di EMILIANO AMATO

RAVELLO – Compie oggi cento anni Maria Mansi, figura storica della comunità ravellese, simbolo di dedizione, sacrificio e spirito di servizio. Nata a Ravello il 4 agosto 1925 (registrata all’anagrafe del Comune di Ravello il 6 agosto) Maria ha attraversato un secolo di trasformazioni sociali e culturali, lasciando un’impronta indelebile nel cuore del suo paese grazie al suo impegno instancabile nel campo dell’assistenza sanitaria a domicilio.

Nel secondo dopoguerra, quando i servizi sanitari erano scarsi o inaccessibili, soprattutto nelle zone rurali della Costiera Amalfitana, Maria ha svolto per decenni la pratica della “siringara”: una donna che, spesso senza una formazione medica ufficiale ma con competenza ed esperienza maturata sul campo, somministrava iniezioni, curava ferite, medicava anziani e infermi, e forniva interventi di primo soccorso direttamente a casa dei pazienti.

Sfidando pioggia e sole, ha percorso instancabilmente chilometri a piedi le strade di Ravello per raggiungere chi aveva bisogno. Un lavoro silenzioso ma fondamentale, svolto con umiltà e grande umanità di questa piccola, grande donna. Il suo operato ha rappresentato una vera ancora di salvezza per tanti, in un tempo in cui l’assistenza sanitaria era un privilegio riservato a pochi.

Maria è anche una testimone diretta della storia del Novecento: ricorda la visita del re Vittorio Emanuele III a Ravello, la Seconda guerra mondiale. Per poco più di due mesi non poté votare al referendum del 2 giugno 1946, ma ha vissuto in pieno l’evoluzione democratica e sociale del Paese. Maria Mansi è la seconda donna più longeva di Ravello dopo Trofimena Ruocco che da pochi mesi ha tagliato il traguardo del secolo di vita.

Sposata con il signor Pantaleone Palumbo, ha avuto due figli: Anna Maria e Pasquale, quest’ultimo maestro di musica e già assessore comunale, scomparso prematuramente nel 2021.

Oggi nella sua casa di Via Trinità festa grande per lei, circondata dal calore della sua famiglia: la figlia Anna Maria, la nuora Sofia, le nipoti Beatrice e Benedetta, i piccoli pronipoti Eduardo e Aurora, il nipote Don Angelo Mansi, parroco del Duomo di Ravello, stretti attorno a una donna che ha incarnato i valori della cura, della solidarietà e dell’impegno civico. Per l’occasione anche il maestro Enzo Del Pizzo, cantore delal Costa d’Amalfi, le ha dedicato delle rime (clicca qui).

Il sindaco Paolo Vuilleumier ha voluto omaggiarla con una pergamena ufficiale del Comune di Ravello, definendo la Signora Maria Mansi “luminoso esempio di dedizione, amore e spirito di servizio”, sottolineando come la sua esistenza sia “testimonianza viva dei valori familiari e sociali che costituiscono il fondamento della comunità ravellese”.

Minuta e silenziosa, ma forte e lucida, Maria ha vissuto fino a pochi mesi fa una vita attiva e regolare, resa longeva anche grazie all’alimentazione sana e alle camminate quotidiane. Un piccolo incidente nel dicembre 2023 l’ha costretta a rallentare, ma non ha scalfito la sua mente vigile né il suo spirito.

La figura della “siringara”, oggi scomparsa, è parte integrante della storia della medicina popolare italiana. Con il miglioramento dei servizi sanitari, queste donne sono state gradualmente sostituite da professionisti qualificati. Ma la lunga vita di Maria Mansi ci ricorda che la cura non è fatta solo di titoli e protocolli, ma di empatia, coraggio e senso di comunità. Il suo è un esempio, un’iniezione di speranza.