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Il 2025 è ai titoli di coda con Piazza Affari che ha mandato in archivio il miglior anno dal 2004, con un rialzo del 30% circa, sovraperformato quindi quasi tutti i listini europei (solo l’Ibex spagnolo ha fatto meglio), trainato da settori come difesa, banche e utilities. E anche per il prossimo anno le attese sono positive. Il team di ricerca azionaria di Intesa Sanpaolo prevede una ulteriore avanzata dell’8% per l’indice Ftse Mib accompagnata da una rivalutazione dei multipli.

Come detto, il 2025 ha visto primeggiare banche e titoli della difesa, con anche l’acuto di Tim, miglior performer del Ftse Mib con un rialzo a tre cifre del 108% (non consideriamo il +140% di Fincantieri, entrata nell’indice solo il 22 dicembre). Tra le banche spicca il +105% di Popolare di Sondrio finita sotto il controllo di Bper; tra le big spicca il +84% di Unicredit che è così riuscita a chiudere l’anno in prima posizione per market cap davanti alla rivale Intesa Sanpaolo (+53%). Unicredit che figura anche come seconda maggiore panca europea dietro solo a Banco Santander.

A ben vedere la classifica per market cap, l’anno ha segnato forti avanzate che mettono in luce tra le top 40 anche titoli che non sono inclusi nel Ftse Mib. Parliamo soprattutto di Technoprobe che ha raggiunto una capitalizzazione di mercato di 7,8 miliardi di euro. Questo la rende la 26esima azienda più grande di Piazza Affari, davanti a player storici del Ftse Mib quali A2a, Pop Sondrio, Campari, Pirelli, Azimut e anche alla new entry Fincantieri.

Technoprobe è attiva nella progettazione e produzione di sonde card e tecnologie di misura per circuiti integrati e questo la rende una sorta di piccola Nvidia di Piazza Affari, ossia uno dei pochi titoli del listino milanese che permette un’esposizione al business dell’intelligenza artificiale per l’investitore che non vuole andare oltreoceano (evitando quindi anche l’esposizione al rischio cambio).

L’euforia per l’AI ha spinto nel corso dell’anno Nvidia a superare i 5.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, mentre aziende come Samsung (+100%) e TSMC (+33%) hanno beneficiato della domanda di chip e infrastrutture. Nonostante la volatilità recente per timori di bolla, il settore ha chiuso l’anno di nuovo in spolvero e gli analisti prevedono che la crescita degli utili e dei mercati nel 2026 sarà ancora trainata da investimenti in data center e produttività.

Technoprobe non è stata da meno. Nel corso del 2025 ha più che raddoppiato il proprio valore (+112%) prendendosi una pausa nelle ultime settimane dopo che il 12 dicembre aveva toccato un picco in area 14 euro.

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La crescita dell’intelligenza artificiale ha sostenuto i risultati del gruppo attivo nel settore dei semiconduttori e della microelettronica, compensando il rallentamento nei settori automobilistico e industriale e portando gli analisti a rivedere al rialzo stime e prezzo obiettivo sul titolo. I risultati dei primi nove mesi del 2025, con ricavi a 466,6 milioni (+20,6%) e ebitda a 146,1 milioni (+53,3%), hanno innescato un rally del 20% in una sola seduta a novembre.

A dare fiato alla corsa in Borsa le indicazioni prospettiche. La società punta portare i ricavi a 850-900 milioni (dai 630 del 2024) già nel 2027 con ebitda margin al 38-40%, ossia con un anno di anticipo rispetto agli obiettivi precedentemente indicati. A detta di Deutsche Bank il target più alto a livello di margine è a portata di mano ed entro il 2028 i ricavi potrebbero lievitare a 1,3 miliardi, ben oltre le proiezioni della società.

Technoprobe è stata fondata nel 1996 da Giuseppe Crippa, imprenditore italiano spentosi proprio quest’anno all’età di 90 anni. Il controllo dell’azienda è in mano alla famiglia Crippa tramite la holding T-Plus che detiene il 56,4% circa del capitale e oltre il 67% dei diritti di voto.

Specializzata nella progettazione e realizzazione di probe card, schede sonda per testare i chip, Technoprobe è quotata in Borsa dal 2021 e attualmente fa parte dell’indice Ftse Italia Mid Cap. Il suo amministratore delegato è Stefano Felici, da 26 anni in azienda e da oltre 8 alla sua guida.

La società ha sede a Cernusco Lombardone ed opera con 21 sedi in Europa, Asia e Stati Uniti.

L’AI pesa per il 35-40% circa dei ricavi di Technoprobe e il suo contributo è previsto lievitare al 45-50% nel 2026. Tra i clienti figurano colossi come Nvidia, Apple, Qualcomm, Samsung, Intel, TSMC e AMD, che alimentano la domanda di test per GPU e acceleratori AI. “Riteniamo che Nvidia sia uno dei clienti chiave per Technoprobe”, argomentano gli analisti di Banca Akros che hanno rating neutral sul titolo con target price a 12,5 euro.

Technoprobe punta a raddoppiare la sua capacità nei prossimi due anni e chiudere il 2025 con una “significativa crescita” dei ricavi ed un ulteriore miglioramento della redditività sia sequenziale sia rispetto all’anno precedente.