Una delle storie più incredibili mai raccontate al cinema: su Netflix il film che ha conquistato numerosi premi della critica e varie nomination agli Oscar.

Hai mai provato a immaginare fin dove può spingersi l’essere umano pur di sopravvivere? Quando il corpo si spezza, quando la mente vacilla, è lì che si rivela la verità più cruda. E in quei momenti, che sembrano sottratti alla realtà, si costruiscono storie che vanno oltre il cinema. “La società della neve”, disponibile su Netflix dal 4 gennaio 2024, è una di quelle storie. Di quelle che non si dimenticano. Di quelle che sconvolgono.

Ogni tanto ci piace riportare sotto i riflettori film straordinari usciti da qualche mese – o anche di più – e che, complice l’enorme quantità di titoli presenti sulla piattaforma, rischiano di sfuggire ai più. Questo è uno di quei film da non lasciarsi scappare.

Diretto da J.A. Bayona, regista spagnolo già noto per pellicole intense come The Impossible e Sette minuti dopo la mezzanotte, e prodotto da Netflix, La sociedad de la nieve (questo il titolo originale) è un adattamento cinematografico del libro di Pablo Vierci, che racconta uno degli eventi più estremi mai affrontati da un gruppo di esseri umani: il disastro aereo delle Ande del 1972.

E non è un caso se questo film ha conquistato due nomination agli Oscar 2024, tra cui quella come Miglior film internazionale, ha trionfato ai Goya 2024 con 12 premi, compresi Miglior film e Miglior regia, ha vinto 6 riconoscimenti ai Premi Platino tra cui Miglior film, Miglior regista e Miglior attore, ed è stato celebrato anche agli European Film Awards per il trucco e gli effetti speciali. A questo si aggiungono le nomination ai Golden Globes e ai BAFTA come miglior film straniero e il Premio del Pubblico al Festival di San Sebastián. Un successo meritatissimo, che ha segnato profondamente il panorama del cinema internazionale.

La storia – vera, e per questo ancora più devastante – inizia il 13 ottobre 1972: il volo 571 dell’aeronautica uruguaiana, con a bordo 45 persone tra cui la squadra di rugby degli Old Christians Club, si schianta tra le vette innevate della Cordigliera delle Ande, a oltre 3.500 metri di quota. Solo 16 sopravvissuti verranno tratti in salvo dopo 72 giorni. Il resto… è un inferno bianco.

Ma il film non si limita a raccontare i fatti. Bayona ci porta dentro quella carlinga sventrata, tra i corpi, le urla, i silenzi, le attese. Lo fa con una regia sobria e potente, con una fotografia che alterna il bianco abbacinante delle Ande al nero della disperazione. E lo fa attraverso gli occhi di Numa Turcatti, interpretato da un intenso Enzo Vogrincic Roldán, che diventa voce narrante e coscienza collettiva di questa strana, tragica eppure eroica “società”.

Perché è proprio questo il senso del titolo: i sopravvissuti, soli, abbandonati, hanno dovuto ricostruire delle regole, dei ruoli, un’etica. Una società, appunto, fatta di scelte impossibili. Come quella che tutti ricordano: il cannibalismo. Sì, si sono nutriti dei corpi dei loro compagni morti. Ma non c’è nulla di morboso o gratuito nel modo in cui il film affronta questo tabù. È il contrario: è dignità, è pietà, è umanità.

Nel cast, oltre a Roldán, troviamo Matías Recalt (Roberto Canessa), Agustín Pardella (Nando Parrado), Diego Vegezzi (Marcelo Pérez), Francisco Romero e Rafael Federman (i fratelli Strauch), volti giovani e potenti, capaci di restituire allo spettatore un senso profondo di smarrimento, ma anche di coraggio, fratellanza, compassione.

E la colonna sonora? Quasi assente. Solo il rumore del vento, il ghiaccio che scricchiola, i respiri affannati. Perché qui la vera musica è il silenzio. Quello della morte. Quello della speranza che resiste. E quello dell’uomo che si rifiuta di arrendersi.

La società della neve è un film disturbante, emozionante, necessario. Non offre risposte, ma ti costringe a farti domande: io cosa avrei fatto? Quanto valgono i miei principi se la mia vita è in gioco? Fino a dove sarei disposto a spingermi?

Non è una visione facile, ma è una visione imprescindibile. Non solo per chi ama il grande cinema drammatico, ma per chi crede che il cinema possa ancora scuotere, risvegliare coscienze, ricordarci chi siamo.

Su IMDb il film ha ottenuto un 8,0/10, su Rotten Tomatoes il punteggio è del 90% per la critica e 95% per il pubblico, mentre su Google gli utenti lo promuovono con un apprezzamento del 94%. Una conferma unanime che siamo davanti a un’opera che lascia il segno.

Disponibile in streaming su Netflix, ti consiglio di prepararti emotivamente prima di iniziare la visione. Perché dopo, qualcosa dentro di te sarà cambiato. E non potrai più ignorarlo.

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