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Stop dal 31 luglio 2025 all’impiego dei medici gettonisti, è entrato in vigore  il divieto per gli enti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) di stipulare nuovi contratti con questi specialisti, a partita Iva o assunti da cooperative. Venivano  impiegati dagli ospedali per coprire  turni di servizio, specialmente nei Pronto soccorso, con  prestazioni di breve durata ma lautamente pagate.

 

Si tratta di una misura contenuta nel decreto del ministro della Salute, Orazio Schillaci, del 17 giugno 2024 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 ottobre 2024). L’utilizzo dei “gettonisti” aveva un peso importante sui soldi pubblici, l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha messo in luce che questa modalità di reclutamento di medici e infermieri, ha determinato in Italia, tra il 2019 e il 2024, una spesa previsionale deliberata pari a due miliardi e 141 milioni di euro. Adesso le Regioni dovranno trovare soluzioni di lungo periodo.

 

Pierino Di Silverio, segretario del sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed, ha sottolineato che “al momento non risultano  situazioni di particolare criticità negli ospedali per il venir meno di questi professionisti, poiché la loro attività potrà continuare, in modo diversificato, fino alla scadenza dei contratti già esistenti”. Il problema imminente, avverte, “è invece quello delle ferie per il personale medico e sanitario: dal 31 luglio il vero rischio è che i medici ospedalieri non riescano ad andare in ferie a causa della carenza di personale”.

 

La Sicilia

Dall’assessorato regionale alla Salute è stato inviato ad Asp, ospedali e Policlinici della Sicilia un atto d’indirizzo a firma dell’assessora Daniela Faraoni e del dirigente generale della Pianificazione Strategica, Salvatore Iacolino: non è più possibile servirsi dei medici gettonisti,  non sarà più possibile stipulare nuovi contratti, mentre quelli attuali resteranno validi fino alla scadenza naturale.

 

 L’obiettivo è fornire indicazioni operative, sottolineando che «con particolare riferimento alla durata massima dei dodici mesi non prorogabili prevista dalla normativa in argomento, si precisa che stante l’approssimarsi della scadenza del 31 luglio 2025 e, considerate le naturali scadenze contrattuali decorrenti dalla data di stipula dei contratti di esternalizzazione, al fine di assicurare la continuità nella erogazione dei LEA e dell’offerta assistenziale e garantire l’accesso equo alle cure» le Aziende sanitarie «dovranno mettere in campo ogni misura idonea a garantire la tutela della salute, attraverso azioni mirate di reclutamento del personale con varie tipologie contrattuali, tenuto conto di quanto disposto, peraltro, con la nota n. 34711 del 22.07.2025».

 

L’assessorato ha ricordato le precedenti disposizioni per garantire la presenza di personale medico e sanitario nelle aree di emergenza, «specialmente negli ospedali di provincia mediante il ricorso ad ogni modalità di reclutamento ordinario e straordinario (concorsi, mobilità, utilizzo condiviso di graduatorie concorsuali, incarichi libero professionali, etc.), nonché mediante rapporti di cooperazione tra codeste Aziende in ambito provinciale e interprovinciale». L’obiettivo, appunto, è quelli di garantire «una equilibrata ed efficace azione di sistema a salvaguardia della doverosa continuità assistenziale degli enti del Servizio Sanitario Regionale».

 

“Il divieto nazionale di assumere medici gettonisti nei Pronto soccorso, seppur correttissima nella sostanza, fatto in piena estate e senza possibili immediate alternative, in Sicilia scatenerà il caos, con ricadute pesantissime sulle prestazioni del servizio sanitario”. Lo scrivono Davide Faraone, vice-presidente nazionale di Italia Viva, e Antonio Craxì, ex professore ordinario di Gastroenterologia dell’Università di Palermo, nel blog di Italia Viva Sicilia.

 

“Mentre la media nazionale di turni coperti da gettonisti è del 18%, in Sicilia si supera il 60% negli ospedali metropolitani e raggiunge picchi dell’80% in strutture come Villa Sofia-Cervello di Palermo. – dicono -. Nel 2024, la Regione ha speso 10,3 milioni di euro per questi contratti (seconda solo alla Lombardia), con costi orari fino a 100 euro per medico. Entro fine ottobre 2025, il 42% dei 1.852 contratti attivi scadrà, lasciando scoperti circa 778 turni mensili in Pronto soccorso. Un ulteriore 26% (482 contratti) cesserà entro marzo 2026.  L’impatto sui servizi e sul territorio si manifesterà in Sicilia, con un effetto a cascata”.

 

“Nelle isole minori ma ad alto flusso turistico stagionale (Stromboli, Pantelleria, Lampedusa, Marettimo) e nelle aree interne, il rischio di desertificazione sanitaria è concreto – spiegano -. Il paradosso è che i 2,2 miliardi di euro spesi a livello nazionale per i gettonisti tra 2019-2024 (di cui 210 milioni in Sicilia) avrebbero potuto finanziare l’assunzione di 1.500 medici con contratti stabili in tutta l’isola. Senza un intervento immediato, la Sicilia pagherà il prezzo più alto della riforma, trasformando una necessaria correzione di sistema in un’emergenza sanitaria”.