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Dopo settimane di intense emozioni e confronti, l’edizione 19 de L’Isola dei Famosi si è conclusa con la vittoria di Cristina Plevani. Tra i protagonisti più discussi e chiacchierati del reality condotto da Veronica Gentili, spicca il nome di Dino Giarrusso, che ha fatto parlare di sé non solo per le sue vicende sull’isola, ma anche per le sue dichiarazioni sul futuro televisivo.


APPROFONDIMENTI

Il giornalista e ex naufrago, eliminato inizialmente durante la quinta puntata ma poi rientrato sull’ultima spiaggia e infine uscito in semifinale. Giarrusso ha ripercorso le sfide affrontate, tra critiche, scontri e momenti di riflessione, sottolineando di aver vissuto quell’esperienza con grande affetto e gratitudine.

In particolare, ha commentato anche i recenti rumors riguardanti il suo rapporto con la conduttrice Veronica Gentili, chiarendo alcuni malintesi sorti sui social. Ma l’attenzione si sposta anche sul futuro televisivo di Giarrusso. Rispondendo a una domanda sulla possibilità di partecipare ad altri reality show, l’ex naufrago ha detto chiaramente: «Come concorrente non credo». Tuttavia, ha aperto ad altre opportunità, rivelando che il motivo principale che lo ha spinto a mettersi in gioco a L’Isola dei Famosi è stato il desiderio di mettersi alla prova e di vivere un’esperienza diversa nel mondo dello spettacolo.

Con l’attenzione puntata alle prossime sfide televisive, Giarrusso sembra voler continuare a coltivare la sua carriera nel mondo dello spettacolo, anche se con un occhio di riguardo alle future opportunità che potranno presentarsi. Resta da vedere se, in futuro, deciderà di tornare in un reality o di intraprendere altri percorsi nel mondo della televisione.

Chi è Dino Gianrusso?

Nato a Catania l’11 settembre 1974, Giarrusso si era laureato in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Siena nel 1997. La sua carriera nel mondo dell’informazione era iniziata tra le pagine di importanti quotidiani nazionali come La Repubblica, L’Unità e La Sicilia, dove aveva svolto il ruolo di cronista. Parallelamente, aveva collaborato con emittenti locali siciliane come Teletna e Antenna Sicilia, affinando il suo occhio investigativo.

La sua passione per il cinema e il documentario lo aveva portato anche dietro la macchina da presa, realizzando spot pubblicitari, documentari e il cortometraggio “La fine”. Quest’ultimo aveva attirato l’attenzione del grande regista Ettore Scola, con cui Giarrusso aveva iniziato una collaborazione come assistente alla regia. A Roma, aveva affiancato registi come Marco Risi e Ricky Tognazzi, e aveva scritto soggetti cinematografici per film come “Patria”, “Il padre e lo straniero” e “Youtopia”. Non solo scrittura, ma anche recitazione: aveva avuto piccoli ruoli in fiction come “Il commissario Manara” e in film come “Concorrenza sleale”.

La sua irriverenza si era affermata anche in televisione, in particolare dal 2014 al 2018, quando aveva portato il suo stile diretto e provocatorio a “Le Iene”, firmando inchieste su temi sensibili come politica, armamenti e molestie nel mondo dello spettacolo.

Nel 2018, spinto dal desiderio di fare la differenza, Giarrusso aveva deciso di candidarsi alle politiche con il Movimento 5 Stelle.

Non era stato eletto alla Camera, ma era stato comunque eletto al Parlamento Europeo, raccogliendo oltre 117.000 preferenze. A Bruxelles aveva fatto della trasparenza il suo punto di forza, ma nel maggio 2022 aveva rotto con il Movimento, accusandolo di aver smarrito il coraggio delle origini. Da allora, aveva tentato di creare nuove alleanze, senza perdere di vista il suo obiettivo di mantenere un giudizio indipendente.

Perché ha deciso di accettare e di partecipare al reality “L’isola dei Famosi”?

“Ho accettato per due motivi principali. Il primo era quello di confrontarmi con una realtà che fino a quel momento non conoscevo e che forse, colpevolmente, avevo ignorato. Non dico snobbato, ma quasi: quella dei reality. Sono programmi seguiti da milioni di spettatori, e forse chi finge che non esistano ha sempre sbagliato. Onestamente, io non avevo mai visto nemmeno un minuto di un reality. Anzi, per essere preciso, solo guardando Blob su Rai Tre avevo visto qualche pezzettino, come il Grande Fratello o l’Isola. Forse è stato un errore, perché una parte della società italiana li segue e li apprezza. L’altra ragione, invece, era la presenza di Veronica Gentili, un’amica giornalista del Fatto Quotidiano, che voleva fare un’isola diversa, con personaggi che non fossero i classici “pupazzi da reality”, ma anche figure che portassero un discorso più elevato, più culturale, meno fine a se stesso, come spesso sono le dinamiche di quei programmi. Il mio obiettivo era dunque portare un messaggio di amore per la conoscenza e un filo narrativo diverso dal solito schema, che si concentra su amicizie, inimicizie, tattiche, litigi, gossip e alleanze. Speravo di fare altro, di portare un contributo culturale, parlando di libri, cinema, arte e di cultura in generale. Credo di esserci riuscito in parte, perché sono rimasto fedele a me stesso, senza recitare ruoli, parlando di cultura e di tematiche più profonde. Devo dire però che sono rimasto colpito da alcuni episodi accaduti, che rivelano un livello culturale molto basso in alcuni partecipanti. Sono cose che anche un bambino di 8 anni dovrebbe sapere, eppure alcuni, li ignorano. L’analfabetismo funzionale, che De Mauro aveva evidenziato come problema dell’Italia, è un guaio più che mai attuale. È emblematico che, anziché riflettere su adulti che non sanno trovare l’area del triangolo (!!!), anche molti commentatori abbiano puntato il dito contro di me, che denunciavo la gravità di tale ignoranza. L’Italia, come può competere, vincere, creare lavoro e ricchezza se il livello medio rimane così basso?

