Sostiene Carlo Calenda che da Piazzapulita gli sia stato chiesto una sorta di “impegno” ad attaccare il governo, come clausola per essere invitato in trasmissione a parlare della manovra. Il conduttore del talk di La7, Corrado Formigli, replica parlando di una “falsità sesquipedale” e lo accusa di “mentire spudoratamente per farsi pubblicità“, sfidandolo a rinunciare all’immunità parlamentare per rispondere di diffamazione davanti a un giudice. La polemica politico-mediatica dell’ultimo dell’anno nasce da un’intervista del leader di Azione allo youtuber Ivan Grieco, rilanciata da quest’ultimo sui social come un “retroscena clamoroso“. Nella ricostruzione di Calenda, gli autori di Piazzapulita, parlando con il suo portavoce in vista di una partecipazione alla puntata di giovedì scorso, gli avrebbero chiesto una “garanzia” che avrebbe “attaccato la Meloni” sulla legge di bilancio. E a causa del rifiuto di impegnarsi in questo senso, afferma il senatore, la sua ospitata sarebbe stata spostata dal blocco sulla manovra a quello sulla politica internazionale. “Ma io dico, ma voi vi siete bevuti il cervello? A me non è mai successo in un’altra trasmissione televisiva che mi dicessero prima “ci deve garantire che attaccherà la Meloni”. Non è mica normale. Ma che è, una cosa democratica?”, lo sfogo accalorato dell’ex ministro. Una denuncia ha trovato sponda nella senatrice di Fratelli d’Italia Susanna Campione, membro della Commissione Cultura, secondo cui si tratta di “dichiarazioni gravissime”: “Mi domando se l’editore Urbano Cairo sia a conoscenza del “metodo Formigli” adottato contro il centrodestra e contro un governo espressione della volontà degli elettori”, ha tuonato in una nota.
Accuse a cui Formigli ha replicato mercoledì mattina con un lungo post sui social. “Nel disperato tentativo di attirare l’attenzione, il senatore Calenda continua a tirarmi in ballo. Ho deciso di non dargli corda per non alimentare i suoi giochini. Però di fronte a una falsità sesquipedale occorre per forza che intervenga, una tantum”, esordisce il giornalista. La versione di Calenda, afferma, “è falsa e diffamatoria“: “Gli autori di un programma, quando sentono un ospite prima della puntata, chiedono a lui o, come nel caso di Calenda, al suo portavoce, che posizione abbia sui temi da dibattere al fine di comporre un parterre equilibrato e dialettico”, spiega. “Nel caso di specie, essendo stato invitato Italo Bocchino, sostenitore della manovra, gli autori si sono sincerati su quale fosse l’opinione in merito di Calenda per evitare posizioni troppo sovrapponibili. Si tratta del normale lavoro di qualunque autore televisivo, mestiere le cui regole Calenda evidentemente ignora o finge di ignorare. Non è però consentito al senatore mentire spudoratamente per farsi pubblicità: la sua presenza al talk sulla manovra, dopo vari scambi di messaggi tra i miei autori e il suo portavoce, è stata confermata alle 10.33 di giovedì mattina”, chiarisce Formigli.
Cos’è successo allora? “Successivamente”, spiega il conduttore, “è però avvenuto un imprevisto: Monica Maggioni, invitata per un confronto col professor Jeffrey Sachs, è stata costretta a cancellare la sua presenza per ragioni strettamente personali. A quel punto, essendo rimasto Sachs senza interlocutore, abbiamo chiesto se fosse disponibile a spostarsi dal blocco sulla manovra a quello con Sachs per dibattere con lui di Ucraina e situazione internazionale. Il senatore ha accettato di buon grado, nonostante abbia gridato successivamente urbi et orbi che invitare Sachs in tv sia indegno. Non abbastanza, a quanto pare, da rifiutare di confrontarsi con lui”, sottolinea. “Ultima nota: il senatore Calenda sa benissimo di essere stato spostato con Sachs per via del forfait di Maggioni, eppure sostiene pubblicamente che la ragione siano le sue posizioni non abbastanza anti-meloniane sulla manovra. Mentire per un politico ed ex ministro è una cosa seria, altrove ci si dimette. E con questo credo che sul senatore Calenda sia tutto. La prossima volta, se accetterà di rinunciare all’immunità, ci vediamo in tribunale”, chiosa.
Media –
I giornalisti di Repubblica e Stampa contro Gedi: “Desolazione, viene fatto a pezzi un fu glorioso gruppo editoriale”
Media –
Gedi firma accordo preliminare per vendere la Sentinella del Canavese alla pugliese Ledi