MESTRE (VENEZIA) – Sempre di più e sempre più giovani. È emergenza Hikikomori“, quel fenomeno secondo cui i ragazzi si chiudono progressivamente in loro stessi, fino a restare tutto il giorno nascosti nella propria camera da letto, per ore e ore con lo sguardo e la testa rivolti solo allo smartphone.

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L’Ulss 3 Serenissima conta 300 adolescenti presi in carico per cure urgenti per questo problema: una decina i casi gravi ricoverati nel nuovo reparto di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale di Dolo, nel primo anno di attività; più altri 280 assistiti a domicilio dai servizi territoriali, pari a un quinto dei 1.400 totali seguiti per i più disparati motivi, anche questi, peraltro, in sensibile aumento rispetto un anno fa. Si sa che il periodo del Covid ha lasciato il segno, provocando disagi e malesseri che si sono trascinati negli anni con effetti evidenti sulle Psichiatrie ospedaliere e i Centri di salute mentale, colpendo soprattutto i più giovani costretti all’isolamento dalla chiusura delle scuole durante la pandemia. Ora sono gli “Hikikomori” che preoccupano, tanto più adesso che è estate, visto che con le scuole chiuse i ragazzi non hanno più giornate strutturate in orari stabiliti e cose routinarie da fare. Molti che sono o tendono a essere già dipendenti da iperconnessione digitale, tendono a ritirarsi ancora di più.

Numeri in aumento 

«I casi sono numericamente in crescita. la predominanza è maschile, mentre l’età si sta abbassando, curiamo anche ragazzini di 12 anni», conferma Ambra Cappellari, primario della neuropsichiatria infantile di dolo spiegando che «questo problema è prima di tutto di natura sociale e culturale, che poi presenta ripercussioni sulla sfera psichica. Insomma, non nasce come una malattia, ma sviluppa sintomi patologici».
Non facile riassumere le cause del disturbo. «Prima di tutto continua la specialista incide un certo modo di essere della società: viviamo un tempo nel quale c’è l’idea di essere sempre pronti per fare e raggiungere risultati, un anelito di performance a tutti i costi di fronte al quale scatta una forte ansia da prestazione. Al contempo c’è un pervadente senso di incertezza e poca speranza rispetto al contesto mondiale e al futuro».

L’importanza della famiglia 

Fragilità su cui s’innestano anche certe inadeguatezze familiari: «Molti genitori sono presenti e seguono i figli, ma sono iperprotettivi o caricano i ragazzi di eccessive aspettative che loro, per diverse ragioni, poi non riescono a soddisfare sottolinea la dottoressa Cappellari questo può essere un motivo scatenante della propensione a chiudersi, tipica di minori che per indole e temperamento sono più introversi, spesso molto sensibili, presi da un forte senso di pudore e di vergogna. Nessun giudizio su come certi genitori si comportano, ma molte volte a una presenza affettiva, non ne corrisponde una emotiva. in questo modo, se certi ambienti vengono vissuti in maniera ansiogena, dove bisogna sempre valere senza permettersi di essere quello che si è, anche con limiti e difetti, può scattare il desiderio di stare soli con sé stessi, fino a chiudersi in compagnia solo del proprio smartphone».

Il punto, d’altra parte, non è tanto il telefono, quanto la disponibilità di internet sullo stesso, con la conseguenza che a uno abuso quotidiano del dispositivo, corrisponde una solitudine reale. «È fondamentale conclude il primario di neuropsichiatria infantile di dolo riuscire a intercettare i segnali premonitori, per intervenire tempestivamente e riuscire ad avviare il ragazzo a un percorso di presa di consapevolezza e cura. È importante dire che, col giusto aiuto, si può guarire».