Tutte le manie di Bob, il film diretto da Frank Oz nel 1991 resta una delle commedie più brillanti degli ultimi decenni
Anche quest’anno l’estate è giunta puntuale, portando con sé il tanto atteso momento delle ferie di agosto. È il periodo in cui si cerca di staccare la spina, di rallentare i ritmi frenetici della quotidianità e, magari, di concedersi qualche ora di svago davanti a un buon film. Per chi ama le commedie intelligenti e irresistibilmente divertenti, è difficile non pensare a Tutte le manie di Bob, il film (titolo originale What About Bob?) del 1991 diretto da Frank Oz con protagonista la coppia di mattatori formata da Bill Murray e Richard Dreyfuss.
Nonostante siano passati più di trent’anni dalla sua uscita, questo piccolo gioiello del cinema comico rimane – in modo inspiegabile – ancora introvabile in home video nel mercato italiano. Non ci resta che ripercorrerlo,
La storia ruota attorno alla figura del Dottor Leo Marvin (interpretato da Richard Dreyfuss), uno stimato e ambizioso psichiatra di New York, deciso a trascorrere le vacanze estive in pace e tranquillità con la sua famiglia presso la loro casa sul pittoresco Lago Winnipesaukee. Lontano dai suoi pazienti, il dottore spera di trovare finalmente un po’ di relax. Tuttavia, i suoi piani verranno sconvolti dall’arrivo di Bob Wiley (interpretato da un esilarante Bill Murray), un paziente affetto da numerose fobie, ossessioni e una profonda paura dell’abbandono. Bob è un uomo fragile, insicuro, con un disperato bisogno di stabilità affettiva, e fin dal primo incontro instaura con il dottor Marvin un legame di dipendenza totale.
Il loro incontro avviene proprio all’ultimo giorno di lavoro del terapeuta, prima della partenza per le vacanze. Dopo una rapida diagnosi, il dottore rimanda Bob a settembre per la prossima seduta, consegnandogli il suo ultimo libro dal titolo Baby Steps (Passi di bimbo), nel quale propone una tecnica terapeutica basata su piccoli obiettivi quotidiani come via per superare le fobie invalidanti. Ma Bob, affascinato e affettivamente attaccato al dottore, decide che non può aspettare tutto quel tempo senza il suo nuovo punto di riferimento e, violando ogni regola del rapporto terapeutico, si mette sulle sue tracce.