di
Chiara Evangelista

Il sindaco: «Sono un po’ provato ma la passione e la voglia di lavorare prevalgono». E su San Siro: «Vado avanti anche per dignità personale, ci lavoro da anni, è uno dei miei obiettivi, vedremo a settembre»

«Sono un po’ provato, ovviamente non è piacevole la situazione, ma alla fine la passione e la voglia di lavorare prevalgono, per cui andiamo avanti con intensità». Il sindaco Beppe Sala racconta ai microfoni di Rtl 102.5 l’indagine sull’urbanistica che ha scosso Palazzo Marino e i nodi ancora da sciogliere dopo l’estate: «Torneremo dalle vacanze a settembre e mancheranno 18 mesi alla fine del mandato. Vorrei farli al meglio possibile». La linea è la stessa dettata nei giorni scorsi: non si molla. «Ho il senso del dovere e credo che Milano abbia ancora bisogno». L’ombra delle dimissioni sembra lontana: «In certi momenti bisogna saper resistere».

Il modello Milano

Il primo nodo da affrontare è il modello Milano e le accuse della Procura di massicce speculazioni edilizie: «A Milano possono esserci state operazioni non corrette, ma nella stragrande maggioranza le operazioni immobiliari che sono state fatte hanno senso. Anzi, le rivendico. È inutile che mi nasconda dietro un dito», spiega Sala ai microfoni, difendendo il modello Milano. «Chi fa per definizione sbaglia, però io continuo a dirlo, Milano è migliorata rispetto a vent’anni fa». I grattacieli e i palazzi costruiti in altezza? «Se adesso è venuta tutta di colpo la paura dei grattacieli, io mi dissocio e probabilmente io e chi è venuto prima di me: io, Albertini siamo stati tutti dei sindaci sbagliati?», dice Sala spiegando che «se si costruisce in verticale si consuma meno suolo». 



















































Le accuse al sindaco Beppe Sala

E qui viene in mente la palazzina di sette piani nel cortile in piazza Aspromonte: «È stato un errore certamente certamente. Uno su 300 però. Non possiamo fare di tutto un fascio», sottolinea Sala, precisando però di non voler addossare su altri le responsabilità: «Se ci sono errori la colpa è mia, poi vediamo la forma della colpa». Al momento è caduta l’accusa di induzione indebita nei confronti del sindaco. Resta invece l’ipotesi di falso. Sala ha così descritto l’iter che ha portato alla nomina di Giuseppe Marinoni, ora indagato, a presidente della Commissione Paesaggio. «Il gip ha negato che io abbia fatto induzione, quindi pressione, per far approvare delle cose. Rimane un’accusa, che riguarda il fatto che ho firmato la nomina della Commissione del Paesaggio. Vi dico come funziona. Il Comune fa un bando pubblico, non andiamo a cercare in giro per la città architetti e urbanisti. Facciamo un bando. A volte ce li segnalano, anzi normalmente, anche l’Associazione degli Architetti ed altri. Poi una Commissione del Comune sceglie in base a una valutazione tecnica i componenti di questa Commissione. E il sindaco firma. E io ho firmato rispetto a una proposta che mi è stata fatta da una Commissione che ci ha lavorato dei mesi», ha concluso Sala. Le decisioni del gip però hanno comunque agitato il mondo della politica che si è divisa tra chi ha chiesto le dimissioni e chi no. «Mi hanno fatto piacere le parole della presidente Giorgia Meloni», che ha ribadito che non si lascia l’incarico per un avviso di garanzia in quanto «sono parole corrette – spiega Sala-. Non possiamo essere legalitari a corrente alternata».

Il tavolo

Dopo l’incontro con le Famiglie sospese, cioè quei cittadini che hanno acquistato casa ma che non possono accedervi in quanto una parte di queste è sotto sequestro o sotto inchiesta, Sala ha dichiarato che solleciterà il Prefetto perché convochi un tavolo a settembre. «Oltre al Comune e alle famiglie devono esserci anche i costruttori e l’accordo deve essere siglato dalla Procura», spiega Sala, sottolineando che «da questa situazione se ne viene fuori se tutti fa la loro parte».

San Siro

Quanto allo stadio di San Siro, è una questione di «dignità personale», spiega Sala: «Ci sto lavorando da diversi anni. Prima abbiamo pensato a una cessione in affitto. Poi abbiamo provato la via delle della ristrutturazione. Adesso siamo alla vendita. Ecco, anche per dignità personale voglio portare avanti questa iniziativa. Poi vedremo se la politica seguirà questa via». La delibera sulla vendita di San Siro e delle aree intorno allo stadio dovrà essere sottoposta a settembre al voto in consiglio comunale, dove ci sono già delle tensioni tra la maggioranza. «Vedremo quello che succederà. Avendo viaggiato molto però ho notato che tutte le grandi città hanno uno stadio nuovo. San Siro non lo è».


Vai a tutte le notizie di Milano

Iscriviti alla newsletter di Corriere Milano

5 agosto 2025 ( modifica il 5 agosto 2025 | 10:44)