Kiev: a un anno dall’incursione nella regione di Kursk, 77 mila militari russi uccisi o feriti 

A un anno dall’inizio dell’operazione Kursk, lanciata il 6 agosto del 2024, le Forze armate russe hanno subito oltre 77 mila perdite tra morti e feriti, tra cui circa 4 mila cittadini nordcoreani. Lo ha dichiarato il comandante in capo delle Forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky, in un messaggio pubblicato su Facebook a un anno esatto dall’inizio dell’operazione. Syrsky ha ricordato che l’operazione fu una risposta alla preparazione russa di una nuova offensiva nel nord della regione di Slobozhanshchyna. Le truppe ucraine, ha sottolineato, sono riuscite a penetrare in profondità nelle retrovie nemiche e a controllare fino a 1.300 chilometri quadrati nella regione russa di Kursk, interrompendo le linee logistiche e costringendo Mosca a deviare importanti riserve militari, con un effetto di alleggerimento su altri settori del fronte. Secondo Syrsky, l’operazione ha raggiunto la maggior parte degli obiettivi, contribuendo a mantenere libere le città di Sumy e Kharkiv. Tra le perdite materiali inflitte alle forze russe figurano oltre 7.200 unità di equipaggiamento, tra cui 1.083 pezzi di artiglieria, 907 sistemi di artiglieria, 11 carri armati, 15 sistemi di difesa aerea, un aereo e tre elicotteri. Sono stati inoltre catturati 1.018 militari russi, favorendo lo scambio con centinaia di prigionieri ucraini. Attualmente, secondo il comandante ucraino, le truppe di Kiev mantengono una presenza nel distretto di Glushkov, nella regione di Kursk, contribuendo a bloccare parte del raggruppamento offensivo russo. Syrsky ha reso omaggio ai caduti ucraini dell’operazione, dichiarando: «Continuiamo a combattere, mantenendo la formazione in memoria di coloro che non sono tornati».