Come si potrebbe altrimenti definire una salita di 2200 metri di dislivello, che comincia a 199 metri di altitudine per terminare a 2403 metri, se non epica? Sto parlando della salita al Monte Legnone (LC), ultimamente ritornata alla ribalta nel mondo mountain bike perché è stata risistemata ed è ora completamente ciclabile. I più anziani del forum si ricorderanno del report tragicomico di Ser Pecora, risalente all’epoca paleozoica di internet, ovvero il 2009. Ai tempi gli ultimi 700 metri di dislivello di facevano a spinta, il che non doveva per forza essere uno svantaggio, visto che le gambe cominciano ad urlare pietà quando si percorrono in sella gli ultimi tornanti della vecchia strada militare.
Però dal lago di Como, attraverso la Val Varrone, fino alla bocchetta sotto la panoramicissima cima del Monte Legnone, la strada non è mai ripida perché, appunto, si tratta di una strada militare dall’inizio alla fine, costruita durante la prima guerra mondiale per quella che poi diventò la linea Cadorna. Per questo motivo è lunghissima ed è una vera sfida per ogni pedalatore che si rispetti. Viste le previsioni meteo perfette, ieri l’ho rifatta dopo 12 anni e ne sono rimasto estasiato. Anche perché l’ho percorsa tutta in maglietta, senza dover indossare neanche un giacchettino, una volta arrivato in cima.
Le gallerie ricordano il motivo per cui fu costruita, di cui una ora adibita ad improbabile bivacco.
Diversi sono gli itinerari di discesa, tutti impegnativi perché, purtroppo, il tratto di strada che scende dal Legnone verso Delebio in Valtellina non è (ancora) stato rimesso a posto. Questa è per esempio la più semplice, perché da quota 1400 continua su una strada sterrata e poi su un’antica ma massacrante carrereccia fino a Delebio.
Quest’altra invece è più tecnica ma di maggior soddisfazione.
Entrambe condividono i primi 500 metri di dislivello su quello che rimane della vecchia strada militare ma, attenzione, ieri ho incontrato due uomini addetti alla pulizia dei sentieri che mi hanno detto che anche quella parte verrà rimessa a posto. Inoltre mi hanno indirizzato su una discesa pulita per le bici, anche se il cartello potrebbe far venire dei dubbi. In realtà, dopo un primo tratto da fare a spinta e piuttosto esposto (ma non pericoloso perché largo), il sentiero è stato sistemato e allargato, pur mantenendo il suo carattere tecnico con diversi tornantini da nose press.
Sui divieti vale la pena dire che sono del tutto inutili, tanto non c’è in giro nessuno. Ho incontrato i due addetti proprio sul sentiero “vietato” verso la Capanna Legnone, e non hanno fatto una piega.
Il giro completo prevede 2400 metri di dislivello totali. Per i meno allenati è possibile pernottare al rifugio Griera, 800 metri di dislivello sotto la bocchetta, all’inizio del tratto più bello e panoramico della salita. È possibile anche ricaricare la batteria della ebike.