Rimini, 6 agosto 2025 – Un luglio nero. Con presenze in calo e camere vendute a prezzi decisamente più bassi. In attesa dei dati Istat su arrivi e pernottamenti, a scattare una prima ’fotografia’ di come è andato il mese scorso è il sondaggio condotto da Conflavoro e dall’associazone ’Riviera sicura’. E “i risultati, purtroppo, sono quelli che temevamo. A luglio è andata male – spiega il presidente di ’Riviera sicura’ Salomone – e tra gli operatori c’è un po’ di preoccupazione anche per questo mese”.

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Il sondaggio si è concluso l’altro ieri. Il campione “è assolutamente rappresentativo, dal momento che hanno risposto i titolari di 307 hotel di Rimini, da Torre Pedrera a Miramare”. Praticamente quasi un terzo delle strutture alberghiere presenti in città. Alla prima domanda, in cui si chiedeva la percentuale di occupazione delle camere nel mese di luglio, il 3,9% degli intervistati ha risposto “inferiore al 50%”, mentre per il 16,3% è stata “tra il 51% e il 60%”, per quasi un albergatore su 5 (il 19,9%) “tra il 61% e il 70%”.

Circa un terzo degli intervistati (30,9%) spiega di aver avuto una percentuale di occupazione “tra il 71% e l’80%”, secondo il 18,2% è stata “tra l’81% e il 90%” e per il 10,7% “oltre il 90%”. Rispetto al 2024 quest’anno a luglio le presenze sono state “minori” per il 53,4% degli intervistati, “molto minori” secondo l’8,8%, mentre il 27,7% dichiara di aver avuto percentuali “simili” a quelle del 2024. Soltanto il 10,1% sostiene di aver registrato un’occupazione “maggiore” o “molto maggiore” in confronto a un anno fa.

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Le presenze sono calate, così “come i prezzi”. Il 43,3% degli intervistati spiega di aver venduto a luglio le camere “a tariffe minori” del 2024, il 15% “a tariffe molto minori”. Più della metà degli albergatori (oltre il 58%) ha dovuto abbassare i prezzi rispetto a un anno fa. Solo il 27,4% dice di aver venduto “a prezzi simili” al 2024, mentre il 12,7% ha spuntato “tariffe maggiori” di un anno fa. Solo 5 albergatori rivelano di aver venduto le camere “a prezzi molto più alti”.

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Prezzi più bassi per poter andare incontro a una clientela con bassa capacità di spesa. Secondo il 57,7% degli intervistati i turisti accolti in hotel “erano clienti basso-spendenti”. Solo un terzo (34,9%) dichiara che il budget dei turisti era “nella media”, appena il 2,6% dice di aver avuto clienti “alto-spendenti” (il resto degli intervistati non si è fatto un’idea precisa). E se giugno è stato un mese trainato dagli stranieri, a luglio il loro effetto – secondo il sondaggio – sarebbe stato più ridotto. Quasi il 62% dichiara che la percentuale di turisti stranieri è stata “inferiore al 20%”, per circa il 20% “tra 21% e il 40%”. Solo il 7,5% ha registrato in hotel “oltre il 60% di clienti stranieri”. Per il 51,5% degli intervistati la percentuale di turisti dall’estero “è stata simile” al luglio 2024, per il 27,4% “minore”, per gli altri “maggiore”.

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Luglio in generale è stato “peggiore” (53,1%) o “molto peggiore” (13%) per gran parte degli albergatori, “simile” al 2024 per uno su 4 (25,4%) e “meglio” per pochi degli intervistati. E guardando a questo mese, il 33,6% prevede un agosto “medio”. Secondo il 24,4% sarà un agosto “scarso”, per 12% andrà “male”, solo per uno su 4 si annuncia “discreto” o “buono”. “Gli operatori sono in sofferenza – dice Corrado Della Vista di Conflavoro – Pochi turisti durante la settimana, gli albergatori sono costretti così ad abbassare i prezzi. Ci verve un cambio di rotta: meno burocrazia, promozione più efficace, strategie comuni e una regia pubblica condivisa”.