Kevin Vauquelin è stato uno dei personaggi del Tour de France. Tanto più perché francese, ha riscosso grande attenzione mediatica. Per dieci giorni si è quasi giocato il podio e la maglia bianca, poi le cose si sono fatte più complicate per l’atleta della Arkea-B&B Hotels. E dicendo Arkéa, la mente va subito all’italiano che da più anni milita nel team bretone: Alessandro Verre.
Il lucano sta iniziando il Tour de Pologne ed è uno dei ragazzi che è stato vicino a Vauquelin sia durante la stagione che nei primi tempi in squadra. Entrambi infatti sono classe 2001. Ed entrambi sono arrivati all’Arkea nel 2022, anche se Vauquelin era già da tempo nell’orbita del team, avendovi fatto esperienze da stagista. Per di più, anche lui è normanno, dunque non lontano dalla sede dell’Arkea.
Con l’aiuto di Verre cerchiamo quindi di saperne di più su questo atleta, che tra l’altro proprio nei giorni post Tour si è fratturato il perone mentre scendeva le scale con le valigie in mano. Una vera sfortuna.
Alessandro Verre è all’Arkea B&B Hotels da quattro stagioni (foto Instagram)
Alessandro Verre è all’Arkea B&B Hotels da quattro stagioni (foto Instagram)
Partiamo da te, Alessandro. E’ un bel po’ che non corri…
Eh sì, non corro dal Tour de Suisse e da oggi inizia per me questa seconda metà di stagione con il Polonia.
E come stai? Con che obiettivi parti al Polonia?
Come sto lo scopriamo da oggi, spero di star bene. C’è stata questa grande pausa estiva durante la quale abbiamo ricaricato un po’ la testa, più che altro. E chiaramente ho recuperato fisicamente.
Quanto è stato importante resettare tutto, sfruttando però la condizione con cui sei uscito dal Giro?
Alla fine tanto buona, poi, questa condizione non era. Mi aspettavo che il Giro d’Italia mi lasciasse quel qualcosa in più, come è stato un po’ lo scorso anno, anche perché lo avevo finito bene, però non è stato così. Anche in Svizzera, dopo due settimane, ero veramente molto stanco e mi sono ritirato, nonostante quella corsa fosse divenuta molto importante per noi, visto che avevo la maglia di leader con Kevin Vauquelin. Quindi c’era del lavoro da fare per difenderla.
C’è l’ipotesi Vuelta per te?
Sono scaramantico e non mi va di dirlo! Diciamo che in questo Polonia ci giochiamo molto circa la mia presenza in Spagna… Come vi ho detto in passato, la Vuelta è una corsa che veramente voglio fare. E’ quella che reputo più adatta a me.
In Francia la popolarità di Vauquelin è schizzata alle stelle dopo il Tour (foto ASO/Charly Lopez)
In Francia la popolarità di Vauquelin è schizzata alle stelle dopo il Tour (foto ASO/Charly Lopez)
Quest’anno poi ha un percorso durissimo. Sembra essere il Regno degli scalatori…
E per di più parte anche dall’Italia. Però fino a che non è ufficiale non ci penso, semmai ci andrò avrò tempo per studiare il percorso.
Invece, Alessandro, hai parlato di Vauquelin allo Svizzera? Ci sei stato a contatto quest’anno, in particolar modo proprio nella corsa elvetica. Partiamo dalla persona: che ragazzo è Kevin?
E’ un bravissimo ragazzo e quest’anno è cambiato tanto rispetto agli anni scorsi. Kevin è diventato un vero leader. Lo vedi da come parla al gruppo e in gruppo. E più in generale dai suoi comportamenti si nota che ha acquisito molta fiducia in se stesso.
E’ cambiato da questo inverno o è stato un passaggio graduale?
