Una diagnosi salvavita in meno di 24 ore, grazie all’intuito di un pediatra e a un incontro casuale in ascensore. È accaduto a Rieti, dove un ragazzo di 14 anni è stato riconosciuto come potenziale caso di Morbo di Crohn da un medico esperto, fuori dal contesto clinico, semplicemente ascoltando i sintomi descritti dalla madre e osservando segni cutanei sulle gambe del giovane.

Un’intuizione vincente

Il medico ha immediatamente contattato il Prof. Giovanni Di Nardo, specialista del reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Pediatrica dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma, centro di riferimento nazionale per le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI). Dopo aver visionato una foto dell’eritema nodoso — una condizione cutanea tipica in circa il 15% dei pazienti affetti da Crohn — ha disposto l’immediato trasferimento del ragazzo in ospedale.

Importanza della diagnosi precoce

In meno di 24 ore, il ragazzo è stato sottoposto a esami ematici, ecografia e colonscopia, che hanno confermato la diagnosi di Morbo di Crohn. Una diagnosi precoce fondamentale per prevenire complicanze come stenosi intestinali, emorragie, colite tossica o malnutrizione.

Il Morbo di Crohn è una patologia cronica dell’apparato digerente che colpisce in misura crescente anche adolescenti e bambini. Spesso i sintomi — come dolore addominale, febbre, perdita di appetito e di peso — vengono erroneamente sottovalutati o attribuiti a comportamenti «difficili» dell’età. Ma quando i sintomi persistono e le terapie del pediatra di base non funzionano, è fondamentale rivolgersi tempestivamente a uno specialista in gastroenterologia pediatrica.

Gestione della malattia

«Con una gestione adeguata, si può convivere con la malattia e controllare i sintomi. Il nostro centro offre anche supporto psicologico a bambini e famiglie», spiega il Prof. Di Nardo. Questo caso dimostra l’importanza di una medicina che va oltre la scienza: fatta di ascolto, intuito clinico e professionalità. «Un pediatra resta tale anche fuori dall’ambulatorio, anche in un ascensore, quando a contare è solo il benessere del paziente» ricordano orgogliosi dall’Ospedale Sant’Andrea.


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