di
Valerio Cappelli

Pioggia di attori italiani e tante star internazionali in passerella al Lido dal 27 agosto al 6 settembre

Sarà una grande abbuffata nel ristorante stellato del grande cinema allestito dal direttore Alberto Barbera. Sarà Paolo Sorrentino, in gara con «La grazia», ad aprire la Mostra di Venezia (27 agosto-6 settembre). Il regista premio Oscar, che per la settima volta ritrova Toni Servillo, ora affiancato da Anna Ferzetti, si considera più vicino a Cannes dov’è stato ospite sei volte: però esordì alla Biennale nel 2001 con «L’uomo in più», tornò con alcuni episodi di «The Young Pope» e con «È stata la mano di Dio», che si aggiudicò quattro anni fa il Leone d’argento.

Su 21 film in gara, cinque sono i registi italiani: dopo Sorrentino, Gianfranco Rosi, Leonardo Di Costanzo, Franco Maresco, Pietro Marcello. La maggior parte di tutti i film delle varie sezioni supera abbondantemente le due ore: record di Sokurov (cinque ore) per il suo diario personale che attraversa la sua vita.



















































Pioggia di attori italiani e tante star internazionali: George Clooney nella commedia drammatica «Jay Kelly» di Noah Baumbach, in quota Netflix come pure «Frankenstein» di Guillermo del Toro con Jacob Elordi, e Kathryn Bigelow regista di «A House of Dynamite» con al centro un attacco missilistico contro gli USA sganciato da un misterioso attentatore; «Bugonia» segna la terza collaborazione tra Emma Stone e lo sguardo corrosivo di Yorgos Lanthimos a caccia del bis dopo «Povere creature!» (con cui vinse nel ’23): qui racconta l’ossessione di due complottisti che rapiscono il Ceo di una grande azienda, convinti che sia un’aliena. Cate Blanchett e Adam Driver sono insieme in «Father Mother Sister Brother» di Jim Jarmusch. Julian Schnabel con «In the hand of Dante» propone invece un inferno metaforico alla ricerca paradisiaca di un amore proibito e impossibile e ha un cast All Star con Al Pacino, Gerard Butler, Oscar Isaac, John Malkovich, Sabrina Impacciatore, Franco Nero e Martin Scorsese.
Sul tema Me Too in chiave thriller, Luca Guadagnino in «After the Hunt» cala gli assi Julia Roberts (sarà la sua prima volta alla Mostra) e Andrew Garfield; Olivier Assayas con «The Wizard of the Kremlin» ha una storia tutta da seguire: un giovane regista russo diventa un improbabile consigliere di Putin, impersonato da Jude Law.

Tornando agli italiani, Valeria Bruni Tedeschi interpreta Eleonora Duse nel film di Marcello, Barbara Ronchi si conferma nel novero delle attrici da festival in «Elisa» di Di Costanzo, il documentarista Rosi (ex leone d’oro con «Sacro GRA», premiato da Bertolucci nel 2013) torna con «Sotto le nuvole», storie e umanità alle falde del Vesuvio. Fuori gara, Marco Bellocchio si confronta con la serialità in «Portobello» sulla vicenda giudiziaria di Enzo Tortora, protagonista Fabrizio Gifuni. Poi ci sono l’horror «La valle dei sorrisi» di Paolo Strippoli; Benedetta Porcaroli è protagonista di «Il rapimento di Arabella». Vince già, per il nome impronunciabile, il thailandese Nawapol Thamrongrattanarit.

22 luglio 2025