Sarà eseguita giovedì l’autopsia sul corpo di Simona Cinà, la pallavolista ventenne trovata morta nella piscina di una villa, a Bagheria, dov’era in corso una festa. La Procura di Termini, che ha inviato una nota stampa per smentire alcune delle ricostruzioni fatte – sulla scorta delle dichiarazioni della famiglia e del suo legale – e riportate dai giornali, ha conferito questa mattina l’incarico ai consulenti che effettueranno, all’Istituto di medicina legale del Policlinico, tutti gli esami che serviranno a chiarire le cause del decesso della ragazza. Domani, invece, sarà eseguita preliminarmente una Tac. 

Il viso all’insù, la festa alcolica in piscina e i silenzi: tutti i dubbi dietro la morte di Simona Cinà

“In attesa del prossimo svolgimento dell’esame autoptico, questo Ufficio – si legge nella nota della Procura – auspica che non vengano più diffuse informazioni non veritiere in relazione al decesso di una giovane donna, così da poter rivolgere energie e risorse esclusivamente ad assicurare alla famiglia l’accertamento dell’esatta dinamica dei fatti accaduti nelle prime ore del 2 agosto 2025”.

I magistrati hanno aperto un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti. Altre risposte potranno arrivare dall’analisi degli indumenti della giovane (che non sono spariti), ma che, insieme al cellulare e ad altri pochi effetti personali, sono stati sequestrati dai carabinieri già all’alba di sabato scorso per essere consegnati al Ris di Messina. Per il momento non viene tralasciata alcuna pista, anche se quelle privilegiate restano quella del malore o del tragico incidente visto che sul corpo della vittima non sarebbero state individuate tracce che lascerebbero pensare a una morte violenta.

La piscina della villa di Bagheria dov'è morta Simona Cinà

La ventenne originaria di Capaci aveva partecipato a una doppia festa di laurea organizzata in una villa privata affittata per l’occasione. Tutto sarebbe filato liscio, stando al racconto dei presenti, almeno fino alle 3. Ora in cui la ventenne, come mostrano alcuni video, avrebbe ballato e si sarebbe divertita in compagnia dei suoi amici. Nell’ultimo messaggio inviato ai familiari, intorno all’una, la ragazza li avrebbe avvisati che di lì a poco sarebbe entrata in piscina e che, almeno nell’immediato, non avrebbe dunque potuto rispondere a eventuali messaggi. I genitori, non avendo più sue notizie, intorno alle 4 avrebbero provato a chiamare lei e qualche amico. “Venite, Simona si è sentita male”, avrebbe detto uno di loro facendogli crollare il mondo addosso. Al loro arrivo Simona era distesa a bordo piscina, in costume, lì dove i rianimatori del 118 avrebbero provato a salvarla prima di doversi arrendere, intorno alle 5, e constatarne il decesso.

Secondo quanto ricostruito finora dalla Procura – che oggi ha deciso di intervenire per fare una serie di precisazioni rispetto ad alcune affermazioni fatte dall’avvocato della famiglia Cinà, Gabriele Giambrone – la ragazza “intorno alle 4 si trovava esanime sul fondo della piscina, in un angolo distante e dotato di scarsa illuminazione rispetto alla zona ove erano collocati bar, consolle musicale e servizi igienici”. Due ragazzi tra i presenti, vedendo Simona in acqua, si sarebbero tuffati per recuperare il corpo e provare le prime manovre in attesa dell’intervento dei soccorritori. Poco dopo sarebbero arrivati i carabinieri della Compagnia di Bagheria e del Nucleo investigativo di Monreale che, insieme al magistrato di turno, avrebbero effettuato i primi accertamenti e preso contatti con il medico legale per ispezionare il cadavere su cui sarebbero state individuate delle lievi abrasioni, all’altezza del petto. Segni che, a una prima analisi, potrebbero essere stati lasciati post mortem e compatibili con le manovre rianimatorie.

Da qui le ulteriori precisazioni dei pm: “I vestiti di Simona Cinà – si legge nella nota della Procura – non sono stati trovati dai familiari in quanto sottoposti a sequestro e, di conseguenza, sono attualmente a disposizione dell’autorità giudiziaria”. Sul silenzio riscontrato all’interno della villa, all’arrivo dei familiari, i magistrati precisano: “Si è provveduto a identificare e sentire tutti i soggetti ancora presenti all’interno della villa al momento dell’arrivo dei carabinieri: tutti coloro che sono stati sentiti, in qualità di persone informate sui fatti, hanno avuto un comportamento collaborativo”. Sul mancato rinvenimento, vicino alla piscina, di bottiglie, bicchieri o altro la Procura spiega: “In detti luoghi e, in particolare nei pressi del bancone adibito a bar, sono stati rinvenuti, tra l’altro, bicchieri e bottiglie di alcolici, come debitamente documentato. Ciò a riprova di quanto affermato dai vari partecipanti sin dalle prime battute. Anche questo materiale è stato posto sotto sequestro, così come ogni altro oggetto presente sulla scena e utile ai fini investigativi”.

Al di là degli ulteriori approfondimenti che verranno effettuati dagli investigatori, “non vi sono elementi d’indagine – si legge ancora nella nota – in ragione dei quali ipotizzare che taluno abbia alterato la zona dove sono accaduti i fatti, facendo scomparire oggetti”. 

Secondo i familiari, assistiti dall’avvocato Gabriele Giambrone, ci sarebbero invece molti punti oscuri nel racconto che dovranno essere chiariti perché non ritengono che Simona Cinà possa avere accusato un malore né che possa essere caduta e annegata. “Mia figlia era un pesce d’acqua, faceva surf, beach volley”, ha detto il padre Luciano Cinà nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta ieri. I genitori e i fratelli escludono anche che la ragazza, una vera sportiva, possa aver assunto consapevolmente delle sostanze stupefacenti: “Chissà che non le abbiano messo qualcosa nel bicchiere a sua insaputa”, hanno detto.

La famiglia di Simona Cinà durante la conferenza stampa

Nel pool di legali che seguiranno la vicenda è subentrato ora anche l’avvocato Mario Bellavista, nominato dal fratello maggiore della ragazza: “Ritengo sia opportuno attendere l’esito dell’autopsia prima di esprimersi su quanto accaduto”, si limita a dire il penalista. Dopo questa prima fase saranno fondamentali gli esiti dell’autopsia e degli esami tossicologici e istologici che serviranno a chiarire come sia morta Simona, se sia annegata dopo aver ingerito l’acqua della piscina e se nel suo corpo ci fossero tracce di sostanze stupefacenti e alcol.