di
Matteo Castagnoli
Indaga la Digos, accertamenti nella cerchia dei conoscenti. Le vittime della minaccia, madre e due figlie, hanno fatto denuncia Questura. La Brigata ebraica: «All’autogrill di Lainate aggressione in luogo pubblico, qui nel privato: è inquietante»
Il tratto è incerto. Forse fatto con un pennarello. La scritta nera segna la porta di un condominio in zona San Siro, periferia Ovest di Milano: «Ebrei bastardi». Sopra, due svastiche. L’allarme è scattato alle 9 di martedì mattina 5 agosto. Sul posto si sono precipitate alcune pattuglie della polizia che hanno accompagnato le vittime, mamma e figlia ebree, in questura. Qui hanno denunciato.
Sul caso indagano gli agenti della Digos. Gli investigatori hanno acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona per dare un nome al responsabile. Il sospetto è che l’autore possa essere qualcuno che conosce le due donne, tanto da sapere su quale porta scrivere. Spiega l’avvocato delle due donne, Stefano Benvenuto: «Riteniamo gravissimo quest’atto. Un gesto che ci porta indietro di 70 anni».
Dopo la discussione degenerata all’autogrill di Lainate, nell’area di sosta Villoresi Ovest, tra un gruppo di viaggiatori palestinesi e un papà con il figlio di sei anni, ebrei di nazionalità francese, e questa porta segnata in zona San Siro, la comunità ebraica ha parlato di un «antisemitismo travestito da antisionismo» ormai «sdoganato».
Commenta il direttore del museo della Brigata ebraica di Milano, Davide Romano: «C’è però un salto di qualità inquietante: si passa da aggressione in luogo pubblico a minaccia in luogo privato, dove si attenta alla tranquillità della vita quotidiana dei cittadini italiani di religione ebraica. Vedo purtroppo il pericolo di una abitudine a questi atti antisemiti. Voglio dirlo chiaramente: il razzismo e l’antisemitismo come l’omotransfobia non hanno mai giustificazione».
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5 agosto 2025
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