La Legge di Bilancio 2026 delinea una strategia di intervento per il settore agricolo che non si limita al mero sostegno assistenziale, ma punta a una trasformazione strutturale del comparto. L’obiettivo è proteggere la redditività degli agricoltori di fronte alle instabilità dei mercati e accelerare la transizione ecologica e tecnologica. Sono diversi, quindi, gli aiuti e le novità in arrivo.
Proroga della ZES agricola per il 2026
Tra le misure di maggiore impatto c’è la zona economica speciale (ZES) agricola prorogata al 2026. Ciò consente alle imprese di beneficiare di importanti agevolazioni sugli investimenti, favorendo l’ammodernamento e la crescita del settore. Per il prossimo anno, la Manovra 2026 prevede però una rideterminazione delle percentuali di beneficio. Si registra un aumento per i crediti d’imposta relativi agli investimenti in beni strumentali destinati alle attività. Si arriva a circa il 58,78% per micro/PMI e il 58,61% circa per le grandi imprese sugli investimenti ammissibili.
Confermati invece i beneficiari, ovvero le imprese che operano nella produzione primaria di prodotti agricoli, nella pesca e nell’acquacoltura all’interno del territorio della ZES unica del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Gli investimenti agevolabili riguardano l’acquisto di:
- nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie;
- terreni e realizzazione, ampliamento o acquisizione di immobili strumentali all’attività agricola;
- strumenti per l’ammodernamento tecnologico e la crescita dimensionale delle aziende agricole.
Stabilizzazione del lavoro occasionale in agricoltura
Altra novità è la stabilizzazione del lavoro occasionale in agricoltura. Dal 2026 la disciplina del lavoro occasionale a tempo determinato nel settore agricolo (conosciuta come “LOAgri”) non è più una norma sperimentale limitata nel tempo, ma diventa strutturale. Era stata introdotta inizialmente per il 2023-2024 e poi prorogata fino al 31 dicembre 2025, ma ora entra definitivamente in vigore come disciplina stabile.
Potranno accedere al lavoro occasionale le persone disoccupate, i pensionati di vecchiaia o di anzianità, i giovani under 25 e i detenuti o internati. Per ciascun lavoratore, il limite di prestazioni retribuite è fissato a un massimo di 45 giornate effettive annue.
Più flessibilità per il contratto di rete
La Legge di Bilancio 2026 rende poi più flessibile il contratto di rete in agricoltura, chiarendo e ampliando ciò che le aziende agricole possono fare insieme, senza perdere la propria autonomia. Il contratto di rete permette a più imprese agricole di collaborare formalmente su alcuni aspetti (produzione, trasformazione, commercializzazione, logistica), restando però giuridicamente indipendenti.
Con la modifica introdotta, ogni impresa che fa parte di un contratto di rete agricolo può cedere (trasferire) la propria quota di produzione a un’altra impresa della stessa rete. Questo prima non era chiaramente consentito o era comunque fonte di dubbi interpretativi, soprattutto sul piano fiscale e contrattuale.
In pratica, un’azienda agricola che produce, ora può far vendere, trasformare o commercializzare quel prodotto da un’altra azienda della rete. La produzione resta tracciata e collegata alla rete, ma non si tratta di una vendita esterna. Viene infatti considerato ufficialmente uno scambio interno al contratto di rete.
Ricerca, innovazione genetica e risorse al Crea
La competitività futura dell’agricoltura passa inevitabilmente dalla ricerca e dall’innovazione. Per questo motivo, a supporto di queste attività, viene stanziato 1 milione di euro per il 2026 a favore del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea). Un investimento, questo, che permette all’Italia di restare all’avanguardia nello sviluppo di soluzioni innovative, più sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici.
Vengono inoltre incrementate le risorse destinate ai distretti del cibo, con uno stanziamento di 1,4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027, rafforzando uno strumento chiave per lo sviluppo territoriale integrato.
Nuove accise e quote latte
Tra le misure di carattere settoriale, si segnala la riduzione dell’aliquota di accisa sulla birra per il biennio 2026-2027, pari a 2,98 euro per ettolitro e per grado-plato. Le tasse sulla produzione di birra saranno quindi più basse, a beneficio di tutte le aziende della filiera, dai produttori agricoli ai birrifici.
Sul fronte delle cosiddette quote latte, viene modificata la procedura di conciliazione per le posizioni debitorie. Diventa cioè più facile pagare i vecchi debiti per gli allevatori, che potranno saldare le somme dovute a rate in un arco di tempo lungo, fino a 10 anni.
Le altre misure fiscali per il settore agricolo
Con un emendamento, il governo ha eliminato per le imprese agricole il divieto di compensazione dei debiti previdenziali e contributivi con i crediti d’imposta 4.0 e 5.0 relativi a investimenti già effettuati, garantendo così il pieno utilizzo delle agevolazioni.
A questa novità si affianca il credito d’imposta del 40% per le imprese della produzione primaria agricola, della pesca e dell’acquacoltura, per investimenti in beni strumentali materiali e immateriali fino a 1 milione di euro, con un limite di spesa di 2,1 milioni di euro annui per il triennio 2026-2028.