di
Mauro Bonciani
Stefano Guarnieri e la battaglia per la sicurezza sulle strade: «Questi sistemi, lo chiediamo da tempo, devono essere obbligatori. Se tutti i mezzi pesanti li avessero si risparmierebbero duecento vite l’anno»
Con la tragedia di lunedì 4 agosto diventano dieci i morti sulle autostrade toscane in meno di tre settimane, in quattro incidenti che hanno visto sempre coinvolti mezzi pesanti, un dato che fotografa l’emergenza sicurezza sulle strade. Anche martedì 5 agosto c’è stato un incidente, fortunatamente senza vittime.
Del tema sicurezza si occupa da anni Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, ucciso nel 2010 da un motociclista, e presidente della «Associazione Lorenzo Guarnieri», nata per ricordare lo sfortunato 17enne e per salvare vite umane.
«Prima di tutto voglio esprimere la mia vicinanza a tutti i familiari delle vittime di ieri, che dovranno affrontare un lungo, complesso, doloroso, percorso — dice Stefano Guarnieri — per migliorare la sicurezza di strade e autostrade occorre investire in prevenzione, oltre che avere più controlli. E per la prevenzione è essenziale che tutti i mezzi pesanti siano dotati di sistemi tecnologici di assistenza alla guida, con il rilevamento della distanza di sicurezza, di un ostacolo e con la frenata automatica».
Più tecnologia, insomma, per salvare vite umane e ridurre il rischio di incidenti e di incidenti gravi. «Ovviamente è presto per capire cosa è successo, ma in questo come in altri casi il sistema di frenata automatica davanti ad un ostacolo sarebbe stato importante, avrebbe ridotto velocità e rischio — spiega Guarnieri — I sistemi tecnologici di aiuto alla guida esistono già, non sono troppo costosi e si possono installare anche su mezzi vecchi, purtroppo frequenti in caso di tir e furgoni. Questi sistemi, lo chiediamo da tempo, devono essere obbligatori. Perché? Da un nostro studio del 2022 se tutti i mezzi pesanti circolanti sulle strade italiane li avessero si risparmierebbero duecento vite l’anno».
Tecnologia, sostiene il manager che da tempo si impegna nella prevenzione, sui mezzi pesanti sono ancora più necessari perché «guidando tante ore diventa più facile distrarsi e la distrazione è sempre un rischio, tanto più alto nel caso dei tir» e che possono assicurare «oltre al rispetto della distanza di sicurezza, spesso ignorata da auto e camion, anche il non superamento della linea di careggiata, dando alert che avvisino il guidatore, come avviene per la sonnolenza in alcune auto».
La sicurezza totale non esiste, sottolinea, ma ridurre il rischio si può e si deve. Installando tali sistemi anche sui furgoni. «Il loro numero è in forte aumento con il fenomeno delle consegne, molti sono veicoli non nuovi, e sono ormai spesso coinvolti in incidenti sul lavoro, un fatto che sta diventando strutturale e che può essere affrontato anche grazie alle tecnologia», sottolinea.
Tecnologia, infine, come quella dei tutor, «che in alcuni tratti autostradali hanno ridotto i sinistri del 70%, e che andrebbero installati ovunque. Meno si corre, meno rischi ci sono e in autostrada serverebbe il limite di 110 km orari, come fece il ministro Ferri».
Infine l’educazione stradale, parte essenziale della prevenzione: «Va fatta educazione per gli autisti, coinvolgendo le associazioni di categoria, sensibilizzandoli al rispetto di tutte le regole, velocità e durata delle soste obbligatorie in primis», conclude Stefano Guarnieri.
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5 agosto 2025 ( modifica il 5 agosto 2025 | 14:27)
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