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In un contesto internazionale sempre più complesso, la Repubblica cecena, sotto il controllo di Ramzan Kadyrov, ha annunciato una mossa controversa: affidare al figlio diciassettenne Adam la supervisione degli aiuti umanitari destinati alla Striscia di Gaza. Una decisione che alimenta interrogativi sulla trasparenza nella gestione delle risorse e sul crescente ruolo politico della famiglia Kadyrov nella regione e oltre i confini russi. La nomina arriva a pochi giorni da una decisione drastica presa dalle stesse autorità locali, che avevano ordinato a tutte le organizzazioni benefiche – ad eccezione di una – di sospendere ogni raccolta fondi per Gaza, adducendo la necessità di garantire maggiore controllo e trasparenza nella destinazione degli aiuti. «Esiste il rischio concreto che una parte degli aiuti non raggiunga i destinatari, o che finisca nelle mani di organizzazioni fuorilegge», ha dichiarato Akhmed Dudaev, ministro ceceno per l’Informazione e la Politica Nazionale, in un comunicato diffuso la scorsa settimana.


APPROFONDIMENTI

Il ruolo della Fondazione Kadyrov

L’unica organizzazione esentata dal blocco è stata la Fondazione Akhmat Kadyrov, ente caritativo accusato da diverse inchieste giornalistiche russe indipendenti (tra cui Novaya Gazeta e Meduza) di essere il “portafoglio personale” di Ramzan Kadyrov.

Secondo queste fonti, la fondazione sarebbe finanziata anche attraverso donazioni forzate da parte di aziende private e cittadini ceceni. L’ingresso di Adam Kadyrov nella gestione degli aiuti arriva in parallelo alla ripresa delle attività di tre organizzazioni benefiche locali, le uniche autorizzate a collaborare sotto il nuovo schema di controllo regionale.Aiuti per Gaza: milioni raccolti, accesso bloccato

Secondo dati forniti dalle autorità locali, la Cecenia avrebbe raccolto e inviato aiuti per un valore di circa 600 milioni di rubli (pari a 7,4 milioni di dollari) a partire dall’inizio dell’offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza, iniziata nell’ottobre 2023 in risposta all’attacco di Hamas. La situazione sul terreno, tuttavia, resta drammatica. Le operazioni militari israeliane e il blocco imposto sui principali valichi di ingresso – tra cui Rafah e Kerem Shalom – rendono estremamente difficile la distribuzione degli aiuti, secondo quanto denunciato da più agenzie umanitarie, tra cui UN OCHA, Human Rights Watch e Medici Senza Frontiere. Le autorità sanitarie locali di Gaza, citate da Reuters e BBC, parlano ormai di oltre 60.000 vittime palestinesi, mentre le Nazioni Unite hanno lanciato un allarme: secondo un rapporto recente dell’ONU, il blocco combinato a bombardamenti e distruzione delle infrastrutture sanitarie e logistiche potrebbe rappresentare una forma deliberata di carestia di massa.

Adam Kadyrov, l’ascesa di un erede

Nonostante la giovane età, Adam Kadyrov ha scalato rapidamente le gerarchie istituzionali cecene. Dopo essere diventato la guardia del corpo personale del padre nel 2023, negli ultimi mesi ha ricevuto incarichi strategici, tra cui quello di segretario del Consiglio di sicurezza della Cecenia, un ruolo di rilievo che evidenzia la volontà di Kadyrov di costruire un potere dinastico. Secondo alcuni analisti internazionali, tra cui Mark Galeotti (Royal United Services Institute, Regno Unito), queste nomine rientrano in una strategia di consolidamento familiare del potere in Cecenia, con un occhio a un’eventuale successione ereditaria nel medio termine.


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