La nuova governance di Orcel

Secondo quanto spiega una nota della banca, con la nuova governance introdotta dall’Amministratore Delegato Andrea Orcel, UniCredit ha avviato un cambiamento strutturale che ha riportato il Cliente al centro del modello di banca. La trasformazione è partita da un principio fondamentale: il valore di una banca risiede nelle persone che la compongono e nei clienti che serve. Da questa convinzione è nata una strategia ambiziosa, fondata sulla riconnessione autentica con dipendenti e clienti che ha riguardato diversi ambiti, tra cui la riorganizzazione della forza lavoro e il conseguente ringiovanimento della popolazione aziendale con una quota di Under 35 salita dal 7% al 15%, segno di un deciso ricambio generazionale. E poi il reskilling e l’upskilling, grazie a percorsi strutturati in collaborazione con UniCredit Corporate University, per riposizionare colleghi verso ruoli di front line e potenziare competenze commerciali e relazionali oltre a percorsi dedicati all’innovazione tecnologica. Il nuovo modello organizzativo ha poi ribaltato il paradigma storico in piena coerenza con un approccio customer-centric: prima il 52% delle risorse era nelle funzioni centrali e il 48% in rete, oggi il 70% delle risorse è in rete e il 30% nelle funzioni centrali. A questo si aggiunga la Job rotation, che ha coinvolto oltre il 35% del personale offrendo nuove sfide professionali e ampliando competenze, responsabilità e accentramento e automazione delle attività di back office: negli ultimi 4 anni la banca ha liberato l’equivalente del tempo di 2.500 persone, oggi dedicate esclusivamente alla relazione con il cliente. Anche con quest’ultimo accordo UniCredit conferma il proprio impegno a costruire una banca sempre più vicina ai clienti e alle comunità, attraverso un modello multicanale che consente di scegliere come interagire: in filiale, tramite promotori, o attraverso soluzioni digitali come l’App e Buddy.

La soddisfazione dei sindacati

«Il risultato ottenuto in termini di occupazione rappresenta un elemento particolarmente positivo dell’intesa raggiunta – commenta il coordinatore Fabi in Unicredit, Stefano Cefaloni -. In un contesto di settore caratterizzato da rilevanti trasformazioni, l’accordo siglato prevede non solo l’efficace gestione su base volontaria ed incentivata dei lavoratori sospesi, ma anche una politica di nuova e buona occupazione in misura assolutamente significativa. Esprimiamo soddisfazione sul tema dell’attenzione alle donne vittima di violenza, argomento di assoluta e drammatica attualità. Importante e centrale è poi l’investimento occupazionale, ben oltre la previsione del Protocollo, e la messa a terra di tutte le iniziative di carattere economico e di flessibilità. Questo traguardo, – continua Cefaloni – pone il gruppo Unicredit tra le realtà del settore con i migliori rapporti percentuali tra nuove assunzioni e cessazioni, confermando la volontà di investire nella crescita e nella valorizzazione dei lavoratori». Sabrina Brezzo, segretaria generale aggiunta First Cisl, aggiunge che «il 12% di assunzioni sulle uscite complessive nel triennio, riservato a donne vittime di violenza inserite nei percorsi certificati e delle figlie e dei figli di vittime di femminicidio, è un ottimo risultato che ci auguriamo rappresenti un viatico per ulteriori accordi nel settore».

Per il segretario nazionale Uilca Giuseppe Bilanzuoli si tratta di «un accordo di grande valore per la fondamentale nuova e buona occupazione nel settore», mentre il segretario responsabile Uilca Gruppo Unicredit Rosario Mingoia lo considera «un importante risultato per tutto il comparto».

Mentre il settore è immerso in processi di grande trasformazione, il segretario nazionale della Fisac Cgil, Riccardo Sanna, sostiene che «questo accordo dimostra quanto il lavoro rimanga un elemento centrale e insostituibile del sistema, perno sul quale innestare il cambiamento e guardare al futuro».