Ciclisti investiti e uccisi a Terlizzi, l’auto dopo l’impatto [fonte: AndriaViva.it]

Ci sono voluti 4 morti ammazzati in strada, ma alla fine, finalmente, abbiamo una reazione.

Nella giornata di ieri, domenica 3 agosto, poco dopo le 8 del mattino, lungo la provinciale 231 vicino a Terlizzi (Bari), tre uomini in bicicletta sono stati travolti e uccisi. Sandro Abruzzese, 30 anni, Vincenzo Mantovani, 50, e Antonio Porro, 70. Tutti e tre di Andria, tutti e tre volontari AVIS e donatori di sangue, uniti da amicizia, passione per la bici e impegno civile. Sono stati investiti da una Lancia Delta guidata da un trentenne residente in zona, ora indagato per omicidio stradale plurimo.

1.000 km più a nord, sulla strada tra Lecco e Abbadia Lariana, la stessa sorte è toccata a Giorgio Zanchin, originario della provincia di Varese.

La notizia di un ciclista investito e ucciso come sempre risveglia sui social gli istinti primordiali di orde di odiatori che esultano ma, questa volta, forse vista l’entità dell’evento, ha risvegliato anche la bella addormentata della sicurezza stradale: La Federazione Ciclistica Italiana.

Cordiano Dagnoni, presidente della FCI, ha espresso cordoglio e annunciato che un gruppo di lavoro “istituito ad aprile” ha elaborato un pacchetto di proposte sulla sicurezza stradale per i ciclisti. Ma solo a settembre, con la ripresa dei lavori parlamentari, questo dossier sarà presentato e messo all’attenzione della politica.

L’impegno sarebbe sicuramente encomiabile se non arrivasse in così grottesco ritardo: forse il Presidente Dagnoni non se n’è accorto, ma a dicembre scorso si è concluso l’iter approvativo delle modifiche al Codice della Strada che ha tenuto banco per più di un anno tra audizioni, rinvii e approvazioni tra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica.

In questo processo, la Federciclismo non si è esattamente distinta per proattività: in occasione delle audizioni su sicurezza stradale dei ciclisti del 23 maggio 2023 ha evidenziato come “Positive tutte le iniziative rivolte alla sicurezza stradale e quindi di tutte le proposte di legge in discussione (Modifiche al Codice della Strada) ” e ha presentato 3 richieste puntuali:

  • Luci obbligatorie anteriori e posteriori per i ciclisti;
  • Possibilità di pedalare affiancati su strade a basso scorrimento;
  • Quiz a tema bici nei test per il conseguimento della patente.

Mentre le altre associazioni (e Bikeitalia di concerto) chiedevano di intervenire per aumentare la sicurezza dei soggetti fragili della strada, la Federciclismo decideva di fare altro.

Oggi salta fuori che la Federazione ha per le mani un documento segreto al quale ha iniziato a lavorare quattro mesi dopo l’entrata in vigore della legge attuale e che presenterà al parlamento per risolvere il problema della poca sicurezza in strada per i ciclisti. Una volta per tutte.

Nel frattempo, come certifica l’ASAPS, sono già 130 i ciclisti morti sulle strade italiane dall’inizio dell’anno: uno ogni 40 ore.

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