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Redazione Online
Nel 1968 Natalino aveva 6 anni quando la madre e il suo amante furono uccisi: fu il primo delitto poi attribuito al mostro di Firenze. Adesso l’esame del dna riapre la pista sarda, legata al vero padre di Natalino, Giovanni Vinci. «Non conoscevo la banda dei sardi», racconta alla «Nazione»
«Non so neanche se è morto o se è vivo. Per me sapere di essere suo figlio è stata una botta». Natalino Mele, 64 anni, il bambino che nel 1968 a sei anni fu l’unico sopravvissuto al duplice delitto poi attribuito al «mostro di Firenze» è sotto choc – come racconta in un’intervista a La Nazione – dopo la notizia che lui non è il figlio di di Stefano Mele (condannato per quell’omicidio) ma di uno dei fratelli sardi Giovanni Vinci, mai indagato al contrario di Salvatore e Francesco, per i delitti del mostro.
Una scoperta che riscrive tutta la vicenda e porta alla ribalta la cossidetta «pista sarda» archiviata da tempo.
Natalino racconta come non abbia mai avuto pace per tutta la sua vita, travolto dai tanti misteri e dalle nuove verità che periodicamente emergono dalle indagini sul mostro di Firenze che tra il 1968 e il 1985 massacrò otto coppie appartate in auto. Tutte uccise con una Beretta 22, mai trovata.
Oggi Natalino vive occupando una casa popolare e racconta di non aver mai conosciuto i fratelli Vinci (la banda dei sardi, appunto), di non essere neppure mai andato a trovare la madre morta al cimitero e di aver invece incontrato Stefano Mele, quello da sempre creduto suo padre, dopo che l’uomo aveva scontato i 16 anni di carcere per il delitto del 1968.
Di quella notte, della notte in cui sarebbero iniziati i delitti delle coppiette, e in cui lui fu l’unico sopravvissuto, invece non ricorda niente: «Nulla, nulla. Altrimenti lo avrei già detto», dice alla Nazione.
Certo è che questa storia ha segnato profondamente la sua vita, ma un’idea di chi possa essere il mostro alla fine non ce l’ha: «Se lo sapevo lo avrei fatto fuori io…»; dice.
Dopo tanti anni i misteri e i dubbi restano irrisolti come macigni: i sardi c’entrano qualcosa? Era Pacciani il mostro?
«I sardi non li conosco», dice Natalino. E Pacciani «può essere stato quello che è stato, per quello che ha fatto, ma non il mostro. Lì secondo me c’era qualcuno in alto, l’ho sempre pensato. Perché non è possibile, né una traccia, mai visto da nessuno. Era uno che si sapeva muovere, che conosceva le zone. Il delitto perfetto non esiste ma in questo caso ne ha fatti otto».
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23 luglio 2025 ( modifica il 23 luglio 2025 | 12:25)
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