Un noir radicale e spiazzante in streaming su Raiplay: un uomo ferito, una missione di salvataggio e un viaggio nell’abisso dell’anima.
Uno dei thriller più radicali e disturbanti degli ultimi anni è disponibile ora su Raiplay. Lynne Ramsay firma la regia di un’opera che parla di violenza senza mostrarla davvero e che scava nella mente di un uomo spezzato con una lucidità quasi dolorosa. A Beautiful Day – You Were Never Really Here (2017) è un’esperienza emotiva che lascia il segno, una delle più intense interpretazioni di Joaquin Phoenix.
La storia racconta di Joe, un ex militare che vive ai margini della società e si guadagna da vivere liberando ragazze vittime di traffici sessuali. Usa un martello come arma, ma è la sua mente il vero campo di battaglia: ricordi di guerra, traumi infantili, un rapporto soffocante e tenerissimo con la madre anziana.
Quando accetta l’incarico di salvare la figlia di un potente politico, l’operazione apparentemente “di routine” si trasforma in una discesa nell’orrore, dove la corruzione assume forme sempre più sistemiche e il confine tra giustizia e autodistruzione si dissolve.
Lynne Ramsay è una delle autrici più rigorose e autentiche del cinema contemporaneo. Dopo “Ratcatcher” e “E ora parliamo di Kevin”, Ramsay conferma il suo stile: narrazione ellittica, montaggio frammentato, attenzione maniacale al suono e alle percezioni soggettive. Qui sceglie consapevolmente di lasciare la violenza fuori campo, suggerendola attraverso immagini spezzate, riflessi, rumori lontani. Una scelta che rende il film ancora più perturbante.
Grazie alla sua eccezionale performance, il protagonista Joaquin Phoenix costruisce un personaggio massiccio e fragile allo stesso tempo: un corpo imponente che contiene un dolore quasi infantile. Parla pochissimo, ma ogni gesto racconta una storia di colpa, vergogna e desiderio di sparizione. È un’interpretazione che non cerca empatia immediata, ma che lentamente si insinua sotto pelle.
Accanto a lui, Ekaterina Samsonov nel ruolo della ragazza da salvare evita ogni stereotipo della “vittima”: il suo personaggio è silenzioso, enigmatico, portatore di una consapevolezza inquietante. Judith Roberts, che interpreta la madre di Joe, aggiunge al film una dimensione domestica struggente, fatta di piccoli gesti e di una tenerezza che convive con l’ombra della morte.
Il film disponibile su Raiplay, tratto dal romanzo di Jonathan Ames, dura poco più di 90 minuti ma ha una densità emotiva altissima. La trama è ridotta all’osso: ciò che conta non è tanto cosa accade, ma come viene percepito. Ramsay lavora su flash improvvisi, immagini che emergono come ricordi traumatici, sequenze che sembrano sogni o incubi. Il risultato è un noir mentale, più vicino a un flusso di coscienza che a un thriller tradizionale.
Presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2017, il film thriller ha ottenuto un riconoscimento importante: Joaquin Phoenix ha vinto il premio per la miglior interpretazione maschile, mentre Lynne Ramsay ha ricevuto il premio per la miglior sceneggiatura. La critica internazionale è stata in larga parte entusiasta. The Guardian lo ha definito “un film che oscilla perennemente sull’orlo dell’allucinazione”, mentre The New York Times.
I dati di gradimento confermano la forza del lavoro nel tempo: su IMDb il punteggio si aggira intorno al 6,7/10, mentre su Rotten Tomatoes la critica supera l’80% di recensioni positive. Gli utenti Google lo premiano per l’originalità e la performance di Phoenix con un 68% di valutazione.
Quella che ti suggerisco di vedere stasera su Raiplay è una pellicola che parla di trauma, di violenza sistemica e di solitudine ma lo fa senza spiegare troppo, senza guidare lo spettatore per mano. Un’esperienza che si ricorda nel tempo non per coò che mosyra ma per quello che lascia intuire.