Napoli, le parole di Hojlund

Rasmus, grazie mille per il tuo tempo qui a Napoli. È davvero un piacere parlare con te. So che sono stati mesi piuttosto folli. Prima di tutto, come stai? Come va la vita in generale?

Sì, va bene. Ci sono tante partite, quindi tanto recupero e tanta concentrazione sulle gare ovviamente, ma sì, me la sto godendo finora.

Volevo tornare un attimo indietro, guardando agli ultimi tre anni: dall’Atalanta al Manchester United fino ad arrivare qui. Hai la sensazione che a volte la gente dimentichi che Rasmus ha solo 22 anni? Ti senti un ventiduenne “esperto”?

Sì, penso di averlo già detto. Ho giocato molte partite da professionista. Ho giocato tornei importanti, Champions League, Europa League, campionati diversi, Italia… ho già giocato in molti club. Quindi sì, a volte mi sento come se fossi… non voglio dire un giocatore esperto, perché non lo sono, ma ho già un po’ di esperienza. Ed è una questione di dare il meglio di ciò che ho e allo stesso tempo continuare a imparare, perché ho ancora tantissimo da imparare. Ovviamente ho 22 anni: se mi confronti con qualcuno molto più giovane magari sembrano tanti [risate], ma in generale non sono vecchio. Ho ancora molto margine di crescita.

Volevo chiederti del trasferimento al Napoli, perché dall’esterno, soprattutto dall’Inghilterra, è sembrato accadere molto velocemente. Puoi spiegare come è nata questa operazione?

Sì. Lo United è stato piuttosto chiaro con me: non facevo parte dei piani per questa stagione. Senza competizioni europee, credo che il Napoli abbia visto un’opportunità. Appena ho sentito il loro interesse, ho chiarito subito al mio entourage che volevo andare solo lì. Ho avuto buoni colloqui con l’allenatore, con il direttore sportivo e ovviamente anche con la squadra.

Ricordi la prima conversazione con Antonio sul trasferimento?

Sì, è stata piuttosto breve. Eravamo entrambi molto chiari sul fatto che fosse un buon passo per me. Ci siamo trovati subito bene. È stata una conversazione corta, ma molto positiva.

Il fatto che sia così bravo nello sviluppare soprattutto gli attaccanti ha influito sulla tua decisione?

Sì, certo. È un allenatore incredibile. Ho visto fare cose positive ovunque sia stato. Quando ti chiama, devi solo dire sì.

Molti hanno collegato il tuo arrivo al rendimento di Scott la scorsa stagione, visto che lo conosci bene. Ne avete parlato?

Sì, ma siamo in fasi diverse delle nostre carriere. Io ho ancora tanto da imparare. Lui è più grande, con più responsabilità alle spalle. Anch’io voglio dimostrare qualcosa, ovviamente, ma sono giovane e devo giocare. Per questo questa era una buona opportunità.

Quando parli di dimostrare, è una cosa interna o verso gli altri?

Un po’ entrambe. Dimostrarlo a se stessi è la cosa più importante: se lo fai, poi lo dimostri anche al mondo. Ho aspettative molto alte su me stesso.

Sei qui da tre mesi. Cosa significa “successo” per Rasmus Højlund in questa stagione?

Crescita personale. Essere la miglior versione di me stesso. Migliorare ogni giorno, ascoltare l’allenatore, imparare dai compagni. Romelu tornerà presto: voglio imparare anche da lui. Ha tantissima esperienza con questo allenatore. Assorbire tutto, rimanere in forma, rendere in campo.

Cosa ti ha detto Romelu sul lavorare con Conte e sul suo sviluppo qui?

Rom è una persona fantastica. Non lo conoscevo bene prima. Abbiamo parlato un po’ in campo e ho anche una sua maglia a casa. È un idolo per me, l’ho sempre ammirato. Ovviamente voglio giocare anch’io [risate], ma c’è competizione ed è giusto così. Voglio imparare da lui: segna sempre, sa legare il gioco, può darmi tantissimo.