Dicevano di voler morire prima di diventare vecchi, come cantavano nel brano-manifesto datato 1969 ‘My generation’, invece a 80 anni suonati The Who – oggi Pete Townshend e Roger Daltrey – danno ancora lezioni di rock’n’roll, come questa sera al Parco della Musica di Milano, nel secondo concerto italiano del loro tour d’addio, dopo lo show per 6000 persone di domenica 20 luglio all’Anfiteatro Camerini di Piazzola sul Brenta (Padova).
    Un concerto aperto da un omaggio al collega Ozzy Osbourne, mancato oggi. La sua – immagine vestito da pipistrello – riempie gli schermi prima dell’inizio del concerto, e a lui è dedicato ‘I cant explain’, il singolo del 1964 da cui è iniziata la sessantennale avventura nel rock della band inglese. Gli anni passano, ma Townshend – tutto di bianco vestito- rotea ancora il braccio nel suonare accordi con il windmill, il “mulinello” suo marchio di fabbrica, mentre Daltrey – occhiali da sole e jeans- con la sua voce tiene il palco come sa fare e dimostra nei vrituosismi di “Love, Reign O’er Me”. La band inglese ha scelto l’Italia per dare il via al suo ultimo giro di giostra live, che si intitola ‘The song is over’, come il brano dell’album ‘Who’s Next’ del 1971, una delle pietre miliari della storia del rock mondiale, insieme a lavori come ‘Tommy’- anno 1969 – e ‘Quadrophenia’, uscito nel 1973. Dopo l’anteprima italiana, Daltrey e Townshend celebreranno i loro sei decenni di onorata carriera con date in Europa, Gran Bretagna e Nord America. Il tuffo nella memoria, con una scaletta di una ventina di canzoni dagli album che hanno segnato un’epoca, a Milano inizia alle 22 in punto: Simon Townshend alla chitarra ritmica, Jon Button al basso, Loren Gold alle tastiere, Scott Devours alla batteria e John Hogg ai cori accompagnano le due icone del movimento Mods nel viaggio tra i ricordi, dal singolo del 1966 “Substitute” a “Won’t get fooled again”. In mezzo, le hit “Pinball Wizard” e “See me, feel me” dalla visionaria opera rock ‘Tommy’, mentre da Quadrophenia arrivano ‘The real me’, ‘5:15’, ‘I’m one’, ‘I’ve had enough’, e la suite ‘Love, reign o’er me’. “Questa è stata scritta in una palude in Florida tra le zanzare ed è perfetta per questo 2025” dice Townshend al pubblico introducendo “The seeker”. L’energia di un inno come “Baba O’Riley – dove Riley fa roteare il microfono come ai bei tempi e si esibisce all’armonica – chiude in bellezza l’ ultimo show italiano del tour d’addio alle scene dello storico gruppo, che saluta in crescendo il pubblico milanese sulle note di “Wont get fooled again” prima di dare la conferma che si, quello di stasera è un addio, con l’ultimo bis: The song is over scelta come simbolo di questo giro di concerti finale.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA