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Nessuno al momento pensa a settembre e a quando l’avversario si chiamerà “Affari tuoi”. Ce n’è di tempo per ragionare, prepararsi e prendere le eventuali contromisure. La testa è all’oggi e ad una situazione che sta permettendo a Mediaset di respirare. Anzi, di tornare ad esultare.

“La Ruota della Fortuna” è, a tutti gli effetti, il caso televisivo dell’estate. Piazzato eccezionalmente in access prime time, con conseguente defenestrazione di “Paperissima Sprint”, relegata su Italia 1 all’ora di pranzo o giù di lì, il gioco rappresenta la ‘resurrezione’ di Canale 5 nella fascia che precede la prima serata.

Uno spazio mai toccato negli ultimi trentasette anni, in cui “Striscia” e i suoi ‘derivati’ hanno occupato la scena senza la possibilità (e l’intenzione) che si potesse pensare ad un’alternativa. Un monopolio indissolubile, infranto solo tre settimane fa attraverso un comunicato in cui si annunciava che “La Ruota” avrebbe esautorato le ‘papere’.

Non un esperimento da calda stagione. Il game di Gerry Scotti resterà in sella pure in autunno, almeno fino a novembre, con la sfida a Stefano De Martino che risulterà più avvincente che mai. Un primo traguardo che sembra raggiunto, visti i numeri e un entusiasmo che hanno restituito al Biscione il pieno gusto della competizione.

La scommessa di Pier Silvio Berlusconi in realtà butta l’occhio allo specchietto retrovisore. “La Ruota” è un chiaro salto all’indietro di almeno trent’anni, che appare ampiamente giustificato. Chiuso nel 2003 da Mike Bongiorno per evidente appannamento del format, il quiz riapparve con Enrico Papi tra il 2007 e il 2009 nell’access prime time, stavolta di Italia 1. Ma se all’epoca l’obiettivo era non disturbare troppo “Striscia”, stavolta la missione è ambiziosa: importunare il colosso di Rai 1 e, magari, intaccarne le granitiche certezze. E per farlo occorreva affidarsi ad un titolo noto, popolare, rodato, che non comportasse salti nel buio. D’altronde, quando hai una trasmissione radicata da oltre sette lustri in un determinato spazio, non puoi sapere con certezza cos’altro potrebbe funzionare al suo posto. L’unica soluzione, immediata ed istintiva, è bussare alla porta di chi ha dimostrato di avere le carte in regola per ‘armarsi e partire’.

Il 23% di share della “Ruota”, che sale addirittura al 25% nei weekend, ha tutte le sembianze della provvisorietà. A settembre la storia sarà certamente differente, tuttavia Mediaset con questa mossa si è risvegliata dal torpore e dalla sensazione di non voler nemmeno giocare la partita.

Striscia la Notizia, un programma che si era (e abbiamo) creduto eterno 

Un programma arrivato dal passato (ma senza ragnatele)

Se il vero anello di congiunzione è con le edizioni anni novanta di Mike, complice anche la presenza dell’autore Alvise Borghi, questa “Ruota” ha comunque dalla sua il merito di essersi tolta le ragnatele di dosso. La presenza dell’orchestra in studio riporta con la mente ai fasti di “Passaparola”, mentre il vero oggetto di seduzione sembra essere il montepremi: succoso, accattivante, potenzialmente imponente.

“Noi qui i soldi non li regaliamo”, ripete con ostinazione Scotti, con chiara allusione ad “Affari Tuoi” e all’accusa di ludopatia avanzata da Mediaset. Sul finale, però, al netto delle risposte giuste fornite dal concorrente, alla fortuna (o alla sfiga) viene affidato un potere elevato.

Poco male. In attesa che i pacchi riportino tutti sulla Terra, a Cologno fanno bene a godersi un access risvegliato da un lunghissimo e colpevole letargo.