Ricettazione e esportazione illecita di opere d’arte. La Procura di Roma avanza questa ipotesi di reato: non ci sono indagati, ma basta il nome della famiglia coinvolta a rendere la notizia degna di nota: si tratta dell’ennesimo capito che riguarda gli Agnelli e la contesa sull’eredità. I magistrati ritengono di essere ad un punto importante dell’indagine che riguarda la composizione della collezione di opere d’arte della famiglia Agnelli: 35 quadri d’autore, tra cui Monet, Picasso e De Chirico. La lista, in parte, è coperta da segreto istruttorio.

Passaggio importante: è bene ricordare che i proprietari dei quadri possono portarli dove vogliono, ma in considerazione del valore delle opere d’arte in questione, c’è l’obbligo di dare comunicazione degli spostamenti; se questa non viene presentata al ministero della Cultura, le opere, una volta rintracciate, possono essere confiscate. I magistrati ritengono che una parte dei reperti non si trovi più in Italia. La vicenda è stata anticipata da Corriere della Sera e Il Messaggero, e si inquadra nella contesa sull’eredità di Gianni Agnelli, morto il 24 gennaio 2003, tra Margherita (erede dell’Avvocato) e i suoi tre figli: John, Lapo e Ginevra.

Nel corso dell’inchiesta è stata rilevata la scomparsa di 13 dipinti indicati nell’inventario allegato al testamento, in alcuni casi sostituiti da copie, come nel caso de “La scala degli addii di Giacomo Balla”, il “Mistero e malinconia di una strada” di Giorgio De Chirico, “Glaçons, effet blanc” di Monet. La collaborazione di Margherita, attraverso il suo avvocato Dario Trevisan, ha consentito agli inquirenti di acquisire documentazione da cui risulta l’esistenza di altre 22 opere. Quale sia stato il motivo del trasferimento dei quadri – ragioni fiscali o altro – senza la comunicazione necessaria, è ancora da capire: la cosa che preme agli investigatori, al momento, è quella di recuperarli.

Se il 2025 si conclude con questo tema, il 2026 sarà altrettanto intenso per gli Agnelli. L’11 febbraio prossimo è prevista l’udienza per decidere sulla richiesta di messa alla prova di John Elkann. Inoltre, il 21 gennaio è stata calendarizzata l’udienza per discutere del patteggiamento di Gianluca Ferrero, commercialista e presidente della Juventus. Dunque, nei primi mesi del 2026 si dovrebbero definire i destini giudiziari del presidente di Stellantis e del suo braccio destro, finiti nei guai per le vicende relative all’eredità della nonna di Elkann, Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli.

Per poter accedere a undici mesi di messa alla prova, nel settembre scorso, John Elkann ha versato all’Agenzia delle Entrate 183 milioni di euro, come imposte e tassa di successione non pagate su un patrimonio di Marella Caracciolo per oltre un miliardo di euro. L’inchiesta penale era stata avviata dalla Procura di Torino dopo un esposto di Margherita Agnelli, che rivendica l’eredità materna e paterna.