di
Rinaldo Frignani e Michele Marangon

I familiari: «Non riusciamo davvero a capire». La 19enne, nata a Roma, era stata adottata a sei anni dalla famiglia che vive a Fondi. Si era iscritta a Chimica. L’ultima telefonata a casa: «Sto bene ma non torno»

«Sto bene, non vi preoccupate. Non torno a casa». Era il 26 novembre scorso. L’ultima volta che i genitori di Aurora Livoli hanno sentito la figlia al telefono. Poi il buio. Un silenzio inquietante al punto che la mattina del 10 dicembre il padre Ferdinando, titolare di un laboratorio odontotecnico molto conosciuto a Monte San Biagio, vicino Fondi (Latina), si è presentato ai carabinieri per denunciare la scomparsa della 19enne. Questa volta non per un allontanamento volontario, come era già successo altre volte, l’ultima il 4 novembre, ma per una sparizione vera e propria. «Non riusciamo a capire quello che è accaduto», spiegano affranti i familiari di Aurora chiusi nel loro dolore. Il padre e la madre, architetta, insieme uno zio, che è consigliere comunale, sono corsi a Milano dopo aver riconosciuto il volto della figlia nella foto inviata dagli investigatori.

La stessa scuola di Paolo Mendico 

Uno choc. La notizia dell’identificazione della giovane, trovata morta l’altro ieri nel cortile delle palazzine di via Paruta, ha rapidamente fatto il giro della cittadina, come anche di Fondi, dove la famiglia vive nella frazione di Salto Covino. Aurora era nata a Roma, ma aveva sempre vissuto lì dopo essere stata adottata a sei anni. Si era diplomata l’anno scorso all’Itis «Pacinotti» di Fondi, la scuola più grande della zona, della quale fa parte anche la sede distaccata di Santi Cosma e Damiano, tristemente famosa da settembre perché frequentata dal 14enne Paolo Mendico, suicida secondo i genitori perché vittima di episodi di bullismo (quattro alunni sono indagati per istigazione al suicidio). Dopo la maturità Aurora aveva cominciato a studiare chimica. «Una ragazza molto intelligente», racconta chi la conosceva.



















































Un buco di più di tre settimane 

Che tuttavia nascondeva un profondo disagio che l’ha portata in diverse occasioni, ormai maggiorenne, ad allontanarsi da casa. Spesso proprio a Milano, dove i familiari temevano che «potesse frequentare cattive compagnie». Insomma, che fosse entrata in un giro pericoloso. Non è chiaro se il suo telefonino sia stato tracciato nelle oltre tre settimane passate dalla denuncia di scomparsa al ritrovamento del corpo. Un lasso di tempo nel quale, come dimostra il video divulgato ieri delle sue ultime ore, la 19enne era viva e sembrava stare bene.

I messaggi e le foto sui social 

«Ho Lucifero dentro di me», aveva scritto sul suo profilo Instagram, nel quale compaiono video ritoccati con app di grafica accompagnati da brani musicali, poi rimbalzati su TikTok e su Threads. «Troppo tempo per pensare fa pensare male», scriveva ancora la 19enne prima di concludere il suo percorso scolastico. 

Lo zio: «È andata via senza soldi. Volevamo farla seguire»

«Il papà di Aurora mi ha chiamato dopo aver visto la foto sulle testate online. L’abbiamo riconosciuta dalla postura. Poi siamo andati alla caserma dei carabinieri di Fondi e qui ci hanno mostrato una foto drammatica. La famiglia è stata molto coraggiosa in questa fase, ma ora è distrutta dal dolore. Per il riconoscimento ufficiale serviranno le sue impronte dentali perchè non c’è possibilità di Dna, essendo stata adottata». Lo racconta Massimo Basile, zio di Aurora, che in questo periodo è stato vicino alla famiglia, consigliando di sporgere denuncia qualche giorno fa per provare almeno a capire se, nel suo allontanamento, stesse avendo problemi, magari era stata fermata o identificata. «Il suo – precisa ancora il parente – è stato un allontanamento senza traumi, anzi quasi romantico. Se ne era andata di casa senza soldi, senza un cambio, ma alla base non c’erano stati litigi o problemi. La sua è una famiglia benestante, aveva tutto». E prosegue: «Avevamo pensato di mettere un investigatore privato, anche per capire meglio cosa stesse facendo – ricorda Basile – anche perché eravamo preoccupatissimi». 

Aurora mancava da casa da quasi due mesi. Da capire se sia sempre rimasta a Milano, che per lei era diventata un punto di riferimento, o sia andata anche altrove. I familiari hanno raccontato ai carabinieri di aver avuto il sospetto che anche questa volta si fosse recata proprio lì. A quel punto era passato più di un mese dalla partenza e una settimana dalla telefonata nella quale diceva di non preoccuparsi, ma anche che non aveva alcuna intenzione di ripresentarsi a Fondi. Nemmeno per Natale, che infatti potrebbe aver trascorso proprio a Milano. Da sola — almeno così sembrava —, senza la sua famiglia. Era la prima volta.


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30 dicembre 2025 ( modifica il 31 dicembre 2025 | 00:45)