Penso comunque sia stato un passaggio graduale di anno in anno. Kevin non lo stiamo scoprendo adesso, magari quest’anno al Tour si è messo molto in luce, ma non è da poco che va forte. Sì, dalla prima parte dell’estate fino al Tour è andato forte in modo particolare.
Chiaro…
Io avevo fatto con lui già altre corse a metà stagione, verso aprile, e andava bene ma era differente. Dallo Svizzera invece ho trovato una persona completamente diversa. E mi riferisco proprio dal punto di vista mentale.
Tour de Suisse: Verre in testa a tirare per capitan Vauquelin in maglia bianca (foto Getty)
Tour de Suisse: Verre in testa a tirare per capitan Vauquelin in maglia bianca (foto Getty)
Come te lo spieghi questo salto di personalità, questo cambiamento?
Non lo so di preciso perché non sto con lui così tanto tempo anche fuori dalle corse, probabilmente sarà anche merito dello staff che ha attorno. Ha anche dei professionisti esterni che lo supportano… Insomma un insieme di cose che hanno accresciuto la sua fiducia. Ma in generale è cambiato. Per esempio penso ai ritiri di qualche tempo fa. Era più esuberante, anche in discesa. E non nascondo che in qualche occasione è anche caduto, mettendo a rischio tutto quanto il lavoro fatto. Invece adesso è più maturo, si è calmato… e si vede!
Invece, da un punto di vista del corridore? Questo ragazzo inizia ad avere un buon palmarès: due volte secondo alla Freccia Vallone, una tappa al Tour, podio finale al Tour de Suisse… Corre a testa alta e petto in fuori anche contro i grandi.
Eh sì, anche al Tour si è visto. E per me si è visto soprattutto negli ultimi giorni, quando era in difficoltà. Dove non arrivava con le gambe, ci arrivava con la testa e la tenacia. Lo vedevo e notavo come si gestiva. E infatti, nonostante perdesse qualcosa, il giorno dopo era pronto a ripartire da capo.
Secondo te che corridore è: cacciatore di tappe e classiche o uomo da Grandi Giri?
C’era questo dubbio nella terza settimana, diciamo dai Pirenei in poi, dove le salite erano più lunghe e meno adatte alle sue caratteristiche. Però ha dimostrato di sapersi difendere. Certo, magari non è all’altezza degli “alieni”, però ha dimostrato di poter stare davanti al Tour: non è cosa da poco. Poi sicuramente è più adatto a quei generi di arrivi come la Freccia appunto o nelle classiche dove le salite sono brevi ed esplosive. E poi c’è anche da dire un’altra cosa.
Vauquelin sul “suo” Mur de Bretagne. Ad oggi il francese è senza dubbio più adatto alle classiche
Vauquelin sul “suo” Mur de Bretagne. Ad oggi il francese è senza dubbio più adatto alle classiche
Prego…
Kevin va forte a cronometro, si sa difendere molto bene. E se dovesse iniziare a lavorarci in modo specifico potrebbe essere un vantaggio per lui…
Specie se, come sembra, cambierà squadra e dovrebbe andare alla Ineos Grenadiers (manca giusto l’ufficialità)…
Dalle voci che girano… ma non sono cose che mi riguardano. Di certo potrà provare ad impegnarsi sulle tre settimane. Ma questo dipenderà sempre da lui e dalle scelte che farà la squadra, qualunque essa sia, in cui si ritroverà. Ha le carte in regola per fare quel passo in avanti, mettiamola così.
E come persona?
E’ simpatico, scherza… Poi siamo coetanei. Ma come ho detto prima, da quest’anno soprattutto mi sta colpendo proprio il suo atteggiamento, il modo in cui ti parla. Anche con me: il giorno che mi sono ritirato in Svizzera, quando stavo male e lui aveva la maglia che dovevamo difendere, è venuto da me e mi fa: «Alessandro, stai tranquillo, non è successo niente». Aveva visto che ero dispiaciuto, ma anche che ci avevo provato.