Una ricerca internazionale guidata dall’IRCCS di Candiolo (TO), dimostra che la tecnica endoscopica riduce dolore, complicanze e impatto estetico rispetto alla mastectomia tradizionale. Lo studio, pubblicato sulla rivista British Journal of Surgery – Open, ha coinvolto 2.600 pazienti in Europa, Asia e Nord America

Torino, 5 agosto 2025 – La mastectomia endoscopica è una tecnica chirurgica meno invasiva rispetto a quella convenzionale ed è associata a minori complicanze post-operatorie, cicatrici meno visibili e, nella maggior parte dei casi, a una ricostruzione mammaria immediata.

È quanto emerge da una meta-analisi internazionale, la più ampia condotta finora sul tema. Lo studio, pubblicato sulla rivista British Journal of Surgery – Open, è stato coordinato dall’IRCCS di Candiolo e ha coinvolto oltre 2.600 pazienti in Europa, Asia e Nord America.

La mastectomia con risparmio del capezzolo (NSM – nipple-sparing mastectomy) rappresenta oggi una delle opzioni chirurgiche più adottate per il trattamento del tumore della mammella e per la chirurgia profilattica in pazienti ad alto rischio genetico, grazie alla possibilità di conservare il complesso areola-capezzolo. Tuttavia, nella sua forma tradizionale può comportare la comparsa di cicatrici visibili e, in alcuni casi, complicanze come la necrosi del complesso areola-capezzolo, dovute a un insufficiente apporto sanguigno.

“La mastectomia endoscopica nasce per superare questi limiti – spiega il dott. Antonio Toesca, Direttore della Chirurgia Senologica dell’IRCCS di Candiolo (Torino), che ha guidato il gruppo di ricerca – Spostando l’incisione in aree meno esposte, come l’ascella, è possibile evitare cicatrici sulla mammella e ridurre l’impatto estetico e funzionale dell’intervento, pur mantenendo l’efficacia oncologica.”

Prof. Antonio Toesca

L’analisi dei dati raccolti ha confermato che la mastectomia endoscopica è associata a una riduzione del 20% del dolore post-operatorio e delle complicanze – in particolare della necrosi del complesso areola-capezzolo – rispetto alla tecnica convenzionale. Inoltre, ha consentito, nella quasi totalità dei casi, una ricostruzione immediata della mammella, con un tasso di successo comparabile a quello della chirurgia standard.

“In particolare, l’intervento eseguito tramite un’unica incisione in regione ascellare si è dimostrato più rispettoso dell’anatomia e della sensibilità cutanea, con un impatto positivo sulla qualità della vita delle pazienti – aggiunge Toesca – L’unico svantaggio riscontrato è un tempo operatorio leggermente più lungo”.

Il gruppo di ricerca sottolinea che la sicurezza oncologica della tecnica è risultata paragonabile a quella della chirurgia tradizionale in termini di controllo locale della malattia e tassi di recidiva, pur con il vantaggio di un approccio meno invasivo dal punto di vista fisico e psicologico.

“La mastectomia endoscopica si configura quindi come una valida opzione per le pazienti selezionate, a condizione che venga eseguita in centri con esperienza specifica e nell’ambito di un percorso multidisciplinare – conclude Toesca – Saranno necessari ulteriori studi con follow-up a lungo termine e protocolli standardizzati per confermare questi risultati e valutarne l’impatto duraturo sulla sopravvivenza e sulla qualità della vita”.

“Questo studio riflette l’impegno dell’IRCCS di Candiolo nella ricerca clinica avanzata, al servizio di una chirurgia oncologica sempre più personalizzata e attenta al benessere complessivo delle pazienti”, afferma Salvatore Nieddu, Direttore Generale dell’Istituto.