MESTRE – Avrebbe compiuto 99 anni a febbraio e fino a pochi mesi fa ancora dipingeva. L’arte, insieme all’amore per la famiglia, erano infatti tutta la sua vita. E’ scomparso ieri mattina, dopo una malattia che l’avevo prostrato negli ultimi tempi, il pittore veneziano Giorgio Di Venere. Nato a Mestre nel 1927, fin da giovanissimo si era appassionato alla pittura frequentando l’Istituto d’Arte di Venezia, dove poi da adulto, dal 1968 al 1983, aveva insegnato calcografia e xilografia, proprio in quel laboratorio di arti grafiche dove da ragazzo aveva fatto le sue prime esperienze artistiche. “
IL RICORDO
«Giorgio Di Venere, sfruttando appieno le caratteristiche e le differenti possibilità delle tecniche e dei materiali, ha dato vita nelle sue opere a una vasta varietà di linee, di forme, di piani, solo in apparenza semplici ed elementari, in realtà liricamente calibratissimi. Il tutto costruito tramite la fluida energia di un colore duttile e cristallino che ritroviamo nella grande tradizione della pittura veneta ma anche nella lezione cezanniana», commenta l’amico Dino Marangon, docente, critico d’arte e curatore del volume “Di Venere. Dal segno al colore”. Grazie all’Associazione Incisori Veneti, che fin dal 1960 lo aveva accolto nelle sue fila, Giorgio Di Venere aveva avuto modo di esporre in innumerevoli mostre sia in Italia che all’estero.
IL PERCORSO
«Mio padre è rimasto però sempre molto attaccato alla sua città racconta il figlio Paolo e il suo interesse per il disegno e la pittura si è sviluppato soprattutto qui, nella campagna veneta e nella laguna di Caorle, luoghi spesso raffigurati in opere di pittura e di grafica». Come spiega Dino Marangon, la produzione artistica di Giorgio Di Venere si è modifica nel tempo: «Dalle severe e raccolte opere degli anni Sessanta, animate da pescatori intenti a narrare la fatica della quotidianità, alle incisioni monocrome e raffinatissime degli anni Ottanta, alle colorate visioni di periferie, nelle quali si integravano figurazioni geometrizzanti».
«Negli anni Novanta – aggiunge Marangon – la stilizzazione si fa sempre più essenziale nelle forme, fino agli inizi del nuovo millennio, scoprendo tratti metafisici nella quotidianità: ora la sagoma di una chiesa, ora i profili di affascinanti isole, ora scorci veneziani”. Sin dal 1957 l’artista ha più volte partecipato alle annuali collettive della opera Bevilacqua La Masa ottenendo, nel 1960, il primo premio per il disegno e nell’anno successivo il primo premio per l’incisione. Tra le esposizioni principali, quella alla prestigiosa Casa dei Carraresi a Treviso nel 1998, a Palazzo delle Contesse a Mel nel 2007, al Centro Culturale Candiani a Mestre nel 2014 e a Villa Brandolini a Pieve di Soligo, nel 2022. Giorgio Di Venere, che ha ricevuto nel 2022 il riconoscimento alla carriera del Premio Mestre di Pittura, lascia i figli Paolo, Roberto, Elisabetta e Anna e la moglie Rosalinda che aveva sposato nel 1963. «Nostro padre ci ha insegnato tante cose: coltivare le proprie passioni, cercando di non avere rimpianti nella vita e, su tutto, l’amore per la famiglia», lo ricordano con commozione i figli. La data del funerale non è stata ancora decisa.