Non bastano più le medaglie giovanili per costruire il futuro: servono continuità, margini di crescita e la capacità di trasformare il potenziale in realtà. L’Italia del nuoto guarda a Los Angeles 2028, e lo fa con la consapevolezza che alcuni dei nomi emersi recentemente — su tutti quelli visti agli Europei juniores di Samorin — potrebbero presto entrare a pieno titolo nei radar della Nazionale maggiore.

I più attenti già li osservano: sono atleti che, per struttura tecnica, maturità agonistica e margini di miglioramento, hanno le carte in regola per trasformarsi, nel giro di un ciclo olimpico, in frecce importanti nell’arco azzurro. Ecco chi sono e perché crederci.

Alessandra Mao 

È la più giovane del gruppo, ma anche quella che ha impressionato di più per sfrontatezza e rendimento. A soli 14 anni, Alessandra Mao si è già presa record italiani, staffette decisive e finali sfiorate in un contesto juniores che normalmente accoglie ragazze fino a quattro anni più grandi. Il suo 50 stile libero da 25″90 è già oggi competitivo a livello assoluto in Italia e il margine di miglioramento è enorme.

Ha presenza in acqua, personalità e reattività di livello superiore. Se continuerà il suo percorso senza intoppi, può diventare una sprinter da staffetta mista e veloce già prima dei 18 anni. La corsia azzurra può cambiare volto, anche grazie a lei.

Bianca Nannucci 

Dopo anni di transizione, l’Italia sembra aver finalmente trovato una nuova specialista dei 200 stile libero. Bianca Nannucci, oro individuale e trascinatrice delle staffette a Samorin, ha già timing, impostazione e capacità di gestione da atleta senior. Il suo profilo somiglia più a quello di una “agonista totale” che non di una giovanissima in ascesa. È una candidata credibile a entrare nella 4×200 olimpica, già nel ciclo che porta a Los Angeles. E con un ulteriore passo, anche nelle prove individuali di medio respiro. Una certezza in costruzione.

Daniele Del Signore 

Tra i pochi a essere salito due volte sul podio in gare individuali (50 e 200 dorso) e ad aver sfiorato l’en plein nei 100 a Samorin, Daniele Del Signore è solido, tecnico, versatile. Sa reggere ritmi elevati, ha già mostrato continuità nei tre segmenti del dorso e ha struttura fisica da senior.

Il suo percorso somiglia, per certi versi, a quello di Lorenzo Mora e Thomas Ceccon prima della definitiva consacrazione: presenza costante, miglioramenti graduali e approccio mentale lucido. Se continua così, può entrare in orbita staffetta mista o individuali entro due stagioni.

Emma Vittoria Giannelli 

Non è una che accende i riflettori, ma Emma Vittoria Giannelli è salita tre volte sul podio europeo e ha dimostrato che il mezzofondo femminile italiano può finalmente guardare oltre Quadarella. Fa della resistenza mentale e della gestione strategica le sue armi migliori.

Non è escluso che possa già inserirsi in gare come 400 o 800 stile, anche considerando l’età media elevata di alcune delle attuali titolari. Con lavoro specifico, può diventare una solida alternativa per staffette lunghe e prove individuali oltre i 400.

Michele Longobardo 

Una notizia che non ti aspetti: mentre la rana veloce italiana fatica a rinnovarsi, emerge Michele Longobardo, classe 2008, capace a Samorin di abbattere due volte il record italiano juniores nei 200 rana, fino a un eccezionale 2’10”88. È un tempo che lo inserisce già tra i primi 10 italiani all-time, da minorenne.

Ha fisico, tecnica e solidità mentale. Manca ancora della velocità necessaria per dire la sua nei 100, ma nei 200 ha tutto per colmare il vuoto lasciato da generazioni che faticano a prendere il testimone da Pizzini e Scozzoli.

Caterina Santambrogio e Alessandra Leoni 

Due nomi meno appariscenti, ma determinanti in tutte le staffette in cui sono state impiegate. Santambrogio e Leoni hanno dimostrato un’affidabilità rara nelle frazioni finali, capacità di gestione della pressione e solidità nei cambi che fanno la differenza nelle staffette senior.

Non è detto che emergano individualmente, ma possono entrare nel giro della Nazionale maggiore per il valore aggiunto che garantiscono nei quartetti, in particolare se manterranno l’attitudine attuale anche con il passaggio nella categoria assoluta.

Christian Mantegazza

Dopo un periodo di attesa, la rana maschile italiana sta timidamente rialzando la testa anche a livello giovanile. E se il nome caldo del momento è quello di Michele Longobardo, Christian Mantegazza potrebbe diventare l’altro volto del rilancio nei 200 rana. Classe 2007, fisico compatto e ben proporzionato, ha mostrato a Samorin progressi evidenti sul piano tecnico, accompagnati da tempi in costante miglioramento e da una gestione di gara già adulta per un atleta della sua età. A Singapore, poi, è stato in grado di superare un turno nuotando sui suoi tempi migliori.

Non è ancora esploso, ma gli addetti ai lavori ne apprezzano la meccanica pulita e la resistenza, elementi fondamentali nei 200 metri. Il percorso tracciato sembra quello giusto: progressione graduale, attenzione ai dettagli, esperienza internazionale mirata.

Se il trend prosegue, potrebbe diventare un candidato credibile per il biennio 2026-2028, specie in un panorama nazionale in cui, oltre ai veterani Martinenghi, Cerasuolo e Viberti, manca ancora un volto giovane stabile nei 200 rana. Con lui e Longobardo, l’Italia potrebbe presto ritrovare una coppia complementare per le gare individuali e un’alternativa affidabile per le staffette miste. Ci sono altri due nomi su cui concentrare l’attenzione: Irene Burato, quarta nei 100 rana a Samorin, e Gabriele Valente, ottavo nei 100 stile a Samorin.