In un’epoca in cui il benessere sembra essere diventato un prodotto da vendere, tra diete estreme, abbonamenti in palestra e slogan motivazionali, Natalya Gera rappresenta una voce diversa. Health coach, imprenditrice e madre, ha trasformato un lutto personale in un atto di cura collettiva, dando vita a INTENSIVE21: un metodo di rieducazione alimentare e movimento consapevole che oggi coinvolge più di 20 mila donne ogni mese in Italia. Non una dieta, non un programma miracoloso, ma un percorso realistico, empatico e sostenibile.

La sua visione? Il cambiamento nasce da piccole abitudini quotidiane, dal rispetto del corpo e dall’ascolto delle emozioni. E i numeri parlano chiaro: due libri pubblicati, una startup in crescita e il riconoscimento da parte di istituzioni pubbliche come la Regione Lombardia, che ha inserito il metodo tra le soluzioni di welfare aziendale per il personale ospedaliero.

Abbiamo intervistato Natalya per parlare non tanto del suo programma, quanto della sua visione del corpo, del cambiamento e di quel «movimento gentile», che ogni giorno aiuta migliaia di donne a sentirsi meglio, a partire da sé stesse.

Natalya, ci racconta il suo percorso? Come nasce il metodo INTENSIVE21?
«Tutto inizia dopo un episodio doloroso: la perdita della mia bambina al terzo mese di gravidanza. La grande fame nervosa e il senso di vuoto mi portarono ad accumulare oltre 15 kg. Per me il cibo non era mai un fine, ma rifletteva emozioni profonde. In quel momento ho capito che dovevo trovare un’altra strada: non volevo una dieta, né contare calorie. Avevo bisogno di equilibrio, di costruire abitudini sane e consapevoli. Così, a gennaio 2021, ho iniziato a lavorare su me stessa: studi sulla nutrizione, corsi di personal e postural trainer, tecniche di coaching. A marzo ho iniziato a condividere il mio processo su Instagram. Da lì è nato INTENSIVE21: un percorso di 21 giorni per creare una nuova abitudine, testato prima su di me, poi su amiche e infine su più di 10 mila donne».

Cosa rende unico il suo approccio?
«Non è una dieta né un allenamento estenuante. Ho messo insieme dieci abitudini sane, praticabili ogni giorno, che non richiedono rinunce estreme. Il programma è olistico: benessere reale, dentro e fuori. Supportato da un’équipe di nutrizionisti, osteopati e psicologi, tra cui il Dottor Franco Berrino, non è mai stato un progetto improvvisato».

Quanto è cresciuto il suo metodo in questi anni?
«Oggi coinvolgiamo oltre 20 mila donne ogni mese. Newton Compton ha già pubblicato due bestseller basati sul metodo. La Regione Lombardia ha inserito INTENSIVE21 come strumento di welfare aziendale per il personale ospedaliero. Siamo una startup con un impatto sociale concreto e una crescita costante».

Chi è il suo pubblico?
«Principalmente donne tra i 30 e i 70 anni: mamme, professioniste, ex sportive o semplicemente donne che non si rispecchiano nei modelli inarrivabili proposti dai social. Sono persone che vogliono sentirsi normali, ma bene. Il nostro messaggio è: prendersi cura di sé con gentilezza e concretezza, non confronto».

Qual è il ruolo delle emozioni in questo percorso?
«Fondamentale. Non siamo solo corpo, ma anche mente. Per raggiungere obiettivi duraturi, dobbiamo mettere a fuoco i nostri pensieri, le nostre paure, i bisogni reali. Il metodo insegna a imparare ad ascoltare se stesse, a riconoscere le proprie motivazioni e a riconnettersi con la propria felicità interiore».

Come si ricollega il progetto alla lotta sociale all’obesità?
«In Italia circa il 42 % degli adulti è in eccesso di peso: un problema che costa oltre 13 miliardi l’anno. Con il Dottor Berrino conduciamo seminari su salute, alimentazione e abitudini consapevoli. Collaboriamo da anni nella prevenzione del sovrappeso. Il nostro obiettivo non è solo estetico, ma prevenire ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari. La bellezza istantanea non serve: serve la salute».