In seguito al caso della paziente follonichese costretta a pagare due volte una prestazione sanitaria nonostante avesse diritto a un’esenzione, interviene l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Grosseto.
“Senza entrare nel merito dei casi trattati in questi giorni dai media, dei quali non conosciamo i dettagli – dichiara la presidente Paola Pasqualini – l’Ordine ritiene che sia comunque opportuna una più ampia riflessione sul sistema delle esenzioni. In particolare sullo stato attuale della normativa che regola la materia, e sul meccanismo di applicazione. Nella nostra regione, secondo quanto previsto dal Decreto legislativo 124/1998 integrato dal Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017, i cittadini possono usufruire, facendone richiesta agli uffici Asl competenti, di esenzione sanitaria per reddito e per patologia. L’ufficio rilascerà un attestato nominativo con il codice di esenzione e nel caso di quelle per patologia anche con l’elenco dettagliato delle prestazioni coperte dall’esenzione stessa. Tali esenzioni, benché registrate sulla tessera sanitaria e sul Fascicolo sanitario elettronico del cittadino, non compaiono automaticamente nei gestionali né del medico di medicina generale né degli specialisti ospedalieri convenzionati, per cui è interesse e dovere del cittadino dichiarare ed esplicitare la propria esenzione al medico e al personale sanitario degli studi medici nel momento in cui richiede una prescrizione“.
“Segnalo inoltre – dichiara ancora la presidente Pasqualini – che dal 1° dicembre 2024 non è più possibile autocertificare l’esenzione sulla prescrizione. Le esenzioni sono valide se ufficializzate in via Don Minzoni, nei distretti e nel Cup di secondo livello dell’Ospedale Misericordia e non sono retroattive. Quindi se la prescrizione viene fatta senza esenzione al momento della prenotazione, poiché non esibita o non ancora in essere, è vietato per il medico modificare tale ricetta poiché sarebbe un falso in atto pubblico“.
“In un periodo storico in cui la sanità pubblica è messa a dura prova – prosegue la presidente Pasqualini – la frustrazione nelle persone spesso si riversa su chi presta servizio in prima linea: i medici. Da molto tempo dico che spesso si dimentica che il medico non è responsabile delle regole, dei limiti di bilancio o dei vincoli imposti dalla normativa nazionale e regionale. Se un medico non inserisce l’esenzione non lo fa per ostilità verso il paziente, né per interesse proprio. I medici lavorano spesso in condizioni massacranti, gli ambulatori sono sempre più affollati, i sistemi informatici lenti e le procedure burocratiche sempre più complesse e farraginose. Nonostante ciò, la grande maggioranza di loro svolge il proprio lavoro con dedizione e senso del dovere; chiedere loro di farsi carico di responsabilità che spettano ad altri livelli (politici, amministrativi, istituzionali) non è giusto. Paziente e medico sono entrambi vittime di un sistema complesso, e allora serve una nuova alleanza basata su ascolto, rispetto e fiducia reciproca che porti nuovamente al centro quello che da sempre è l’unico interesse per il medico ovvero la salute del paziente“.