La pista che stanno seguendo gli investigatori è quella del femminicidio. Sul corpo di Aurora Livoli, la 19enne nata a Roma e residente in provincia di Latina, a Monte San Biagio, trovata morta lunedì a Milano in un cortile, sono stati trovati segni al collo – compatibili con uno strangolamento – e lividi sul volto. Il pm Antonio Pansa ha aperto un fascicolo per omicidio volontario in attesa dei risultati dell’autopsia.
Le indagini sulla morte di Aurora Livoli
Il riconoscimento della vittima è avvenuto martedì 30 dicembre da parte dei genitori adottivi: il padre è un odontotecnico e la madre è architetta. Sono stati loro a identificare la ragazza dal frame pubblicato dai carabinieri che stavano cercando di dare un nome e un volto alla giovane. Aurora Livoli, un diploma all’Itis Pacinotti di Fondi, si era allontana da casa il 4 novembre. Come riportato da MilanoToday, non era la prima volta che lo faceva. L’ultimo contatto con i suoi cari era avvenuto il 26 novembre: li aveva rassicurati che stava bene ma senza confermare che avrebbe fatto ritorno. Lunedì 29 dicembre, infine, il tragico epilogo. Con il ritrovamento del corpo senza vita.
Le ultime ore di vita di Aurora Livoli
I carabinieri, che indagano sulla vicenda, stanno cercando di ricostruire le ultime ore di vita di Aurora Livoli. Al setaccio i tabulati del cellulare della 19enne, che è sparito così come i documenti e il denaro che aveva con sé. Ulteriori elementi potrebbero giungere dal video che ha immortalato la vittima in via Paruta. Con lei c’era un uomo: alto, magro, con i capelli corti. Entrambi hanno percorso il marciapiede insieme, lui dietro e la ragazza davanti. Dalle immagini non è apparso che tra i due vi fosse una discussione.
La pista del femminicidio
La diciannovenne era stata trovata seminuda, senza intimo, con i pantaloni leggermente abbassati e con un giubbotto appoggiato sul petto spoglio. Accanto al corpo, gli slip, una maglia e un pacchetto di sigarette. La ricostruzione degli ultimi spostamenti di Aurora Livoli e i motivi della sua presenza nel capoluogo lombardo potrebbero fare chiarezza e fornire dettagli decisivi per chiudere il cerchio su questa drammatica storia.