di
Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Crescono iscritti e corsi negli Istituti Tecnologici Superiori, trainati anche dalla domanda delle imprese. Ma tra selezioni, iscrizioni e diplomati resta un divario che frena l’espansione del sistema

C’è un termometro che misura meglio di altri la febbre del mercato del lavoro: la corsa ai percorsi che promettono competenze subito spendibili. Gli Istituti Tecnologici Superiori (Its Academy) — i percorsi di formazione terziaria professionalizzante che si collocano dopo il diploma e fuori dall’università — stanno vivendo esattamente questo: un’impennata di iscritti che non è più solo un rimbalzo statistico post-pandemia, ma un segnale strutturale. «I dati più aggiornati del Ministero dell’Istruzione e del Merito confermano che il Pnrr ha rappresentato una svolta per gli Its Academy», spiega Guido Torielli, presidente di Rete Its Italy. «In tre anni gli iscritti sono triplicati, raggiungendo circa 40 mila studenti, con oltre 22 mila nuove immatricolazioni nel 2024». E soprattutto: la traiettoria media annua dal 2021 risulta coerente con l’obiettivo Pnrr di raddoppiare gli iscritti rispetto ai livelli di partenza.

Non è un caso che, nelle stesse rilevazioni, emerga anche una geografia precisa della crescita: la Lombardia guida la classifica per numero di iscritti, mentre il Sistema meccanica resta l’area tecnologica con il bacino di studenti più ampio. Il punto, però, è capire perché la curva si impenna adesso. E quanto questa crescita sia davvero convertibile in diplomati e occupati.



















































​Effetto Pnrr: più offerta, più orientamento, più imprese dentro i percorsi

La spinta finanziaria e regolatoria c’è. L’intervento del Pnrr punta ad ampliare l’offerta, potenziare laboratori e infrastrutture, rafforzare il coinvolgimento delle imprese, sostenere borse di studio, stage anche all’estero e formazione dei docenti. È una strategia pensata per trasformare gli Its in una filiera capace di crescere rapidamente, sia in termini di numeri sia di qualità.

La crescita degli iscritti, quindi, non è solo una questione di «attrattività»: è anche il risultato di un sistema che prova a rendersi più visibile, accessibile e in grado di reggere volumi maggiori.

​L’altra faccia del boom: tanti candidati, ma l’iscrizione si perde per strada

Dentro l’espansione, però, c’è una frizione poco raccontata. Nel monitoraggio Indire 2022, la pipeline era chiara: oltre 26mila richieste di partecipazione alle selezioni, più di 22mila candidati presenti, circa 19.600 idonei, ma alla fine poco più di 9mila iscritti effettivi. Una quota significativa di chi aveva superato la selezione non aveva poi completato l’ultimo passaggio.

Tradotto: la domanda potenziale è molto più ampia di quella che si trasforma in iscrizione. Il nodo sta nell’aggancio finale — orientamento, aspettative, costi indiretti, logistica — cioè nella distanza tra interesse e scelta definitiva.

​La spinta delle imprese: una domanda che corre più dell’offerta

A rendere strutturale la crescita degli Its Academy non sono solo i fondi del Pnrr, ma una domanda industriale che corre più veloce dell’offerta formativa. Secondo le stime di Unioncamere, nel 2025 le imprese italiane hanno richiesto circa 120mila diplomati Its, riuscendo però a intercettarne meno della metà. Un gap che non riguarda l’attrattività dei profili, ma la loro disponibilità effettiva.

Il fenomeno è particolarmente evidente nei comparti a maggiore intensità tecnologica — meccanica avanzata, meccatronica, Ict, logistica, transizione green — dove gli Its sono diventati veri e propri canali di reclutamento anticipato. In oltre la metà dei percorsi le imprese partecipano stabilmente alla progettazione dell’offerta formativa, contribuendo a spiegare perché, a un anno dal diploma, la quota di occupati in ruoli coerenti con il percorso superi stabilmente il 90%.

Dal punto di vista industriale, il tema non è più se gli Its funzionino, ma quanto rapidamente possano crescere senza perdere qualità. Come sottolinea Confindustria, l’istruzione tecnologica superiore è oggi uno degli strumenti chiave per ridurre il deficit di competenze tecniche del Paese. La sfida, esaurita la spinta straordinaria del Pnrr, sarà trasformare l’attuale espansione in una filiera stabile, sostenuta da finanziamenti ordinari e da un coinvolgimento strutturale delle imprese.

​Il dato che convince famiglie e studenti: lavoro (quasi sempre) coerente

La promessa degli Its Academy non vive di slogan, ma di risultati. Il monitoraggio nazionale sui percorsi conclusi mostra tassi di occupazione superiori all’85% a un anno dal diploma, con una coerenza tra formazione e lavoro che supera il 90%. È questo dato, più di ogni campagna informativa, a spostare le scelte nel post-diploma, soprattutto nei territori dove la domanda di tecnici qualificati è cronica.

​Genere e aree: crescita sì, ma con lo stesso squilibrio

Resta infine un punto critico che la crescita, da sola, non sta correggendo: la composizione del bacino. Le studentesse rappresentano poco più di un quarto degli iscritti, una quota sostanzialmente stabile negli anni. Il boom, insomma, non basta a riequilibrare la partecipazione: serviranno interventi mirati di orientamento e modelli di accesso più inclusivi.

​Cosa dice davvero il balzo

Il salto degli Its Academy è dunque il risultato di tre fattori che si rafforzano a vicenda: risorse e riforme che hanno ampliato l’offerta, risultati occupazionali che hanno costruito credibilità e una domanda industriale che spinge dal basso. La sfida ora è rendere un modello che funziona permanente, riducendo la dispersione tra idonei e iscritti e trasformando il boom in sistema.

Chiedi agli esperti

30 dicembre 2025 ( modifica il 30 dicembre 2025 | 18:47)