autorità per bloccarli preventivamente: è facile comprendere come un blocco indiscriminato dei prefissi esteri impedirebbe comunicazioni legittime con banche, corrieri, partner commerciali o parenti e amici in viaggio. «I call center non hanno smesso di chiamare: hanno solo cambiato continente», conclude Marucci, evidenziando come il telemarketing si adatti alle regole più velocemente di quanto le regole riescano a contenerlo.

Le difese possibili

In attesa che un’eventuale regolamentazione internazionale (o per lo meno europea) trovi una risposta a questo vero e proprio turismo del call center moleste, l’utente ha poche armi. La prima regola è non rispondere a prefissi esteri se non si attendono contatti da quei Paesi. È poi possibile agire sulle impostazioni del proprio sistema operativo: sia Android che iOS permettono di silenziare automaticamente le chiamate da numeri sconosciuti, anche se questo potrebbe far perdere telefonate legittime di lavoro o servizi. Esistono poi app di terze parti come TrueCaller che identificano e bloccano le chiamate basandosi su database condivisi dagli utenti, anche se è bene ricordare che l’utilizzo di questi servizi comporta spesso la condivisione della propria rubrica e dei propri dati, un compromesso sulla privacy che va valutato con attenzione. 

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30 dicembre 2025 ( modifica il 30 dicembre 2025 | 12:50)