Marina Belotti04 ago 2025, 14:51

Ultimi aggiornamenti: 04 ago 2025, 14:51

Cresciuto nel vivaio di Zingonia, Sportiello ripercorre l’esperienza al Milan sognando di vincere un trofeo con l’Atalanta

“Ho ritrovato l’Atalanta come l’avevo lasciata. Una squadra forte dal punto di vista di tecnica e morale, un ambiente sano e umile che ha raccolto grandi risultati in tutti questi anni. È una bella sfida e non vedo l’ora di cominciare con i miei compagni: ci sono stati dei cambiamenti”. Marco Sportiello parla così da Zingonia alla presentazione in sala stampa per il suo terzo ritorno all’Atalanta: farà il vice di Carnesecchi in porta.

MILAN- “I due anni al Milan sono stati importanti, ho conosciuto un alto ambiente e un grande club storico. Quest’anno non avendo le coppe e avendo i rossoneri un portiere di un certo spessore davanti non sarei stato agevolato nel fare qualche presenza in più”.

VIVAIO NERAZZURRO- “Sono cresciuto qua, parlavo prima col presidente Antonio Percassi. Il primo tesseramento risale al 1999. Ognuno ha la sua storia e fa il percorso che crede, sono cose soggettive”.

JURIC- “Juric è un allenatore che già conosciamo, è stato un allievo di Gasperini e l’impronta è quella. Lui conta di dare il massimo, ma è una persona e un allenatore diverso: stiamo lavorando su piccoli dettagli in cui migliorare. È difficile dopo tanti anni ad altissimi livelli: non c’è molto da ritoccare, ma bisogna pur sempre migliorare”.

COMPITO- “Non sono più giovanissimo ma nemmeno a fine carriera. So quello che posso dare. Trovo calciatori di livello e di spessore: credo che l’ossatura già ci sia. Posso e devo dare una mano perché ci sono parecchi giovani e com’è normale che sia sono pronto ad aiutare tutti anche fuori dal campo”.

CARNESECCHI- “In questi anni con Rossi e Carnesecchi ci siamo sentiti spesso, con Francesco ho fatto anni insieme con le giovanili e siamo amici. Il rapporto non è cambiato. Marco invece era tornato nel 2020 e l’ho rivisto più maturo e con qualche esperienza importante, l’anno scorso è esploso”.

TROFEO- “Cosa mi manca? Con questa società direi un trofeo, sarebbe la ciliegina sulla torta”

CHAMPIONS 2020- “Valencia fu una cosa particolare, c’era il covid. Bella gara e grande passaggio del turno dal punto di vista calcistico, in un periodo particolare. COL PSG arrivammo vicinissimi alla semifinale, vincevamo 1-0 al 90′. Fu un grande percorso perché non si vedeva la differenza con squadre e campioni più quotati a livello internazionale”.

SAVORANI- “La carriera di Savorani parla da solo, ha alenato Alisson, szczensy, Lloris al Tottenham e anche in Nazionale. Ha una metodologia unica: fa cose che non abbiamo mai fatto noi tre portieri, ma ci stiamo facendo l’abitudine anche con qualche difficoltà. Parlando coi colleghi che l’ahnno vuto mi hanno detto che ha cambiato loro la vita”.

RIMPIANTI- “Rimpianti ci sono sempre nello sport, perché si può sempre fare meglio. Credo che magari non avessi ancora la testa giusta, matura, come negli ultimi anni. Negli ultimi 3-4 anni sono sicuramente cresciuto. Sono qua per fare il secondo di Marco ma senza sentirmi un secondo: sono a disposizione. Magari farò una o due partite, ma so che potrebbero essere decisive e che dovrò farmi trovare pronto. Il portiere è un ruolo in cui quando giochi, magari dopo essere stato fermo per tanto, devi performare subito”.

MAIGNAN- “Mi sono allenato con Maignan che è stato un esempio importante, è il portiere della Francia e ho provato a rubargli qualcosina. All’Atalanta di diverso ci sono meno pressioni mediatiche”.

PORTIERI ITALIANI- “Che l’Atalanta abbia tutti e tre i portieri passati dal settore giovanile è significativo. La scuola italiana parla già da sé, ma a Bergamo sono cresciuti e passati talenti importanti. Merito della società che ha scelto le persone giuste per far crescere e sviluppare tutti i ruoli”.