Dice che se non conosci le basi della matematica e della cultura generale, non puoi competere in un contesto come questo? 

“Certo, ma non è una mia affermazione: sono gli osservatori internazionali e qualsiasi esperto di dinamiche commerciali, di relazioni tra reddito, crescita, benessere e livello culturale di un paese a sostenerlo. Quando parlo di “livello culturale”, voglio precisare che non si tratta semplicemente di aver frequentato la scuola classica o altri indirizzi, perché questi sono luoghi comuni. Un grande letterato come Italo Calvino affermava che i numeri aiutano a far funzionare il cervello. La matematica, così come la conoscenza della musica, contribuisce a sviluppare capacità di ragionamento. Personalmente, avevo questa voglia di capire e di presentarmi a un pubblico diverso, anche perché la mia base di fan non è quella che guarda l’Isola, ma credo che alcuni di coloro che mi seguono possano apprezzarla e seguirla. È stata una vera e propria scommessa, anche per trasmettere un messaggio diverso. Inoltre, come giornalista, ritengo importante valutare la presenza di persone pubbliche o politici in programmi come questi, e non giudico superficialmente le loro motivazioni. Purtroppo, in Italia, il livello di pregiudizio e superficialità è molto alto, anche tra alcuni colleghi giornalisti, che spesso si limitano a commenti da bar senza conoscere realmente i fatti.”

Lei ha accennato anche al gossip e alle dinamiche umane all’interno dell’isola. Può spiegare meglio?

“Sì, quella delle dinamiche è una delle cose più interessanti dal punto di vista sociologico. All’interno dell’isola si crea un microcosmo, come nel romanzo ‘Il Signore delle Mosche’, dove alcuni bambini rimangono su un’isola e creano tribù, si attaccano tra loro e diventano violenti. È stato molto interessante vedere come, in condizioni estreme, la natura umana si manifesti in modo così forte. Le dinamiche di sopravvivenza, fame e isolamento portano a comportamenti che spesso sono sorprendenti e anche inquietanti.”

Recentemente si è parlato di un presunto conflitto tra lei e Veronica, e di alcune notizie apparse sui media. Può chiarire questa situazione? 

“Invenzioni per fare dei titoli e del click-bait, gossip senza fondamento. Si è parlato di una presunta lite con Veronica, ma non è assolutamente vero. Quando Veronica ha letto alcune di queste notizie false mi ha scritto, e ci siamo fatti tante risate insieme mandandoci gli screenshot. Le abbiamo semplicemente smentite e chiarite tra noi, perché si tratta di pure invenzioni” 

Lei ha affrontato anche il tema del tradimento e della percezione sociale di questa tematica. Può spiegare come vive questo aspetto? 

“Il tema del tradimento è molto complesso e spesso strettamente legato alla cultura e alla società. Personalmente, credo che ci sia stata un’insegnamento sociale secondo cui, quando una persona ha una relazione, vivere anche altre esperienze equivalga a tradire. Tuttavia, ritengo che sia normale e fisiologico essere attratti da altre persone, e mi dispiace che molti legami felici si spezzino perché uno dei partner segue questo richiamo, che fa parte della natura umana. Se fossimo meno rigidi e accettassimo con maggiore serenità la nostra stessa natura, riducendo taboo e condizionamenti sociali, credo che saremmo tutti più felici. Attualmente sono in una relazione felice e stabile; il mio matrimonio e la mia famiglia rappresentano le mie certezze. Tuttavia, non credo di aver potuto vivere bene questa parte della mia vita senza aver fatto molte esperienze e soddisfatto le mie curiosità in passato. Mia moglie, del resto, ha detto che non le importa ciò che ho fatto prima, purché io e lei ci siamo scelti per costruire una famiglia, e questo le dà felicità. Il nostro rapporto si fonda sulla fiducia e sulla libertà.”

Per concludere, qual è il sogno nel cassetto che ancora desidera realizzare, considerando la sua carriera iniziata nel cinema e poi anche in politica? 

“Il mio sogno nel cassetto è continuare a fare cose utili per la società, in qualunque ambito mi dovessi trovare a lavorare. Mi piacerebbe trasmettere a tutti l’importanza della conoscenza, aiutare la gente a sognare e ad arricchirsi umanamente, far comprendere quanto sia cruciale la cultura nella nostra formazione, e nel poterci rendere persone libere e forti. Mi piacerebbe realizzare ancora qualcosa che lasci il segno. Poi, naturalmente, mi piacerebbe continuare a contribuire alla crescita politica e umana della nostra società, portando avanti temi di cultura, diritti e libertà. Il mondo non può tornare indietro, e tutti dovremmo impegnarci per farlo andare avanti, progredire nel senso più puro del termine.”


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